Intervista Stormlord: Il Canada in fiamme!

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Gruppo:Stormlord
Da dove vogliamo iniziare? Il Dvd non è un appuntamento da poco, come si è arrivati a questa scelta di pubblicarne uno?
Francesco :: In realtà è un passo che non avevamo preventivato neanche noi. L’idea di fare il Dvd era nell’aria da qualche tempo, ma ci mancava il tempo per organizzare un prodotto degno di essere pubblicato. Poi la fortuna c’è venuta in aiuto. Prima di salire sul palco a Quebec City, la data d’esordio del tour Canadese, la produzione locale ci aveva avvisato dell’intenzione di riprendere qualche pezzo per usarlo a fini promozionali. Ovviamente li abbiamo lasciati fare, ci siamo completamente dimenticati delle telecamere presenti ed abbiamo dato il massimo senza alcuna tensione. Quando abbiamo avuto modo di visionare il materiale siamo rimasti a bocca aperta. Non solo ci avevano ripreso con cinque telecamere professionali, non solo la data era andata benissimo, ma anche sotto il versante audio c’erano pochissime correzioni da fare. Quindi ci siamo messi immediatamente in contatto con la Scarlet Records, la nostra etichetta, e le abbiamo chiesto se fosse interessata a finanziare il montaggio del prodotto. Nel frattempo siamo corsi agli Outer Studio Sound di Giuseppe Orlando (Novembre), per fare in modo che la traccia audio assumesse quella corposità che è richiesta da un Dvd ufficiale. Nel giro di qualche giorno abbiamo avuto un prodotto perfetto ed una doppia soddisfazione. Non abbiamo mai fatto mistero di ritenere le nostre performance live il vero asso nella manica degli Stormlord. Grazie a The Battle Of Quebec City, anche chi non ci ha mai visto potrà giudicare il nostro impatto una volta saliti sulle assi dello stage.

Ma veramente in Canada le Metal band Italiane sono così apprezzate?
Francesco :: In Canada hanno una mentalità molto aperta, non si fanno influenzare da schemi predefiniti. Se una band piace, i Canadesi mostrano il loro supporto, che suoni power, thrash o black metal. I Rhapsody sono una mezza istituzione da quelle parti, ed anche i Lacuna Coil sono in fase di crescita, visto il successo conseguito negli U.S.A. Dal canto nostro non ci aspettavamo di avere un responso così strabiliante in un paese tanto lontano dalla nostra ‘zona d’azione’. Mai sorpresa fu più gradita. Visto il successo di questo tour, abbiamo preso contatti e contiamo di ritornare all’indomani della pubblicazione del nuovo disco.

Gli Stormlord all’estero hanno sempre goduto di maggiore rispetto che in patria, vuoi vedere che oltre le alpi sono diventati esterofili, seconde te come mai?
Francesco :: Non so che risponderti. In Italia godiamo di un buon seguito e non ci lamentiamo, ma quando andiamo all’estero è tutta un’altra storia. Questo un po’ ci dispiace perché amiamo la nostra nazione ed i nostri fan Italiani. Certo, non siamo una band che fa molti live, ed in futuro cercheremo di rimediare a questa carenza, ma d’altronde suoniamo molto meno all’estero, eppure da quelle parti godiamo di una popolarità maggiore. Probabilmente la nostra musica è più adatta al mercato d’oltralpe, anche se credo che il nuovo materiale possa interessare molto anche i conterranei. Comunque non è che ci perda il sonno, e già con The Gorgon Cult le cose sono cambiate per quanto riguarda l’Italia.

Tornando a parlare del Dvd vorrei parlare della nuova Dimension: Hate, mi ricorda da vicino gli Slayer dei tempi d’oro nel riffing, un tributo oppure una scelta decisa a tavolino? Comunque ottima, veramente incalzante.
Francesco :: Nessun tributo, anche se la cover di Raining Blood la dice lunga sull’affetto che ci lega alla band da te citata. Volevo semplicemente scrivere un pezzo diretto e l’ho fatto, il resto del nuovo materiale suona molto diverso da Dimension: Hate. In realtà la versione presente sul Dvd era ancora uno ‘work in progress’, solo che dopo anni passati a suonare il solito materiale sentivamo il desiderio di cimentarci con qualcosa di nuovo. Sono contento che ti sia piaciuta, spero che anche il resto dei brani sappiano convincerti.

