L'Oblivio della Luce

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Gruppo:Oblivio
Hanno esordito da poco i capitolini Oblivio, ma grazie al loro Dreams Are Distant Memories si sono dimostrati capaci di uno stile melodico e malinconico, ma anche personale e originale. Quindi è giunto il caso di dare spazio soltanto alle loro parole, buona lettura!

Allora ragazzi per prima cosa che ne dite di iniziare da una piccola biografia riassuntiva della storia degli Oblivio?
Mario :: Beh che dire, gli Oblivio nascono inzialmente come cover band dei Katatonia, proponendo in sede live pezzi in modo particolare tratti da Brave Murder Day, poi ci siamo evoluti su un sound più morbido avvicinandoci agli Anathema di Judgment. Probabilmente sentivamo la necessità di abbandonare il sound grezzo del Metal per abbracciare uno stile più pulito. In effetti questo cambiamento si è poi riflesso nella composizione dei pezzi del nostro primo lavoro, Songs For Unforgettable Suffering, e si è marcato ancora di più nel nostro debut album Dreams Are Distant Memories. Poi per quanto riguarda la line-up è da circa 2 anni che siamo ancorati in modo stabile quindi non ci possiamo lamentare .

Ora veniamo alla musica, Dreams Are Distant Memories è un esordio molto spontaneo e sentito, mi chiedevo però quali fossero le vostre origini artistiche.
Mario :: Mmm... diciamo che la base che accomuna ogni singolo membro deriva dal sound di Katatonia, Anathema e Opeth come avrai sicuramente notato ascoltando i nostri pezzi. Aver riproposto poi alcuni brani di questi gruppi ha consolidato ancora di più il nostro sound. Individualmente ognuno di noi ha delle scelte stilistico/musicali più o meno diverse, che vanno però sempre ad amalgamarsi a quelle dell’intero gruppo.


Come siete arrivati a firmare per la MyKingdomMusic? Spesso in passato ha dato l’occasione di emergere a bands estremamente valide, siete soddisfatti di come vanno le cose sino ad ora?
Mario :: Bella domanda! Diciamo che già da tempo eravamo indirizzati a questa etichetta, vuoi per il fatto che fosse già abbastanza conosciuta vuoi perché comunque era quella che si conciliava meglio al nostro sound, quindi appena avuto il master con i primi pezzi all’uscita degli Outer Sound Studios sapevamo già dove inviarlo, anche se ovviamente non sapevamo l’esito della proposta. Siamo stati poi ricontattati dopo poco tempo da Francesco che ci ha proposto il contratto. Dopo averlo accettato abbiamo registrato gli ultimi tre brani e concluso il full-lenght. Fin adesso comunque i rapporti con l’etichetta sono andati nel migliore dei modi, poi sarà il futuro a parlare, magari proporremo il prossimo album sempre con MyKigdomMusic, oppure ci troverai sotto qualche altra etichetta… chi lo sa!

Tornando a parlare del disco vorrei chiederti come è stato recepito di critica e pubblico, io personalmente l’ho trovato molto intimo e malinconico, c’è per caso un messaggio dietro che volete comunicare?
Mario :: Beh sicuramente la malinconia ha un ruolo fondamentale nella composizione non solo di quest’album ma di tutte i pezzi e testi che abbiamo composto da quando ci siamo formati fino ad ora, così come c’è un’influenza musicale di base che ci accomuna. D’altra parte è anche un sentimento comune che in maniera del tutto naturale si è fatto strada col tempo, e questo sentimento è proprio la malinconia. Anzi, a questo punto devo rietenermi anche soddisfatto che tante recensioni oppure come mi hai chiesto tu, i commenti del pubblico. Abbiano colto questo aspetto, poichè significa che abbiamo trasmesso delle emozioni. Comunque non c’è mai stato nulla di preparato o studiato a tavolino, facciamo musica in quanto espressione naturale del nostro animo e quindi non abbiamo interesse a ragionarci su per fini economici o di moda, va vissuta per ciò che rappresenta nell’intimo.

Dario :: Ognuno di noi sei ha cercato di mettere tutto se stesso in questo disco con le proprie emozioni e le proprie esperienze quindi darti una risposta collettiva a questa domanda è molto difficile. Io personalmente tengo a ribadire che faccio musica per guardarmi nel profondo e per portare avanti quello che sento dentro, la mia è una ideologia a tutti gli effetti e ci tengo come sempre a ribadire (e lo faccio ad ogni intervista) che chi reputa gli Oblivio come un gruppo “negativo” si sbaglia di grosso. Io voglio parlare della vita senza nascondermi, senza maschere e questo nella nostra società, che esalta l’agire al pensiero e la potenza alla sensibilità, ti fa diventare sfigato.
Tutti i testi che scrivo alla fine parlano di questo, della mia scelta netta di stare da una parte del muro. Sogno di fare musica per persone sensibili, mi interessa il parere di chi conosce il dolore e di chi si guarda dentro.

