Shadow Gallery (Gary Wehrkamp, guitars/keyboards)

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Tredici anni di carriera, cinque album alle spalle e nessun concerto dal vivo: gli Shadow Gallery sono uno dei misteri più inspiegabili partoriti dal music business! I cinque musicisti americani confermano con “Room V” di possedere una marcia in più di tutte le altre prog metal band della scena, e nelle parole del chitarrista – tastierista Gary Wehrkamp possiamo scoprire alcuni interessanti dettagli relativi all'ultimo album del gruppo.

Gary, per quale ragione è passato tutto questo tempo tra l'uscita di “Legacy” e quella di “Room V”?

Di solito dopo ogni disco decidiamo di aggiornare la nostra strumentazione e di prepararci adeguatamente per il disco successivo, in modo che possa essere migliore dal punto di vista del sound. Purtroppo ogni volta abbiamo a disposizione budget e mezzi estremamente limitati, quindi dobbiamo organizzarci nel miglior modo possibile. E questo è l'ostacolo principale con cui dobbiamo confrontarci ogni volta. In questa occasione però c'era anche bisogno di decidere da quale etichetta volevamo essere distribuiti. Il nostro contratto con la Magna Carta era terminato, e abbiamo passato un po' di tempo a guardarci intorno, considerando tutte le possibili opzioni. Questo ci ha portato via più tempo di quanto avessimo programmato. Alla fine abbiamo trovato un accordo con la InsideOut e abbiamo iniziato a registrare alcuni demo per il nuovo album. Dopo circa sei mesi ci siamo resi conto che il concept stava crescendo notevolmente, più di quanto avessimo deciso inizialmente: in origine avevamo in mente di dedicare soltanto tre canzoni del nuovo disco al concept, ma poi abbiamo cambiato idea e ci siamo concentrati maggiormente sulle canzoni che potevano diventare parte del concept, aggiungendo le parti necessarie.

Mi ha fatto molto piacere che la storia di “Tyranny” abbia avuto un seguito. Quando avete preso questa decisione, e cosa vi ha spinto a farlo?

Vedi, dentro di noi sapevamo che questa storia aveva un capitolo che non era stato ancora raccontato. Avevamo lasciato le cose in sospeso, cercando di far capire agli ascoltatori che i due protagonisti della vicenda si sarebbero infine incontrati di persona, nel giorno di Natale, ma in realtà non avevamo mai dato una conferma a questa ipotesi. Volevamo dare almeno una risposta a questo interrogativo, e soprattutto un seguito alla storia. In realtà avevamo in mente di continuarla già dall'inizio, ma è certamente cresciuta in maniera notevole quando Carl (Cadden James, bassista e autore del concept NdLen) è stato ispirato da diversi argomenti. Questo è avvenuto negli ultimi due anni.

Saresti così gentile da parlarci un po' di questi nuovi eventi?