Sono passati tre anni buoni dal precedente The Gorgon Cult, credo si possano tirare le somme, soddisfatti? Sino ad ora lo reputo il vostro miglior disco, ma come lo hanno recepito pubblico e critica più in generale?
Francesco :: The Gorgon Cult è stato il nostro miglior disco. In verità ritengo che ogni disco che pubblichiamo rappresenti il climax degli Stormlord sino a quel momento, in caso contrario vorrebbe dire che non siamo convinti della musica che stiamo componendo, e quindi non avrebbe senso continuare la nostra carriera. Rispetto ai primi due dischi, che ancora apprezzo molto, The Gorgon Cult è più completo e maturo, la produzione è la nostra migliore di sempre e soprattutto segna la fine di un’epoca. Dopo quel disco molte cose sono cambiate, a partire dall’abbandono del tastierista Simone Scazzocchio, che attualmente frequenta la Berkley University di Boston, praticamente il miglior istituto di musica esistente sul pianeta. Il rapporto che intercorre fra gli Stormlord è sempre stato di amicizia oltre che di affinità musicale. Una volta rotto l’equilibrio, non è stato facile andare avanti. Per qualche tempo abbiamo provato degli ottimi tastieristi quali Luca Bellanova e Maurizio Pariotti (ex Dgm e presente sul Dvd), ma poi abbiamo capito che per non snaturare il sound Stormlord dovevamo rimanere in cinque. Ah, già, non l’ho ancora detto a nessuno, se vuoi consideralo come uno scoop, hehehe. Questo non vuol dire che le nostre prossime composizioni non avranno tastiere. Al contrario, abbiamo lavorato molto sulle atmosfere, e la composizione delle parti tastieristiche è stata affidata al chitarrista Gianpaolo Caprino. Insieme a Simone, Gianpaolo è l’artista più straordinario e creativo con cui abbia mai avuto il piacere di lavorare. Ed ha anche un grande coraggio, non è da tutti raccogliere il testimone di un musicista da conservatorio come Simone. Ne abbiamo parlato e lui si è sentito di mettersi in gioco, già per questo ha tutto il mio rispetto. Il suo stile è molto diverso da quello di Simone Scazzocchio. Lui è cresciuto con le nostre stesse influenze: Summoning, Falkenbach, Bathory e via dicendo, e soprattutto ha la capacità di perseguire una visione musicale senza rinchiudersi dentro sterili parametri teorici. Il risultato saprà sorprendervi. Tornando a The Gorgon Cult, è sicuramente stato il nostro disco più apprezzato da pubblico e critica, sia nazionale che estera. Ci ha permesso di partecipare a ben due Gods Of Metal e di suonare anche al di là dell’oceano. Non potrei essere più soddisfatto, ma detesto vivere nel passato. Adesso è tempo per nuova musica.

E per il prossimo… cosa bisogna aspettarsi? Vi ho visto in concerto recentemente a Roma e ci avete dato modo di assaggiarne molti estratti, ma lascio a te i dettagli ovviamente.
Francesco :: Oramai iniziamo a vedere la luce alla fine del tunnel. Il 7 Gennaio dell’anno prossimo entreremo in studio per dare alla luce il nostro quarto album. Mai come in questo caso ci siamo sbattuti tutti per superare il precedente lavoro. Lasciami dire che si tratterà di un prodotto meno immediato e più epico di The Gorgon Cult. Forse non lascerà sconvolti coloro i quali ascoltano solo i primi secondi di un brano, ma saprà farsi strada nel cuore di chi gli donerà un ascolto più profondo. Le atmosfere sono più solenni e personali degli ultimi due album. E’ come se avessimo ripreso il concept sonoro dietro il nostro debutto Supreme Art Of War, e lo avessimo rielaborato con i mezzi che ora possediamo, e che sono incomparabili rispetto al passato. Saranno molte le novità. Negli ultimi anni ho viaggiato molto in Asia, ed ho cercato di introdurre delle componenti di quelle culture, ma il marchio principale sarà Mediterraneo, come il mare che bagna la terra dove viviamo. A questo mare abbiamo dedicato anche quella che reputiamo la nostra composizione migliore di sempre, Mare Nostrum, che hai avuto modo di ascoltare al concerto tenutosi a Roma.