Veniamo all’aspetto più freddo e tecnico della faccenda, mi riferisco ad una produzione ottima, del resto non poteva essere altrimenti con Giuseppe Orlando. Come è andata l’esperienza dentro gli The Outher Studio Sound?
Mario :: Mi hai fatto ripensare ad uno dei perdiodi più piacevoli vissuti da pochi anni a questa parte. Agli Outer Studio Sound è stata un’esperienza emozionante anche perché in un certo senso era la prima volta che ognuno di noi entrava in uno studio di registraizone professionale e soprattutto a registrare un full-lenght. Poi aggiungici la personalità di Giuseppe Orlando che oltre ad essere un produttore professionale e di gran gusto musicale devo dire. Se ne usciva con discorsi sui vangeli apocrifi e sul delitto di Cogne, ed il gioco è fatto. Poi, per lasciare la strada dei ricordi nostalgici sopra citati, ti posso dire che sapevamo già di affidarci ad una grande persona e che il lavoro uscito fuori sarebbe stato di ottimo livello. Da molte recensioni poi, sia Italiane che estere, abbiamo avuto ottimi giudizi sulla produzione, il che non fa altro che confermare per noi la scelta giusta dello studio, e per Giuseppe Orlando la sua fama anche all’estero.

Dario :: Per prima cosa è stato un divertimento assoluto, una grande cosa lavorare con Peppe. Sono, però, indimenticabili anche tutte le cose che hanno fatto da contorno e che sono successe intorno a noi tra una nevrosi e l’altra: il pezzo che non viene, i viaggi in macchina sul raccordo, le colazioni ed i pranzi dove ogni volta usciva una macchietta nuova, i caffè e le sigarette mentre il tempo sembrava appartenere ad un’altra dimensione. Noi stavamo lì, fuori dal mondo, e mai ci saremmo voluti allontanare. Purtroppo è durata solo un mesetto… WE WANT MORE.

Solitamente da chi partono gli spunti per scrivere nuovi brani? Fate lavoro di gruppo oppure preferite un approccio più individualista?
Mario :: Questa è una questione spigolosa! Diciamo che ognuno di noi che abbia un pezzo più o meno completo lo porta in studio dove poi viene ascoltato e provato all’impronta. Da queste fondamenta poi si passa alla collettività artistica, in cui ognuno cerca di inserire le sue influenze o comunque, gli apporti che in generale possano migliorare il pezzo; prendendo quindi aiuto dalla tua domanda, partiamo da un approccio individualista per poi arrangiare in gruppo. Gli spunti poi nascono da chiunque voglia farli partire, l’importante è che il pezzo sia valido. Solitamente le cose variano per le liriche che sono composte da me, Dario e Massimo.

Come pensate di promuovere dal vivo Dreams Are Distant Memories? Ho la sensazione che nel contento live i vostri brani rendano bene.
Mario :: Abbiamo già presentato il disco al Traffic di Roma con un buon responso sia di critica che di pubblico, ed effettivamente alcuni commenti sulla riproposizione live dei pezzi sono stati molto positivi: c’è chi addirittura ci ha detto che le canzoni rendevano meglio live che sul disco ahahahahah… comunque stiamo cercando di trovare altre date per poter riportare il cd dal vivo, ma la situazione a Roma non è proprio delle migliori.

Se ti dico Gothic Metal (con tutte le derivazioni possibili) cosa ti viene in mente? Vi sentite catalogati in un ambiente musicale o è un’etichetta che inizia ad andarvi stretta?
Mario :: Se dici Gothic Metal mi vengono in mente i Paradise Lost poi magari penso a tutte quelle voci liriche femminili sparate a duemila, con voce maschile "orchesca" accanto, due croci celtiche e un angelo di pietra vicino. Purtroppo non abbiamo scelto noi di essere Gothic, e te lo dico con massima umiltà, tanto che quando il cd arrivò in Germania per le recensioni con questa etichetta musicale, scatenò quasi un putiferio tra i vari recensori che in alcuni casi ci hanno addirittura insultato oppure paragonato ai Ricchi e Poveri o ad Umberto Tozzi, il che mi fa ridere anche ora. Soprattutto mi ha fatto pensare che molte volte prendo in giro la scena musicale Italiana non rendendomi conto che in germania sono selettivi peggio di noi. Ritornando alla domanda, secondo me siamo semplicemente un gruppo che cerca di fare musica malinconica e melodica con ovvie venature e ossature Metal, il che è innegabile. L’accezione Gotich l’ho sempre vista un po’ eccessiva, forse Dark…

