Malet Grace ... "Io" chi ???

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Il 2017 è stato un anno importante per i Malet Grace: hanno finalmente realizzato il loro debut album, "Malsanity", che mi ha colpito in maniera più che positiva, come ho confermato al loro chitarrista e cantante Giampaolo Polidoro ...

Facciamo però un passo indietro: come si sono formati e si sono poi "consolidati" negli anni, i Malet Grace?
Prima di rispondere, vorremmo ringraziare te e la redazione, a nome di ogni singolo componente della band, per lo spazio concesso nel poter raccontare parte della nostra storia, musica ed il filo esistenziale che accomuna le nostre esperienze musicali ed oltre.
L’incipit del nostro percorso risale al mese di Luglio del 2014, quando io ed Alessandro ci siamo conosciuti tramite il suo insegnante di chitarra. Il tutto ha preso, fin dall’inizio, un’evoluzione fluente, portandoci a comporre brani tra cui "Egopathy" e "Malet Grace" in brevissimo tempo. Ad Ottobre dello stesso anno si unisce Andrea Paglierini, facendo incastrare quei pezzi del puzzle che corrispondono al nucleo consolidato della Band. Nei mesi successivi, l’unica complicazione si è rivelata nella scelta del drummer e a tutt’oggi, anche in questo periodo storico della band, ci ritroviamo senza il quarto elemento. Andrea Giovanetti che ha registrato le parti di "Malsanity" ci ha lasciato da circa un mese per motivi personali.
Nonostante la problematica drummer, ci riteniamo soddisfatti del lavoro che ha portato alla luce una demo (2015), un full length e a breve l’uscita di un EP.
Tornando a "Malsanity" ho trovato molto intrigante anche l'artwork, davvero adatto all'andamento musicale delle canzoni e suppongo anche al contesto lirico.
L’autore è un artista di nome Matteo Spirito e conosciuto ai più nell’ambito del disegno/realizzazione fumetti come Freelance Artist/Illustrator. Lui, con il proprio genio, non ha fatto altro che tradurre ed esportare visivamente l’idea dietro al concept di "Malsanity", rappresentando le due anime di Malet coinvolte in una danza spettrale e ammaliante.
Il vostro concept è incentrato su un tema introspettivo e direi filosofico, nasce da un vostro interesse particolare o semplicemente dalla volontà di distinguervi da quelli che sono degli "standard" in campo Metal?
Il concept si basa sulla disgregazione dell’Io, inteso come entità esistenziale che accomuna i poveri concetti del bene e del male, in quanto, personalmente, credo che sussista un indice di miscellanea tra le due sembianze che trasporta l’una e l’altra versione ad avvolgersi in parti indistinguibili. Tutto questo meccanismo e le molteplici sfaccettature di entrambi i concetti danno origine al Caos primitivo, interpretato nelle nostre stesure da quell’angelo che porta il nome di Malet. Il resto è un continuo divenire, un’ossessiva ricerca dell’umano ad affrontare gli schemi ritenuti “follia della mente” dalla moltitudine, basti pensare al lato umano della schizofrenia che non sarebbe altro che il connubio tra razionalità ed intolleranza a quei falsi idoli di cui tanto facciamo parlare ma che fondamentalmente non hanno mai mostrato le loro effettive potenzialità se non quelle d’ingannare noi stessi, la storia ed il tempo avvenire. In conclusione, questo è un tema che accomuna le conoscenze filosofiche e d’interesse di noi tre.
Il songwriting è l'espressione dell'intera band, oppure c'è qualche personalità che svolge un ruolo predominante?
L’espressività dei brani solitamente all’inizio di ogni composizione emerge dalla fusione di idee di Giampaolo ed Alessandro con un ruolo importante nel prosieguo della stesura da parte di Andrea. Possiamo affermare che ogni singolo brano rispecchia i sentimenti di ogni elemento della band.
Quali sono allora gli elementi più importanti presenti nella vostra musica? E quelli meno percepibili che magari rischiano di passare inosservati durante l'ascolto del disco?
Gli elementi da prendere in considerazione ad un primo impatto con il nostro sound sono la struttura dei brani che vengono idealizzati in maniera tale da non dover mai appesantire l’orecchiabilità e la curiosità dell’ascoltatore e con sé gli arrangiamenti minuziosi che cerchiamo mai di lasciare al caso o alla banalità. Almeno a questo obiettivo siamo diretti. Poi sappiamo che la musica, la struttura, gli arrangiamenti sono talmente legati da un filo ed una curiosità soggettiva che risulta complicato “azzeccare” il gusto musicale dei più. L’importante è che ognuno di noi si ritenga soddisfatto del lavoro compiuto. Forse, a volte, con l’esperienza di molteplici recensioni quello che meno emerge è la minuziosità con cui affrontiamo ogni singolo arrangiamento come il semplice passaggio strumentale di pochi secondi.
