Dream The Electric Sleep: tempeste di sabbia

In pochi anni i Dream The Electric Sleep si sono imposti come una delle realtà più promettenti in ambito prog/alternative. Il recente (e ottimo) "Beneath The Dark Wide Sky" ci ha dato l'occasione per fare alcune domande a Matt Page, frontman della band.

Ciao Matt e benvenuto sulle nostre pagine digitali! Siete eccitati per l'uscita del nuovo album?
Sì, siamo davvero molto felici che il nuovo materiale sia finalmente pronto! C'è voluto tanto lavoro per raggiungere il risultato finale e ne siamo fieri.
Cosa puoi dirci dei titolo "Beneath The Dark Wide Sky"?
"Beneath The Dark Wide Sky" è ispirato alle fotografie scattate dalla professionista americana Dorothea Lange durante le tempeste di sabbia ("Dust Bowl", ndr) degli Anni Trenta. La Lange ha lavorato per la "United States Works Progress Admiration" e sperava che le sue fotografie potessero essere utilizzate per educare le masse rispetto alla povertà e alle condizioni di vita disperate di migliaia di famiglie contadine e degli operai nomadi attivi nelle Grandi Pianure americane. La Lange credeva che i fotografi avessero la capacità di dare visibilità a temi come la giustizia sociale e il degrado ambientale e potessero condizionare cambiamenti sociali e politici. In quanto scrittore dei testi nella band, io mi rispecchio nelle idee della fotografa. Cosa ci dice l'arte rispetto al modo in cui viviamo? Può l'arte convincerci a cambiare i nostri preconcetti? La materia non è facile ma sono molto interessato a chi cerca di creare un ponte tra arte e vita.
Appena l'ho visto, mi sono innamorato dell'artwork: da dove viene l'idea?
Uno dei miei amici dell'università, Nil Karsten (http://www.nilskarsten.com/), è un artista eccezionale specializzato nei collage. Un paio di anni fa l'ho visto fare una presentazione di un nuovo lavoro attraverso delle slide e le ho trovate magnifiche. Supporta i DTES da anni e quando gli ho proposto di fare qualche collage per la copertina dell'album ha subito accettato. Ho iniziato quindi a mandargli qualche demo e nel giro di due mesi mi aveva già mandato 15 o 20 proposte! Quando ho visto il collage che sarebbe diventato quello definitivo sapevo che non avrebbe dovuto pensare ad altro e il resto della band era sicuro quanto me. Nil ha letteralmente colto nel segno!
Il vostro sound è molto complesso e stratificato: pensi che "progressive" sia il termine giusto per descrivere la vostra musica?
Non sono certo del genere che facciamo. Non abbiamo mai voluto essere niente se non una buona band rock. Fortunatamente la comunità prog ci ha accolto subito con passione e generosità e grazie a loro abbiamo un'ampia platea a cui poter proporre la nostra musica! Mi auguro che persone provenienti da altre aree del rock e del metal possano apprezzare la nostra proposta, e a quanto pare è così. Penso che la nostra musica sia difficile da etichettare. È un punto di forza ma rende anche più difficile collocarci in un settore specifico. Molte persone non sanno davvero "dove metterci" e anche se la cosa può piacermi, in un mondo governato dai "generi", questo non ti aiuta a muoverti in una direzione piuttosto che in un'altra!
Rispetto ai vostri album precedenti "Beneath The Dark Wde Sky" è sensibilmente più corto: era pianificato o è semplicemente accaduto?
Lo volevamo un po' più corto e un po' più diretto e heavy. Ci sarebbe andato bene anche se fosse durato come gli altri lavori ma alla fine è risultato più breve. Sono felice che sia ancora più lungo di tanti altri album ma senza dubbio in molti punti non "scava" così a fondo come nei dischi precedenti.
Come siete arrivati a Nick Raskulinecz?
Una volta finiti i demo, sapevamo di aver bisogno di un aiuto per poter raggiungere quella "visione" che avevamo per l'album. Abbiamo quindi deciso di cercare dei produttori che potessero essere interessati. Nick era al top della lista ma sapevamo che sarebbe stato difficile averlo dato che da tempo lavora con band molto più in vista di noi. Abbiamo mandato i provini al suo manager e due giorni dopo Nick ci ha contattato! Eravamo shockati! Lo abbiamo raggiunto un weekend per suonare con lui, ascoltando i demo, provando nuove soluzioni e abbiamo concordato di fare il disco insieme. Lavorare con Nick è fantastico. È riuscito a catturare le performance migliori mantenendoci concentrati ed eccitati, e ci ha aiutati nel tirar fuori il meglio da ciascuna canzone.
Potresti indicare le band che sono state fondamentali nella tua crescita artistica? Puoi rispondere anche per i tuoi compagni?
Se io dovessi scegliere ti direi Peter Gabriel, Joni Mitchell, Pink Floyd, Led Zeppelin, Tears For Fears, Beach Boys, Radiohead, Elton John. Per quanto riguarda Joey: Soundgarden (e il batterista Matt Cameron), Led Zeppelin (e il compianto John Bonham), i Tool (e il batterista Danny Carey). Poi apprezza molto l'intensità del black metal e dello sludge di Gorgoroth, Buried At Sea e Dragged Into Sunlight. Chris ama i Pink Floyd, gli Swans, The Beatles, i Black Sabbath, i Queen, i Neurosis.
Là fuori è pieno di band eccezionali ma sconosciute: c'è qualcuno che ti ha colpito in modo particolare?
Tutti abbiamo apprezzato e apprezziamo gli Oceansize che, anche se non sono sconosciuti, non sono sicuramente mainstream. A livello locale due dei nostri artisti preferiti sono Lumiis e John Lancaster.
Promuoverete "Beneath The Dark Wide Sky" in Europa?
Sì! Stiamo cercando di mettere insieme un tour e speriamo di essere pronti presto! La label sta lavorando sodo per diffondere la nostra musica e speriamo di avere abbastanza sostenitori per poter intraprendere moltissimi viaggi.
Grazie mille Matt, a te la parola per un messaggio ai nostri lettori...
A tutti coloro che ci supportano in Italia, GRAZIE! Ci permettete di rendere possibile ciò che facciamo e non c'è giorno in cui non vi siamo grati per questo! Speriamo di conoscervi tutti di persona presto!
Intervista a cura di Gabriele Marangoni

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