Sawthis: thrash metal to the core

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Gruppo:Sawthis

Incazzati ma consapevoli, melodici ma intelligenti, i Sawthis stanno acquistando sempre più visibilità a livello europeo grazie al loro modern thrash, e possono tranquillamente prendere il posto di gruppi ormai ridicoli come InFlames o The Haunted, nelle preferenze dei fan del genere. Abbiamo parlato con Michele Melchiorre, batterista della band, che ci spiega tutto sul nuovo lavoro in studio, Babhell. Check your hate!

Ciao Mick e bentornato su Metal.it! Ci ritroviamo dopo quattro anni per parlare di un nuovo lavoro in casa Sawthis e sembra proprio che vi piaccia fare le cose con calma, senza cavalcare il momento. Come mai tanto tempo dal disco precedente?
(Michele Melchiorre – DRUMS) Ciao Francesco e grazie.
Si, realizzare un album per noi è sempre impegnativo perchè lavoriamo su ogni dettaglio, però questa volta questo c'entra poco, anzi: "Babhell" è stato composto e prodotto in modo snello e veloce. Il fatto è che abbiamo supportato "Youniverse", con ben 3 tour europei e questo ci ha preso molto tempo.
Pensi siate stati in grado di sprigionare tutto il vostro potenziale con Youniverse oppure, a distanza di tempo, avete dei ripensamenti? Il nuovo Babhell cosa aggiunge e dove vuole arrivare?
(M) La tua domanda coglie esattamente lo stato d'animo della band dopo "Youniverse".
Anche noi sentivamo che quella formula non era più evolvibile, che un percorso si era chiuso. Approcciando alle nuove idee avevamo paura e curiosità ed è stato questo che ha reso la stesura di "Babhell" vivida e stimolante. Ci siamo messi alla prova cercando una nuova veste, sincera e che ci appagasse, aprendoci a nuove soluzioni. Così abbiamo messo da parte ogni tipo di paletto lascindoci contaminare da ogni cosa ci colpisse.
"Babhell" ha beneficiato di questo approccio risultando l'album più vario e completo di sempre.
Avete fatto un leggero restyle del logo ed avete scelto una (bella) copertina più cupa ed aggressiva, dobbiamo aspettarci un cambio di sound?
(M) Guarda, ascoltando "Babhell" troverai entrambe le cose: affinità con i nostri precedenti lavori e nuovi elementi. E' sempre così quando una band è sincera. Però Babhell, concettualmente parlando, è davvero l'esatto ribaltamento di Youniverse. Questa rottura, come tu hai notato, è evidente anche a livello grafico. Youniverse aveva una veste figurativa, rotonda e fluente, colori freddi e intimi. Babhell ha uno stile grafico graffiante e primitivo, un logo sintetico e arcaico, colori caldi e lavici. Abbiamo cercato di rendere visibile ciò che lega questi nostri due ultimi album: l'essere l'uno l'antitesi dell'altro.
Proponete un genere che mischia Soilwork, The Haunted, gli In Flames degli anni 2000, qualcosa di Meshuggah e tante altre influenze, siete insomma dei thrasher moderni ma non troppo. Questo è il frutto di compromessi all'interno della band oppure vi viene naturale? Vi ponete dei limiti o lasciate fluire l'ispirazione?
(M) A me piace pensare che abbiamo un vocabolario musicale molto vasto: quando per definire un sound si devono citare molte band, secondo me, vuol dire che quel sound è personale.
Non ho niente contro le bands da te citate (anzi, le amo) ne contro i generi puri, altrimenti non li userei come influenze, però non credo bastino per definirci. Per il resto è tutto vero: c'è chi spinge verso l' Ultraviolenza e chi verso l'Amore Universale, ahahah... ma il risultato finale è proprio un equilibrio tra queste inconciliabili posizioni. Avere gusti diversi è sempre una fortuna ed è uno degli elementi che rende più stimolante la fase compositiva.

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All'irruenza e alla carica dei primi lavori avete affiancato il controllo e raggiunto oggi una consapevolezza invidiabile. Siete sempre arrabbiati ma sapete bilanciare ottimamente gli aspetti melodici, a volte in modo diretto per essere ricordati subito, altre in maniere più celebrale. Sembra che procediate con calma, a piccoli passi ma che sappiate molto bene dove mettere i piedi. Vedete i Sawthis in progressione verso un sound che state cercando, che inseguite con insistenza, oppure non vi interessa l'evoluzione a tutti i costi e cercate di tirare dritto migliorando, affinando la vostra proposta?
(M) Prima di tutto grazie per le tue parole che, credo, ci descrivano perfettamente.
Non ho idea di come e se ci evolveremo ma forse è proprio questa la cosa più intrigante.
Però la differenza tra i nostri esordi e i Sawthis di oggi è questa: prima picchiavamo alla cieca, oggi sappiamo dove colpire per far male.
Soffermiamoci sulle liriche, aspetto molto importante nella vostra proposta. Youniverse parlava della sindrome da personalità multipla in maniera parecchio introspettiva, nel nuovo lavoro, invece, quali sono i temi affrontati? Cosa raccontate nei vostri testi?
(M) Il Concept portante di Babhell mi venne in mente una sera, per caso: scorrendo fb, mi chiesi come sarebbe stato se, quello che stavo leggendo virtualmente, fosse stato reale. Così immaginai una piazza in cui tutti esprimono le loro opinioni, come si fa con i posts, e mi venne subito in mente il parallelismo con la Babele biblica. Un mondo infernale in cui pochissimi ascoltano, molti urlano e altri si specchiano e basta. I social, oltre ad essere una grande arma normalizzatrice (perché scrivendo un post io dissipo il mio potenziale rivoluzionario con uno sfogo inutile), ha anche impregnato tutti di un narcisismo cronico e patologico che non prevede nessun tipo di aggregazione tra le perone per fini costruttivi. Questo è davvero, davvero triste. Ed è la genesi di Babhell.

