ODYSSEA: Pier Gonella (chitarra)

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Gruppo:Odyssea

Eppoi dicono che i musicisti italiani non hanno vera passione "metallica" e spirito di sacrificio. Pier Gonella, il chitarrista che l'anno scorso ha sostituito Olaf Thorsen nei Labyrinth, è attualmente al lavoro sul prossimo album dei Labyrinth, ma allo stesso tempo è anche impegnato a promuovere "Tears In Floods", l'esordio degli Odyssea, album sul quale ha continuato a lavorare per anni, sino a vederlo realizzato grazie alla Scarlet. Un percorso travagliato e che ora con i nuovi impegni, purtroppo rischia di passare in secondo piano.
Ma andiamo con ordine...

Da dove è nata la volontà di formare gli Odyssea?
Odyssea è nato nel lontano 1999. Avevo scritto molti pezzi con l'intenzione di formare una band. Bussai a tante porte tra case discografiche, musicisti, studi di registrazione etc... Iniziò un lungo calvario che si concluse attorno al 2000, quando incontrai Carlo Faraci, l'attuale cantante.Con lui ci fu piena intesa sotto ogni aspetto, e decidemmo di produrre l'intero master del disco. Successivamente entrarono a far parte degli Odyssea il batterista Chris Parisi e, a registrazioni terminate, il bassista Oscar Morchio. Durante il mixaggio dell'album venne fuori l'audizione per i Labyrinth e il successivo ingresso nella band.

E' corretto perciò vedere agli Odyssea come ad una band con una propria fisionomia, e non solo come ad un side project del chitarrista dei Labyrinth? Anche perché gli Odyssea sono nati molto prima del tuo ingresso nei Labyrinth, vero?
Gli Odyssea sono nati molto prima, ma dopo il mio ingresso nei Labyrinth sono diventati un side project. Nei Labyrinth mi sono trovato in una famiglia dove c'è piena intesa e rispetto sotto il profilo musicale ed umano. Abbiamo appena terminato un tour in Giappone, Taiwan e Cina, e abbiamo scritto assieme il materiale del nuovo disco (che uscirà con l'anno nuovo) con una tale serenità che non mi sembrava vero. Odyssea è stato un cammino travagliato fin dall'inizio per la difficoltà di trovare i musicisti giusti, per cui in realtà la band vera e propria è nata da poco.Non c'entra il fatto che i Labyrinth siano una band famosa ed affermata e Odyssea un debutto. Comunque anche in Odyssea ho a che fare con delle ottime persone, per cui organizzeremo il progetto con calma e dedicandogli tutto il tempo necessario.

Credi che questo aspetto, far parte di uno dei gruppi più importanti per la scena metal italiana, sia d'aiuto o possa in qualche modo finire con il penalizzare "Tears In Floods"?
Non posso negare che mi è stato d'aiuto nella presentazione del disco al globo. Poi ha portato molti recensori a paragonare subito Odyssea con Labyrinth quando in realtà la maggior parte di "Tears in Floods" è stata scritta molto tempo prima del mio ingresso nella band, però in fondo è giusto, se sono entrato nei Labyrinth avrò ben qualcosa in comune con loro.

Quali sono stati i chitarristi che ti hanno ispirato nei tuoi primi passi? Ed invece a livello di gruppi?
Nei miei primi passi ricordo Scorpions e Deep Purple. Poi sono passato a Satriani e Malmsteen, da quest'ultimo sono sicuramente stato molto influenzato per quanto riguarda le composizioni. E' stato il primo a fondere musica classica e rock assieme in maniera straordinaria, buona parte del power che è venuto fuori in questi anni secondo me deriva da lui.

Cosa ti ha di più influenzato per la tua crescita di musicista/compositore?
Da una parte l'aver capito che il grande successo dei chitarristi più famosi non è dovuto alla loro velocità e tecnica, come spesso si ritiene superficialmente, ma al gusto e alle loro composizioni. Da allora cerco di guardare tutto in profondità, se ascolto un disco cerco di capire come i musicisti siano riusciti a trovare quelle melodie,quei suoni etc. dall'altra l'essermi sempre avvicinato alla musica e ai musicisti con umiltà, con la convinzione che tutti hanno qualcosa da insegnarti. Chi invece va in giro vantandosi dei propri dischi o del proprio curriculum è già un fallito in partenza.

Sembra che tu abbia un background ben ancorato nel Metal ed Hard Rock, è invece Carlo Faraci ad avere altri trascorsi, o sbaglio? Ed il resto del gruppo?
Si Carlo è stato musicista professionista per vari anni in ambito di musica leggera italiana. Invece Chris Parisi (drums) e Oscar Morchio (bass) hanno un background musicale molto più "cattivo", suonano insieme nel gruppo thrash Zorn e sono quindi legati anche a generi musicali più estremi.

"Tears In Floods" propone, nonostante un approccio discretamente personale, direi grazie alla resa delle tastiere, un power tutto sommato tradizionale. Non corre il rischio di "confondersi" tra le centinaia di uscite che appartengono al genere?
Le tastiere le ho suonate io. Non per egocentrismo in quanto le parti non sono tecnicamente complesse, ma solo perché volevo gestire in modo assolutamente personale gli arrangiamenti ed evitare l'eccesso di tastiere. Dal vivo ci serviremo di un tastierista live. Le tastiere sono sicuramente l'elemento più originale delle canzoni. Molti recensori hanno considerato il disco come un avvicinamento del metal alla musica techno, ma in realtà non mi interessa fare nulla di tutto questo, ho solo cercato dei suoni originali, moderni, che dessero un'impronta più futuristica al disco.