Dario :: Per me gli Oblivio non sono Gothic ma capisco il motivo per cui tutti gli addetti ai lavori ci affibbiano questa etichetta. Il Gothic è stato qualcosa di grande nei primi anni 90 con dischi epocali come quelli dei Paradise Lost, My Dying Bride, Anathema ed ha raggiunto il suo massimo apice nel 1995. Diciamo che Brave Murder Day dei Katatonia è stato l’epitaffio di questo genere avendo chiuso i conti con quel tipo di esperienza musicale: è stato il più grande disco Gothic ma anche il primo disco in cui la definizione Gothic non calzava più.
Noi siamo figli di quel percorso musicale, è dal 1996 che si chiama Gothic qualcosa che non lo è perché ancora non si è trovata una definizione. Forse la scena romana riuscirà nell’impresa di coniare un nome, una etichetta…se ne sono scritte tante ma ancora nessuna è riuscita a guadagnarsi la fama sul campo.

A Roma negli ultimi tempi sono venute fuori ottime realtà come la vostra, i Klimt 1918, The Foreshadowing, The Sun Od Weakness e gli storici Novembre, tutte band diverse ma legate da un filo comune denominatore, crediate sia l’inizio per creare una scena solida?
Emiliano :: Credo sinceramente che una scena solida si sia già formata in quel di Roma, e tutto ebbe inizio quando quei due ragazzi siculi, trasferitosi a Roma, ebbero la brillante idea (che dio li benedica) di formare quel gruppo che diversi anni dopo cambiò il suo nome in Novembre. Tutti i gruppi che hai citato sopra, compresi noi, hanno avuto la possibilità di essere stati accuditi e svezzati da Giuseppe e company, poi l'amore per i Katatonia e la presenza della MyKingdomMusic è stato come un intrecciarsi di casualità che ha indirizzato tutti questi gruppi nella maniera più spontanea possibile a sviluppare il loro sound, dando vita appunto alla scena a cui ti riferisci.

Tornando a parlare di musica se ti dicessi che hai carta bianca per convincere i nostri lettori a comprare Dreams Are Distant Memories cosa diresti?
Mario :: Sinceramente consiglierei questo disco a chiunque abbia voglia di ascoltare musica melodica, malinconica e intima e al tempo stesso d’impatto, a chi voglia stendersi sul letto, accendere lo stereo, magari anche una sigaretta, e riflettere, su qualunque cosa la propria mente o immaginazione li porti. Forse questo disco lo vedo e lo sento proprio così, riflessivo.

Chi si è occupato della copertina? Trovo che quelle tinte sul rosso siano all’opposto della vostra musica, e forse è proprio per questo che ne viene fuori un binomio vincente.
Emiliano :: Di rosso sinceramente non ne vedo molto, ma fondamentalmente l'idea è stata quella di associare delle immagini in maniera simbolica a tutto quello che poteva rappresentare la nostra vita come band in quel momento. C'è l'insetto nero, silenzioso e notturno che rappresenta fedelmente gli Oblivio. Il feto, creatura nascente da una lampadina che, come un'idea geniale, rappresenta il disco, la nostra creatura che prende sempre più la sua forma finale.
La rosa rappresenta gli OuterSound Studios del nostro Giuseppe Orlando, Ed infine ci sono le famose bambole del libretto che nascono più che altro da una storiella buffa che ci fece ridere a suo tempo mentre Sealed With A Kiss era in fase di composizione, è da allora che decisi di incentrare tutto il libretto sulle bambole.

Ok siamo in conclusione, chiudi come vuoi e ancora grazie!
Mario: Ringrazio innanzitutto EUTK per lo spazio concesso e per la splendida recensione, è davvero un onore essere presenti in questo modo sul portale Metal più importante in Italia. E poi che dire, un ringraziamento a chi ci supporta, soprattutto sarei davvero contento se chiunque avesse ascoltato il disco volesse dare un opinione o un’ impressione diretta scrivendoci sulla mail info@oblivio.org. A chi non l’ha già fatto direi di visitare la pagina Myspace e il sito e magari seguire il consiglio scritto sopra. Ci rivedremo sicuramente, a presto!
Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 feb 2008 alle 20:04

Ottimo gruppo,l'album è molto malinconico...sconsigliato nei momenti di depressione...e come sempre ITALIANS DO IT BETTER!!!! W IL METAL ITALIANO!!!