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Cosa puoi dirmi a proposito del titolo del nuovo disco? Babhell è una parola inventata da voi, come già successo per Egod e Youniverse, sembra proprio vi piaccia creare, oltre che la musica, anche le parole. Per il futuro dobbiamo aspettarci un titolo come Multiemotivo, proseguendo con Petaloso per arrivare ad Apericena?
(M) Ahahah... tutti ottimi titoli quelli che ci hai suggerito, grazie!
Esatto: usare anagrammi per i nostri titoli fu una soluzione che adottammo per la prima volta nel 2010 con "Egod". Da allora, seguirono Youniverse e oggi Babhell. Sono titoli che dilatano e ampliano il significato delle parole originarie: è questo che ci piace di questa soluzione. Come se si arricchissero di significati nuovi che lasciano molto spazio all'immaginazione.
La parola che hai usato tu: "multiemotivo", è calzantissima... di "Multiemostatico" che ne pensi? Ahahah...
Visto il mix di thrash e modern metal che proponete, sono curioso di sapere quali band ti piacciono della scena odierna e quali sono invece i vostri ascolti preferiti tra le mura domestiche, spara senza vergogna!
(M) Quale vergogna? Non ho nessuna reputazione da difendere! Ahahah...
Te la dico com'è: in questo periodo sto a ruota con la colonna sonora di Rocky IV: mi gaso come un bambimo!!! Ahahaha... Però non digerisco che la canzone più conosciuta sia "Eyes Of The Tiger" quando "Burning Heart" (sempre dei Survivor) è infinitamente più clamorosa e, in fine, quando sento gli obligati cassa/basso di "There's No Easy Way Out" perdo il controllo delle mie zone erogene!!! Ahahah...
Suonate davvero tanto dal vivo, anche quest'anno avete fatto un tour europeo con i Pain, avete aperto per gli Iced Earth... le soddisfazioni sono tante ma sembrano più a livello internazionale che nazionale, sbaglio? Non vedo una scena tricolore con all'interno i Sawthis, vi penso invece come una band di alto livello che si move autonomamente. Dimmi pure di bere meno birra eh
(M) No, no, non bere meno birra, è un peccato... anzi, direi: analisi perfetta. Non ti nascondo che, all'inizio, eravamo orgogliosi di appartenere ad una scena, quella italiana, che abbiamo sempre considerato fantastica e dalle potenzialità immense. Quello che è successo in questi anni è che, mentre il nostro nome si sta affermando e consolidando in Europa, in Italia si è assestato in un limbo che non ci vede ne come una band puramente underground, ne come un nome di punta. Questa situzione non dipende da noi perché abbaimo sempre promosso la nostra musica senza discriminazioni di sorta tanto in Italia quanto nel resto d'Europa. Per questo confermo la tua percezione e ti dico che, per noi, è più una constatazione che una scelta. L'unica cosa che possiamo fare noi come band, è spaccarci il culo e portare in giro la nostra musica, e ti assicuro che lo facciamo da anni. Se poi, in determinati territori si vince facile ed in altri non si attecchisce, ce ne faremo una ragione.
Siamo in conclusione, quindi se c'è qualche aspetto da approfondire che ti sta a cuore, se c'è qualche appuntamento da ricordare, una dichiarazione d'amore da fare, questo è il momento!
(M) Certo, ovviamente ringrazio te, Francesco, per questa bella chiacchierata e tutto lo STAZZ di Metal.it: tenete duro!!! Poi, ai vostri lettori dico: andate ai concerti, bevete birra, mangiate tanta maionese, uscite di casa e cercate il contatto in ogni modo e in ogni forma, viviamo una vita sempre più piena di doveri che di piaceri: la musica è una di questi. Perciò ascoltate musica e supportate le bands che vi trasmettono belle vibrazioni e, se non vi piace il nostro ultimo album "Babhell", non scrivetecelo in chat: venitecelo a dire di persona, almeno ci facciamo una birra insieme, ok?
Per il resto, ci vediamo in giro. CHECK YOUR HATE

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Intervista a cura di Francesco Frank Gozzi

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