Nella mia copia non sono presenti i testi, quindi volevo sapere se sono collegati ad un qualche concept, anche perché la copertina del disco ed i titoli dei brani mi fanno pensare ad una ambientazione tra il fantasy e lo storico.
Non si tratta di un concept, anche se è vero che molti testi vertono sugli stessi argomenti. La title track, "Tears in floods Pt2" parla dell'uomo che, per raggiungere il potere, il successo o qualunque altro suo scopo, si mette contro altri uomini e finisce per autoannientarsi. E' anche il tema della copertina, il cui nome originale è Remnants of power. I giganti di pietra in mezzo al mare rappresentano appunto l'uomo che si ritrova distrutto e svuotato di ogni valore. Nella ballad "Try again" invece ho cercato di esprimere la fatica e la sofferenza di un musicista o di una band che fa di tutto per affermare la propria musica.Infine in "Falling star" cerco di raccontare la storia di un uomo che si interroga sul significato dell'esistenza e, vedendo una stella cadente, si accende in lui una speranza. Insomma sono più che altro mie piccole riflessioni che non hanno a che fare col fantasy o con lo storico.

Non credi che sebbene la scena sia ancora favorevole al Power Metal, questo possa essere divenuto un trend ed esaurirsi all'improvviso?
Sicuramente è un genere molto inflazionato. A mio parere ci si è buttati tutti dentro senza far caso se i dischi che venivano fuori erano belli o brutti, prodotti bene o male etc. Sono convinto che il power abbia ancora tante cose da dire, ci vogliono i dischi giusti e ciò sicuramente non è facile.

Su "Fly" e su "Angels Cries" troviamo alla voce due ospiti, rispettivamente Rob Tiranti e Wild Steel. Come si sono sviluppate queste collaborazioni?
Conobbi Roberto Tiranti un sacco di anni fa proprio tramite i primi demo di Odyssea. Carlo Opisso della "Città della musica" di Genova mi organizzò un'audizione con lui, che ascoltò i pezzi e li apprezzò molto. Così quando anni dopo, raggiunsi l'accordo con Scarlet mi cantò appunto il primo pezzo, "Fly". Roberto è un grande amico che ha sempre apprezzato tutto l'impegno che dedico alla musica: è stato il primo a fare il mio nome quando venne fuori il discorso "nuovo chitarrista" in casa Labyrinth.. Stesso discorso vale per l'altro cantante ospite, Wild Steel, degli Shadows of Steel. E' innanzitutto un grande amico, che conobbi sempre grazie ai primi demo, e subito mi propose di registrare le chitarre e il basso del suo disco solista "Wild Steel".

Non è strano che il primo brano del Cd sia quello cantato da Rob?
Il fatto è che volevamo "Fly" come primo pezzo del disco, Roberto si è trovato bene a cantare proprio quello e non abbiamo voluto rinunciare a nessuna delle due cose. Le malelingue ci saranno sempre, ma sono convinto che quando sentiranno la voce di Carlo Faraci non si lamenterà proprio nessuno, inoltre se sapessero quanti anni ho faticato per portare alla luce "Tears in floods" non aprirebbero bocca. La collaborazione di Roberto, come quella con Wild Steel, è nata in seguito ad amicizia e reciproca stima; si dovrebbe sempre lavorare in questo modo.

La vostra scelta di permettere liberamente il download proprio di "Fly" dalla vostra homepage, lascia supporre che apprezziate i servizi della rete...
Secondo me a livello di principio lo scambio di musica attraverso internet è una cosa positiva, e quindi lasciare libero il download di un brano è giusto per dare a tutti un'idea del contenuto del disco, tuttavia allo stato attuale è diventato un'anarchia. A mio parere ciò è dovuto in parte alla facilità, anche in senso economico, con cui ci si compra quanto serve a scaricare, masterizzare etc. Ci vorrebbe più controllo su tutti i fronti, ed è inutile il "braccio di ferro". Le limitazioni legali all'abuso informatico devono essere accompagnate da incentivi che convincano le persone a comprare i dischi. Sai a parole è facile.

Credi che il Web abbia già creato, e magari apporterà ulteriori e radicali mutamenti nel mondo della musica?... e sul piano sociale?
A mio parere lo vedo come un'arma a doppio taglio. Da una parte ha creato dei vantaggi enormi come mezzo di comunicazione e di pubblicità. Con una semplice e-mail puoi diffondere una notizia a tutto il mondo in pochi secondi. Dall'altra c'è ancora troppa libertà e troppo poche possibilità di controllo degli abusi.

Come vedi invece il futuro dell'Hard Rock e L'Heavy Metal?
Allo stesso mode di quello del Power. Ci vogliono i dischi giusti. Oggi come oggi il mercato discografico non perdona e non basta fare un disco Hard-Rock per far riemergere il genere.

E' un po' che non la faccio, riecco quindi la domanda "assurda": se tu avessi la disavventura di Tom Hanks nel film "Cast Away", quale album vorresti avere con te su di un isola deserta? Ah... e quale lasceresti agli squali?
Ma... non è per nulla semplice decidere, non me la sento di gettare nessun cd agli squali, anche se sono molto scettico su tante produzioni pop americane, boh sicuramente farei attenzione a conservare "Operation: Mindcrime" dei Queensriche.

Questa ultima domanda è a tua completa disposizione... fanne buon uso!
Grazie mille a te e a tutto lo staff di eutk per lo spazio che ci avete dedicato. Invito tutti i lettori di eutk a visitare i siti www.labyrinthmusic.it e www.piergonella.com per gli aggiornamenti live, e faccio un saluto ai Labyrinth & Fabrizio Giruzzi, ai soci Scarlet, ai Progresiva e agli Odyssea. A presto!

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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