KMFDM (Sascha Konietzo: vocals, electronics)

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Gruppo:KMFDM

Una delle migliori band Industrial Rock/Electro Punk e chi più ne ha più ne metta è tornata alla grande con un platter veramente ottimo. Il telefono squilla, e dall’altro capo Mondo, il mastermind Sascha inizia ad illustrarmi l’ultima fatica dei suoi KMFDM. Personaggio intelligente e profondo, con cui si può scherzare tranquillamente… Mr. Konietzo è stata proprio una bella sorpresa!

‘World War III’ è un titolo importante. Come pensi sia la terza guerra mondiale, se mai ce ne sarà una?
Penso che sia già in atto la terza guerra mondiale, e che sia iniziata diversi anni fa. Non è una questione di armi o bombe, ma piuttosto una guerra economica. Poche persone al Mondo sono ricche e tantissime sono povere; è un aspetto piuttosto deprimente non trovi? È una forma di violenza che può essere classificata come una forma di guerra.

È interessante vedere come siete in grado di passare da song dure e decisamente Industrial (‘From Here On Out’) a pezzi più Jungle/Drum’N Bass (‘Last Things’), oppure puramente da Goth Club (‘Stars & Stripes’). Ma qual è per te la song ideale?
Tengo a specificare che non considero i KMFDM come una band Industrial. La mia definizione di musica industriale è un qualcosa di differente, distante dal concetto base della mia musica. I KMFDM sono una band molto più libera che una band Industrial, non hanno canoni da rispettare. Io non ho la visione della singola song, ma piuttosto focalizzo la mia attenzione sul bilanciamento globale dell’album: è come un film, con la scena iniziale e quella finale. I nostri album sono come un film d’avventura!

L’album inizia con un breve intro Country e finisce con una song chiamata ‘Intro’…
Si è vero! Abbiamo iniziato l’album con un pochino di Hell Billy Music! Per quanto riguarda la fine, abbiamo voluto appositamente chiamare l’ultima song ‘Intro’ in maniera ironica… siamo persone con humour, ed ogni tanto ci piace fare gli stupidi, hehee! Comunque se si ascolta l’album più volte in rotazione, penso che quella song sia perfetta per chiudere il ciclo ed aprirne un altro… chiude bene il platter e nello stesso tempo presenta il suono per il secondo ascolto. Comunque convengo con te che non è una cosa normale nel ‘biz!

Parliamo di un titolo forte come ‘Jihad’…. Non pensi che possa portarvi problemi soprattutto negli Stati Uniti, visto il problema attuale del terrorismo?
Tutto può portare a problemi. Le persone hanno comunque bisogno di comunicare, e soprattutto gli artisti devono esprimere quello che sentono. Ok, è vero, oggi è un momento difficile per l’America, ma io ci posso fare nulla. Se l’FBI o la CIA un giorno piomberanno in casa mia dicendomi che ho sbagliato e che non sono più gradito negli States, per me non vi è problema. Ciao America. Io sono libero di esprimere quello che penso come voglio e quando voglio.

‘Bullets, Bombs & Bigotry’ è la canzone dell’album che più mi ha stupito… È come se Billy Idol incontrasse un suono più crudo ed industriale.
Mi piace Billy Idol e anche le cose più crude della musica industriale. L’idea è venuta al nostro chitarrista ed al batterista… una canzone Rock ma infetta su basi electro-industriali. È bella, divertente e suona bene. Sono contento che ti piaccia!

Per la prima volta hai lavorato in studio non come one man band…
Vero. Per la prima volta ho ottenuto in studio la potenza, la grinta ed il groove di una vera band. Quando sei in studio da solo, come one man band, hai la perfezione del campionatore e del programming, ma perdi il tiro della proposta live. Ho voluto provare una sensazione nuova, ma che mi ha regalato fortissime emozioni.

Dove hai trovato Lucia?
Lucia è dal ’99 che lavora con me… prima suonava in un’altra band; io l’ho vista sul palco e ne sono stato folgorato; poi ho avuto l’onore di remixare un pezzo della sua band, così ho colto l’occasione per chiederle di collaborare per qualche mio progetto personale. Tutto è filato liscio, così ora è stabile nei KMFDM.

“The constant realization of dominance results in fear”. Cosa rappresenta questa frase?
È un loop presente all’inizio di ‘Last Things’ che viene poi ripreso anche successivamente nel corso della song. Trovo che sia una frase molto densa di significato. Se ci pensi, se sei costantemente soggetto ad una qualsiasi dominazione, sei sempre soffocato dalla paura. È un concetto semplice, ma che esprime perfettamente il concetto base dei KFMDM, ovvero quello di non avere briglie, di pensare con la propria testa e di non essere assoggettato a qualcuno. La frase, ad essere onesto, è di una nostra amica artista, M’on Amur. Non bisogna sprecare la vita nella paura.

Questo è il tuo 15esimo album. Come sono cambiate le cose durante tutti questi anni?
Penso di si, ma non ricordo esattamente quanti dischi ho fatto! Cos’è cambiato… tutto e nulla. Sono cambiati i tempi, sono morti generi ed altri sono nati. I KMFDM sono passati attraverso tutto questo. La mia visione musicale è cambiata un pochino, sono maturato e l’esperienza in tutto ciò ha giocato un ruolo fondamentale.

Cosa diresti a chi, avvicinandosi solo ora ai KMFDM, provasse a dire che avete preso spunto da Marilyn Manson, senza sapere che voi siete attivi su questo genere da molto prima di lui?
Cosa vuoi che gli possa dire. Non saprei… forse nulla. Non mi porta molto ad essere sincero, perché Marilyn Manson non penso che durerà molto ancora, come più o meno tutti. Noi siamo stati fortunati, pur con alti e bassi sono vent’anni che ci siamo: questo è il nostro “bonus”…

Ora puoi dire quello che vuoi ai lettori di EUTK.net!
Nessun messaggio o ultime parole. Non è nella nostra indole dire cosa o che fare, così il mio ultimo messaggio è questo, ovvero nulla. La nostra musica parla per noi stessi… se non vi comunica qualcosa, allora non siamo la band che fa per voi!

Intervista a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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