Non sarà facile, ma ci proverò comunque! L'uomo e la donna protagonisti della storia si incontrano finalmente nel giorno di Natale, in una piccola casupola in Alaska. Il loro obiettivo è iniziare una vita normale, lontano dalle pazzie in cui erano stati coinvolti fino a quel momento: avevano vissuto entrambi un anno assolutamente incredibile. In realtà c'è un certo parallelismo tra le situazioni che hanno vissuto, ma non sanno molto l'uno dell'altra, e adesso hanno la possibilità di scoprirlo. Ma ad un certo punto i due si innamorano e decidono di restare in Alaska, lasciandosi le loro vite precedenti alle spalle, ricominciando tutto da capo. Ma sfortunatamente le cose non sono destinate ad andare così. L'uomo non sa molto del passato della donna, ma leggendo il suo diario scopre che lei ha lavorato come bio-ingegnere (come si evince dal testo di “The Andromeda Strain”) per un'importante azienda farmaceutica internazionale. Lei stava lavorando su un progetto molto specifico, un siero in grado di combattere una variante genetica del vaiolo. E aveva usato il suo rarissimo gruppo sanguigno per aiutare l'esperimento, perchè inizialmente i risultati non erano stati positivi. Pian piano però ha cominciato ad avere successo, e ha coperto accidentalmente che la compagnia per la quale lavorava era in realtà coinvolta in un progetto molto più importante, che consisteva nello sviluppare questo siero e di contagiare tutta la popolazione mondiale con la variante genetica del vaiolo, ed in questo modo essendo loro gli unici in grado di combatterlo, avrebbero ottenuto notevoli profitti. Non appena scoperto questo piano la protagonista si era infuriata e aveva deciso di trovare un modo per portare la formula del siero fuori dai laboratori. Era un'impresa estremamente ardua, perchè erano sorvegliati in maniera maniacale, e così aveva deciso di iniettare porzioni del DNA del siero nel suo stesso sangue. In realtà aveva iniziato a corteggiare il protagonista maschile della storia perchè anche lui aveva questo rarissimo gruppo sanguigno, ed il suo scopo era, una volta lasciata la compagnia, avere un figlio con questa persona, in modo che le informazioni contenute nel suo sangue potessero esistere anche in quello del figlio. Purtroppo il siero era altamente sperimentale, e dopo essersi innamorata di quest'uomo ed essere rimasta incinta, inizia a indebolirsi notevolmente. E dopo aver dato alla luce questa bambina, la protagonista muore (il duo “Birth of a Daughter” - “Death of a Mother”). Questo evento distrugge letteralmente l'uomo, anche se questo poveraccio si è ormai abituato a vivere tragedie di questo tipo, negli ultimi due anni della sua vita (ride). Ma trova la forza per fare le valigie e spostarsi più a Sud con sua figlia, ed inizia a preoccuparsi un po' di tutto quello che riguarda sua figlia, perchè fino a quel momento non sapeva nulla della vicenda. Si rende comunque conto di non poter restare nel luogo in cui aveva vissuto fino a quel momento, e così i due vanno a vivere nella parte meridionale dell'Alaska. E per qualche anno vivono felici. Ma all'età di sette anni la bambina viene rapita, perchè le informazioni contenute nel suo sangue sono importantissime e alla fine riescono a scoprire dove vive. E questo è quello che accade nel terzo atto. Nel quarto atto il protagonista viene contattato da questo misterioso personaggio, “The Archer of Ben-Salem”, un ex-militare statunitense che ha lasciato il suo rango per entrare a far parte di un commando più piccolo, che ha appunto l'obiettivo di contrastare l'operato di questa grossa multinazionale farmaceutica. Questo personaggio cerca di coinvolgere il protagonista perchè sa che è a conoscenza di molti fatti e possiede ancora tutti gli appunti e i diari della moglie. Inoltre quest'uomo è anche molto abile nella crittografia, essendo estremamente intelligente ed esperto in quel campo, e così gli viene chiesto di aiutare questo commando. Gli viene chiesto di svolgere questo lavoro nella massima segretezza e di trovare un modo per far circolare queste informazioni in modo crittografato, in modo che il siero e le relative informazioni siano a disposizione di tutte le persone. Il protagonista accetta, ed in cambio gli viene promesso l'aiuto necessario a ritrovare sua figlia. E questo diventa il nuovo scopo della sua esistenza, perchè con sua moglie morta e sua figlia scomparsa non gli resta molto altro per cui vivere! Riesce nel suo intento, trovando il modo di nascondere i dati all'interno dei due nostri dischi, “Tyranny” e “Room V”. In questo modo ha trovato una maniera per diffondere queste informazioni segretamente in tutto il mondo, attraverso la nostra musica, specialmente agli studenti universitari, che sono tra i maggiori appassionati del nostro genere musicale. E così se mai la multinazionale dovesse cercare di mettere in atto il suo piano, le informazioni sarebbero a disposizione di tutti, e potremmo difenderci. E così il protagonista ha fatto un grande favore all'umanità! Raccontato in questo modo sembra un po' stupido (Dici? :D NdLen), ma è reso molto meglio nei testi delle canzoni! (ride) Gli Shadow Gallery e la InsideOut fanno parte di questo progetto!