Siete un gruppo ormai affermato e in continua crescita (il Dvd mi sembra una tappa decisiva) ma come mai da anni non si riesce a vedervi on stage con un tour promozionale vero e proprio? Eppure in passato l’Europa l’avete girata senza problemi.
Francesco :: Perché in passato non c’era internet a devastare gli investimenti delle case discografiche. Con la certezza delle vendite che il mercato assicurava prima del 2000 le etichette si sentivano di finanziare tour promozionali, pubblicità sui giornali esteri e tutte le mosse del caso. Ora che le vendite sono globalmente scese, diventa difficile persino riuscire a rientrare delle spese dello studio di registrazione. D’altronde le label non sono un ente benefico, investono dei soldi su un prodotto e si aspettano di ricavarne un profitto, se questo profitto non arriva nella misura sperata, sono costrette ad operare dei tagli sulla promozione, tour in primis. Questa situazione colpisce soprattutto le etichette piccole, che hanno sofferto di più del calo di vendite. Se un disco degli In Flames vende 10.000 copie in meno su centinaia di migliaia distribuite nei negozi, la Nuclear Blast non è certo contenta, ma può comunque contare su un eccellente ritorno economico. Se un Cd della Scarlet vede le vendite calare di 5.000 unità su un totale di 10.000, per fare un esempio, ogni velleità promozionale viene stroncata sul nascere. Comunque sull’argomento tour torneremo in futuro, e spero con buon notizie. Come ben sai, noi siamo una band più da live che da studio, ed è un peccato non riuscire a suonare quanto vorremmo.

Il prossimo disco se non sbaglio sarà l’ultimo con la Scarlet Records, dopo anni di collaborazione il bilancio è positivo per voi?
Francesco :: Il bilancio è più che positivo. La Scarlet non è certo un mostro sacro nel panorama internazionale, ma per noi ha dato il 110% ed è questo che conta. Al rapporto professionale hanno sempre affiancato un calore umano che vale più di mille parole.

Prima di andare in conclusione vorrei farti altre domande sul nuovo Dvd, chi si è occupato dell’artwork molto affascinante tra l’altro, ho saputo di un concorso vero e proprio in cui hanno partecipato i vostri fans, come si è svolto?
Francesco :: Abbiamo bandito un concorso sul sito, volevamo che in fans partecipassero in modo attivo ad un nostro prodotto. Il Concorso è stato vinto da Simone Loi, un ragazzo sardo che ci ha stupito inviandoci l’artwork che ora vedi campeggiare sulla copertina del Cd. E’ stata una bella interazione fra musicista ed ascoltatore, siamo contenti che Simone abbia avuto un palcoscenico per mostrare la sua arte.

Credi sia solo il primo?
Francesco :: Il primo concorso intendi? No, per il prossimo disco chiederemo ai fans di scriverci direttamente le canzoni, così non dovranno aspettare quattro anni per avere del nuovo materiale. Heheheh.

Ok, concludi come vuoi e grazie per la disponibilità.
Francesco :: Grazie a te per lo spazio concessoci. Ok ragazzi, c’è voluto molto ma vi assicuro che ne varrà la pena. Nella prima metà dell’anno prossimo torneremo col nostro quarto disco, quindi cercheremo di suonare ovunque sia possibile. Vi chiedo solo il favore di dedicare qualche minuto all’ascolto del materiale che vi presenteremo. So bene che nell’epoca di internet ad ogni gruppo è concesso solo qualche secondo d’attenzione, ma questa usanza, a lungo andare, ucciderà la musica e l’arte in generale, consegnando lo scettro solo a quei gruppi decisi a pubblicare singoli ‘catchy’, facili da assimilare. Le grandi band del passato, dai Pink Floyd agli Enslaved, ci hanno insegnato che la musica può anche essere uno splendido viaggio dell’anima. Spero che sarete felici di salire a bordo del nostro vascello, sapremo traghettarvi attraverso paesaggi interessanti, ve lo prometto. Nel frattempo restate aggiornati seguendo Stormlord e il nostro Myspace, presto avrete notizie degli Stormlord, e al nostro segnale… scatenate l’inferno!
Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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