LECTERN: non protagonisti ma amanti del death metal (Fabio Bava, vocals/bass)

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Gruppo:Lectern

Reduci da un devastante "Deheadment For Betrayal" e da un'intensa attività live che li ha visti calcare i palchi con Anal Vomit ed Avulsed, i capitolini LECTERN dimostrano di avere una passione ed una fede nella musica che molte formazioni oggi sembrano aver dimenticato. Questo il risultato della chiacchierata con Fabio Bava, cantante e bassista della formazione death metal ormai in attività da ben venti anni.

Ciao Fabio e benvenuto sulle pagine di Metal.it.
Iniziamo dal recente passato, nel 2016 avete pubblicato Precept of Delator primo album per l’etichetta polacca Via Nocturna. Siete rimasti soddisfatti a due anni di distanza di come è venuto o cambiereste qualcosa?
Fabio “Diciamo che è stato un po’ come prima delle elezioni, tante promesse, pochi fatti e tutto in mano a noi! Ci sono abituato, e non ne faccio un grosso problema. Questi contratti non badano a quante copie vendi ed al numero di quelle invendute, anche se certo, farebbe comodo molta visibilità in più che da soli è difficile ottenere! Come si dice: bisogna battere il ferro finché è caldo!”.
L’accordo con la Via Nocturna è proseguito con il nuovo Deheadment For Betrayal come avete raggiunto un contatto con loro dopo che il primo vostro disco è uscito per la Sliptrick Records?
Fabio “Sliptrick Records avrebbe dovuto pubblicare Precept, poi si tirò indietro, cercando di cambiare molte cose dei Lectern o quasi tutto: siccome non se ne parla proprio, né adesso, né mai, non abbiamo raggiunto un punto d’incontro tra le parti! Per noi è death metal altrimenti non se ne fa nulla! Via Nocturna invece, ci rispose mentre stavamo cercando una nuova label, e loro erano una tra le tante che provammo a contattare. Hanno pubblicato i nostri due ultimi dischi”.

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A proposito di questi due album, quali sono a tuo avviso le principali e sostanziali differenze tra questi lavori?
Fabio “Difficile a dirsi! Credo innanzitutto che sia giusto dire che entrambi, siano la naturale prosecuzione del precedente. Precept è forse più diretto, mentre Deheadment lo trovo tra un certo brutal e un principio di tecnica”.
Come ho scritto in sede di recensione, personalmente ho trovato il nuovo album nettamente più riuscito a livello di composizioni, forse merito dell’innesto di una seconda chitarra, assoli più curati, maggiore incisività, insomma un bel passo avanti. Credo che però Gabriele sia già uscito dalla band: cosa ne pensi a riguardo e come avete intenzione di proseguire?
Fabio “Riguardo a Gabriele, è stato una seconda chitarra in sede live ed alle prove, non ha mai composto pezzi, giusto qualche riff e minimi arrangiamenti. Molti assoli di chitarra invece sono suoi, ma in studio ha registrato soltanto questi, e Pietro tutte le ritmiche ed i suoi solos come sempre. Come proseguire! Semplice! Stiamo già cercando un secondo chitarrista, appena lo troveremo, lo testeremo per bene e lo annunceremo. Per ora siamo tornati in tre, una situazione del tutto familiare e normale per noi, tanto che dicono che siamo ancora più brutali!. Strano, vero? Ma per noi essere in tre non è una novità, come nemmeno quella del secondo chitarrista che entrano ed escono di continuo!”.
Deheadment For Betrayal si avvale di ottimi suoni, peraltro con qualche ammiccamento alla scena europea nonostante il vostro genere sia principalmente di scuola statunitense: dove è stato registrato e quanto avete impiegato?
Fabio “Lo abbiamo prodotto da Giuseppe Orlando, il nostro Scott Burns personale, ai The Outer Sound Studios, dove abbiamo registrato tutti i nostri dischi fino ad ora. Ci abbiamo impiegato quattro mesi, tra sessioni che partivano, si interrompevano, e riprendevano anche dopo settimane. E’ stato fin troppo estenuante, e non voglio mai più che si ripetano sessions infinite con tempistiche da espiazione dei peccati! Con lui, nonostante tutto, riusciamo sempre ad ottenere quello che vogliamo! Anche lui è un deathster come noi! Non ravvedo invece, suoni europei, qualcun altro l’ha già detto prima di te: al massimo posso concederti gli Hypocrisy dei primi due dischi, che suonano appunto americano anche se fatti da una band svedese!”.