Avete mai pensato di usare questa storia per un film?

In realtà sì, ma abbiamo preferito concentrarci su impegni più immediati (ride). Dovevamo dare priorità al disco, e ora staremo a vedere cosa succede, anche se non c'è niente di preciso in programma... solo qualche discorso e la bozza di una sceneggiatura.

Credi che i drammatici eventi degli ultimi anni abbiano influenzato in qualche modo la stesura di questo concept?

Da un certo punto di vista credo proprio di sì. La nostra intenzione non è comunque quella di affermare un messaggio politico, credo che sia più un tipo di pensiero orientato al nuovo ordine delle cose. Personalmente non credo di avere molte cose da dire su questo argomento e non voglio farlo, e non so quale sia l'opinione di Carl in merito, ma di sicuro non ha eccessiva importanza nel disco.

Parliamo dell'artwork del disco. Si rifa sicuramente a quello di “Tyranny”, ma perchè sono presenti due serpenti ora?

E' un'ottima domanda. Innanzitutto questa è la seconda parte di “Tyranny”, e per questo volevamo due serpenti invece di uno. Sulla copertina di “Tyranny” era presente una spada, che rappresentava la guerra e l'egoismo, che combinata col serpente formava il simbolo del dollaro, che è la radice di ogni male. Ora con due serpenti c'è sempre il simbolo del dollaro, ma formano anche un simbolo chimico, che nella sua parte inferiore ricorda molto la catena del DNA, uno degli elementi chiave della vicenda. Poi ci sono le ali a rappresentare la libertà, c'è la V di “Room V”, le cui fiamme ricordano molto la cover di “Tyranny”.

Gary, come pensi che sia cambiato il vostro sound, se confrontiamo “Room V” con “Legacy”?

Siamo un po' tornati al sound di “Tyranny” dopo “Legacy”, soltanto perchè il nostro stato mentale era diverso. Con “Legacy” avevamo due obiettivi chiari: avere un sound un po' più graffiante, ma allo stesso tempo tornare alle nostre radici Progressive Rock. Ed inoltre volevamo registrare il disco in breve tempo. Invece con “Room V” ci siamo presi più tempo, come avevamo fatto per “Tyranny”. Sotto molti punti di vista abbiamo cercato di fare in parallelo quanto avevamo fatto per quel disco, ovviamente con materiale nuove ed idee fresche. Ciò nonostante credo che siamo riusciti a trovare gli equilibri giusti, invece di comporre il pezzo “metal”, il pezzo “folk”, etc. Siamo stati più aperti, anche grazie alla presenza di un concept, e abbiamo messo in ogni composizione numerose idee. Probabilmente è anche più maturo, dal punto di vista degli arrangiamenti. Alla fine è solo un nuovo disco degli Shadow Gallery, e credo che rifletta in maniera adeguata la nostra crescita in quanto musicisti.

Alcune voci dicono che l'apporto di Chris su questo disco sia stato estremamente limitato, che ci siano stati alcuni problemi. Sono fondate?