In precedenza avevate inciso un demo, dal quale avete recuperato tutte e le tre canzoni per riroporle su "Malsanity"... è stato necessario togliergli parecchia polvere da sopra oppure le canzoni hanno mantenuto molto delle versioni originali?
In verità, è venuto molto spontaneo apportare delle modifiche ai 3 brani. Ci siamo attenuti all’evoluzione stilistica e compositiva della band e quindi abbiamo impiegato pochissimo tempo a definirli con qualche ritocco strutturale.
Avete voglia di fare un excursus sui vari brani che compongono "Malsanity"?
Qui si apre un mondo (risate)… A parte scherzi, a livello compositivo "Malsanity" è il frutto di circa 3 anni trascorsi a sperimentare suoni sempre diversi. Dopo la demo nel 2015 e una volta trovato l’equilibrio ideale, abbiamo buttato giù i restanti brani in un tempo relativamente breve, per quanto poi essi siano stati rivisitati in molte parti direttamente in studio. Il sound risultante è ovviamente anche merito di Marco Fanella che ci ha seguito a stretto contatto nella registrazione per far sì che i brani suonassero nella maniera più professionale possibile.
Voi siete un gruppo relativamente giovane, quindi le idee dovrebbero nascere (magari influenzate) piuttosto facilmente. Credi invece che band e musicisti che hanno una lunga carriera alle spalle abbiano difficoltà nel realizzare materiale nuovo che sia sempre all'altezza?
Io purtroppo non proprio giovanissimo - ahahaah - … A parte quel che può rivelarsi dal cosiddetto “blocco psicologico”, credo che il segreto sia a volte riscoprire la passione verso quel che facciamo. Molto spesso band di livello internazionale, impegnati a lungo andare da tour stressanti e da tutto quel che comporta il successo, siano solamente stanche dal punto di vista psicologico e forse, bloccate dai tempi delle case major o no che siano, si ritrovano a comporre materiale nuovo in brevissimo tempo e naturalmente con il risultato di una musica non all’altezza di quel proprio standard che li ha fatte apprezzare.
A questo punto volevo sapere qualcosa in più per quanto riguarda i vostri gusti musicali attuali ed ovviamente quelli che nel passato vi hanno influenzato maggiormente.
Lo stile di "Malsanity" è anche il risultato delle influenze di ognuno di noi, tra cui: Queensryche, Fates Warning, Helloween, Metallica, Megadeth, Metal Church ed altri. Il nostro obiettivo era infatti quello di riavvolgere il sound del metal più “classico” degli anni ‘70-’80 per poi “modernizzarlo” con qualche elemento progressive ed un sound contemporaneo.
Non resta che chiedervi quali saranno punto le prossime mosse per i Malet Grace, no?
In primis, l’uscita imminente (2 Febbrario 2018) del nostro EP intitolato “Humanocide” che uscirà con il marchio Spider Rock Promotion e poi dedicarci esclusivamente a più live possibili sia in luogo nazionale che al di là dei confini, sperando nell’apertura di concerti a qualche band di notevole importanza. L’obiettivo è farci conoscere il più lontano possibile e ad ascoltatori con differenti gusti musicali. Il fatto che il genere non vada “di moda” sicuramente penalizza quella che in realtà è una scena molto valida qui in Italia. Nel resto dell’Europa la situazione è diversa, il pubblico ha anche più interesse a scoprire nuove proposte, premiando chi effettivamente merita maggiore visibilità. L’underground italiano non è affatto privo di gruppi validi, anzi, ma il problema è proprio che la gente non è più abituata all’ascolto del “nuovo”, con l’eccezione dei pochi che hanno fiducia nel movimento metal e supportano le band con passione. Purtroppo, al momento, l’unico modo per fare un “salto di qualità” è quello di puntare sull’estero, sperando poi che, di ritorno, anche il pubblico italiano apprezzi.
Siamo giunti alla fine e quest'ultimo spazio è tutto per voi...
Con il ringraziarvi nuovamente per lo spazio concesso, chiediamo a tutti i vostri follower di dare una possibilità di ascolto ai Malet Grace ed eventualmente contattarci su Facebook, Twitter, YouTube, Spotify, Instagram e sui vari Global Digital Stores… Siamo un pò ovunque. Questo discorso vale per tutta la scena underground italiana, dato che le nostre band nazionali meritano sicuramente un sostegno maggiore sia a livello di visibilità, ascolto e d’impatto sulla scena internazionale.
Concludiamo con la speranza che la nostra musica possa suscitarvi interesse, sostegno ma soprattutto fiducia in un genere che è ancora più che mai vivo. Let the Metal eternally flow!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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