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A proposito di scuola statunitense, probabilmente le vostre maggiori influenze vengono da quell’area. Quali sono le band che più apprezzate ed in particolar modo quali album hanno segnato in maniera maggiore la vostra persona e la vostra adolescenza, sia come persone sia come musicisti?
Fabio “Il probabilmente puoi anche toglierlo! Io credo che il death metal venga da lì, e sia solo una realtà prettamente degli Stati Uniti! Quando penso al death metal penso al 1990, a Scott Burns, ai Morrisound Studios, alle copertine di Dan Seagrave, a Tampa ed alla Florida! E poi penso al thrash! Senza certi signori, uno fra tutti gli Slayer, non staremmo qui a parlare di death metal! Il death metal sta alla Florida come il thrash metal alla California! Punto! Il resto sono soltanto delle buone imitazioni!”.
Siete reduci dal tour con Anal Vomit e Venefixion, più altre date negli ultimi tempi che hanno segnato un’intensa attività live. Ora, da spettatore medio quello che vedo negli ultimi tempi qui da noi è che ci sono sempre più eventi live - di ogni tipo di metal - dislocati magari in pub, circoli, palestre e scuole ma con sempre meno persone presenti anno dopo anno. Com’è andata la situazione nelle vostre ultime uscite?
Fabio “Un tour europeo, è sempre un tour europeo! Suonare in un pub, in un magazzino ricavato, o in una venue professionale, è pur sempre una situazione di privilegio! Sei in tour, e dove sia sia, hai la possibilità di farti conoscere, devi essere serio e professionale! Approcciarti a fan e promoter, senza atteggiamenti da rockstar! Direi che è andato molto bene, in Francia sono dei matti totali! Su Internet gira il nostro concerto di Parigi, in un locale che era un buco di posto, sold-out e con i fan sul palco! Total fucking underground!”.

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Tu hai anche in piedi, benché inattivi da tempo, i Perfidy Biblical. Quali sono le differenze con i Lectern e le ragioni di non far confluire tutta l’attività e gli sforzi in una sola band?
Fabio “Credo, anzi sono convinto che lo siano, i Perfidy Biblical siano il lato più lento del death metal. Un modo non del tutto diverso ma molto personale, di vedere i Morbid Angel da un’ottica europea! In questo momento, sono loro i leader inavvicinabili del death metal!”.
Un’attività ventennale in cui la scena è cambiata molto, o perlomeno è cambiato il modo in cui fruirne, passato da cassette, volantini e giornali a streaming, Facebook e webzine. Da protagonista sia dentro la scena che come ascoltatore sei soddisfatto di come si è evoluta la faccenda e credi che abbia portato dei benefici?
Fabio “Non sono un protagonista, ma un follower che cerca di stare alla larga dai social per quanto possibile! Preferisco ancora toccare, comprare ed ascoltare dischi, collezionarli, insieme a poster e flyers! La vecchia scuola deve resistere in un modo o nell’altro, così come l’approccio classico alle cose, per quanto vecchio anche a molti ormai avanti con l’età! Selfie e stronzate di cosa mangi e cosa fai ogni secondo, sinceramente mi sembra ridicolo, un approccio fanciullesco dell’essere odierno, purtroppo a prescindere dall’età! Il nostro è metal per metallari, da fan per i fans! Per la gente! Anche io faccio la fila per il biglietto per entrare ad un concerto, parlo con il pubblico, essendone anche io parte! Non sono un musicista, ma uno che ha il privilegio di stare sul palco, con la passione di starci anche davanti andando ancora a vedere i concerti delle proprie band preferite! Ancora! Sempre! Per la gente! Anche io faccio parte della gente! Un po’ come quando la tua squadra va sotto la curva a lanciare la maglia i curva! Un musicista invece lancia il plettro al pubblico!”.
Cos’è che manda avanti la tua attività musicale ed i Lectern?
Fabio “La voglia di death metal! La passione per l’heavy metal! Due cose, che si fondono in una! La voglia di scrivere ed incidere nuovi album, fare concerti e avere idee per i testi e per le copertine dei dischi, come un teenager esaltato degli anni Ottanta che aveva come pensiero soltanto quello del come sarà Eddie stavolta sul nuovo album degli Iron Maiden? Passare dalla collezione di dischi a quella dei concerti in cui hai partecipato ai concerti con la propria band, alle magliette ed al merchandise! Il metal è un’arte che ne incorpora altre: la grafica e la pittura per gli artwork, la fotografia, la musica contenuta nel disco, l’impaginazione e la stampa tipografica, la promozione la sua diffusione, che vede il picco nei tour e nei concerti, che portano con sé lo stare su un palco, dopo lunghi viaggi e spostamenti che a modo loro sono un’arte applicata!”.

Intervista a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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