Non credo che sia giusto definirli “problemi”, anche se la prima parte di quello che hai detto è vera: il suo contributo è stato modesto, ma per una sua scelta. Chris è stato piuttosto coinvolto e disponibile nelle fasi iniziali del songwriting di questo album. Il suo ruolo è come sempre molto importante, specialmente nel trovare le giuste sonorità di tastiera per pezzi come “The Archer of Ben-Salem”. Si sente moltissimo la sua mano in quelle parti, probabilmente io avrei fatto un lavoro diverso. Ma quando abbiamo iniziato le registrazioni Chris non era presente, perchè voleva sottrarsi alla... “agonia” delle registrazioni. (ride) Ogni volta che entriamo nel mio studio per registrare, è molto impegnativo. Passiamo ore ed ore a trovare i suoni giusti e a combinarli, a scegliere l'accordatura delle chitarre, la configurazione dei computer... è davvero un lavoro massacrante. Chris aveva preso parte alle registrazioni di “Legacy”, e benchè il nostro obiettivo fosse quello di fare le cose nella maniera più semplice e veloce, abbiamo passato cinque settimane solo ad aggiornare le nostre tastiere e a trovare il sound giusto. Credo che volesse semplicemente evitare tutta questa fatica, che volesse soltanto sedersi e suonare. Purtroppo per gli Shadow Gallery non è mai così semplice, e non lo biasimo di certo, perchè al solo pensiero di tutto quel lavoro mi viene il mal di testa! E così ci ha detto “No, buona fortuna, non vedo l'ora di sentire il disco finito” e non abbiamo potuto fare altro che riderci sopra. Mi ha lasciato il compito di suonare le sue parti di tastiera, oltre ovviamentealle mie.

Quindi può essere ancora considerato un membro degli Shadow Gallery?

Non ti saprei davvero rispondere. Credo di sì, è semplicemente un componente del gruppo che in questo momento non è molto attivo. Penso che in futuro dovremmo affrontare la questione più seriamente e chiedergli se è ancora interessato a dare il suo contributo. E se rispondesse negativamente, potremmo soltanto lasciarci come amici e tenerlo informato sulla nostra attività.

Credi che la sua assenza abbia determinato il sound di “Room V”?

Non credo. Già all'epoca di “Legacy” Chris era poco coinvolto nelle registrazioni, e aveva suonato soltanto pochissime parti, mi aveva semplicemente aiutato con alcune mie parti. Credo che si possa dire che l'85% delle parti di tastiera di quel disco sono suonate da me. Quindi non è cambiato molto, non credo abbia avuto una grande influenza sul sound del nuovo disco. Anche se, specialmente questa volta, ho cercato di usare quanti più suoni diversi fosse possibile per le tastiere, per cercare di dare più versatilità alle composizioni. E' l'unica differenza che mi viene in mente.

Molti associano il termine Progressive alla sperimentazione musicale. Ma molte band sono definite Progressive anche se suonano costantemente nello stesso modo, anno dopo anno. Credi che gli Shadow Gallery facciano parte di questa categoria, o credi che la sperimentazione sonora sia uno degli obiettivi della band?

No, credo che abbiamo avuto la possibilità di sperimentare un po' e di provare alcune soluzioni interessanti. Sai, in alcuni casi ti viene naturale suonare in un certo modo, perchè è il tuo sound. Quando mi siedo a comporre non penso costantemente “Ok, ora devo scrivere qualcosa di assolutamente nuovo”. Di solito compongo quando mi sento ispirato, ma le canzoni si scrivono praticamente da sole, riflettono molto la mia personalità. D'altra parte ci sono sempre influenze musicali nuove, e queste tendono a saltare fuori qua e là. Credo che siamo abbastanza progressive quando incorporiamo nel nostro sound alcune nuove idee, ma non siamo eccessivamente progressive, perchè non cerchiamo di certo di scrivere musica assolutamente inedita. Siamo felicissimi del sound della band, e non sentiamo la necessità di esasperare in maniera drastica questo aspetto musicale.

Con questo disco entrate a far parte del roster della InsideOut. Quando è terminato il contratto con la Magna Carta, avete cercato di rinnovare l'accordo o siete stati costretti a cambiare etichetta?

Eravamo interessati a restare con la Magna Carta. E perchè volevamo essere corretti nei loro confronti, avevamo deciso di non discutere con nessun'altra etichetta prima che si rendesse necessario. Immediatamente dopo l'uscita di “Tyranny” abbiamo ricevuto le offerte di molte etichette, ma ad ognuna rispondevamo che in quel momento eravamo sotto contratto con la Magna Carta e non avevamo alcuna intenzione di venir meno al contratto o di cambiare qualsiasi cosa, ma che al momento appropriato saremmo stati disponibili a trattare. Una volta terminato l'accordo abbiamo lasciato alla Magna Carta la possibilità di fare la prima offerta, ma purtroppo la loro offerta non era in linea con quanto avevamo in mente e non eravamo disposti ad accettare compromessi. E questo ha alimentato il nostro desiderio di esplorare ogni alternativa disponibile: alcune offerte erano buone, altre no, ma quella della InsideOut è stata sicuramente la migliore. Non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto da quello umano. Ho avuto una splendida sensazione quando ho parlato coi ragazzi della InsideOut per la prima volta, perchè sono davvero appassionati di questo genere musicale, ci seguono con attenzione dai nostri esordi. Non sembravano interessati a guadagnare vendendo i nostri dischi, piuttosto sembravano orgogliosi di averci nella loro etichetta. E per questo meritano il nostro rispetto, così come noi abbiamo il loro.

E di sicuro è l'etichetta migliore per il vostro genere.

Penso di sì! Veramente non sono un grande esperto, ma quando ci siamo interessati alle varie label che ci proponevano un contratto, mi sono reso conto di quanto sia cresciuta la InsideOut negli ultimi sei anni. Tre anni fa, quando abbiamo iniziato a discutere di questo contratto, erano decisamente meno grandi di quanto sono adesso. Ma già all'epoca, constatando la velocità alla quale stavano crescendo, avevo previsto che entro il 2006/2007 sarebbero diventati la label più grande in campo Metal. E sono sempre più convinto di questa previsione.

Ok Gary, questa è una domanda immancabile e sarà anche l'ultima... quando inizierete a suonare live con gli Shadow Gallery?

(risata fragorosa) Questa domanda mi è nuova! (ride ancora) Ohhh vediamo se trovo una maniera nuova per spiegarlo. (ride di nuovo) Di sicuro non ti so dire QUANDO inizieremo a suonare dal vivo. Ma ti posso dire che la probabilità che avvenga è di sicuro più alta adesso di quanto fosse in passato. Ma non ti sto facendo nessuna promessa. Certamente ci piacerebbe molto, ma dobbiamo confrontarci con i nostri impegni personali, che sono davvero molti, come i nostri lavori e le nostre vite private. Nessuno di noi avrebbe problemi a ritagliarsi gli spazi necessari, il problema sorge quando tutti e cinque devono riuscire a farlo nello stesso momento. Cerco di essere più specifico: ci abbiamo messo otto settimane per combinare i nostri impegni in modo da poter fare il servizio fotografico, per riuscire ad essere tutti e cinque nella stessa stanza in contemporanea ed essere fotografati, per un solo giorno. Puoi immaginare quanto sia complicato organizzare una cosa del genere per la durata di sei settimane! So che è brutto risponderti in questo modo, perchè quasi ogni band ha la possibilità di suonare dal vivo, e mi sento quasi un'idiota! Spero davvero che la situazione possa cambiare, perchè ci teniamo molto.

Grazie per l'intervista Gary, e ovviamente speriamo di avervi presto qui in Italia. A te la conclusione!

Italy rocks! Speriamo davvero di poter essere in Italia presto, perchè conosciamo un sacco di persone splendide del vostro paese. Vogliamo ringraziare tutti i fan per la pazienza che hanno dimostrato, per aver comprato i nostri dischi ed essersi fatti coinvolgere dalla nostra musica, per averci supportato in tutti questi anni. Speriamo che possiate essere positivi, così come lo siamo noi, perchè è l'unico modo per sfruttare davvero il proprio potenziale. Auguriamo ad ognuno di voi di raggiungere il successo, qualsiasi sia la vostra occupazione!

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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