Dark Quarterer: viaggiatori dai mille percorsi …

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Una delle più grandi soddisfazioni di questo “lavoro” è costatare che i musicisti che ammiri da anni come “semplice ascoltatore” sono assolutamente meritevoli della tua stima anche quando hai l’occasione di approfondire direttamente con loro i termini della straordinaria proposta artistica di cui sono artefici.
Prendete Gianni Nepi … è sempre un vero piacere chiacchierare con lui dei suoi fenomenali Dark Quarterer … sentire questo “maturo signore” raccontare la sua musica con l’entusiasmo di un ragazzino ed esternare la necessità impellente di andare sempre “oltre” quanto già realizzato (onorando peraltro in qualche modo pure il concept stesso del loro ultimo albo “Ithaca”), è un vero godimento per questo musicofilo che fin dai suoi esordi segue con passione le vicende del gruppo toscano, attribuendogli un talento spropositato, un’intelligenza non comune e la rara capacità di saper sorprendere per l’intensità e la creatività concessa a ogni nuova prova discografica.
E allora vi suggerisco (a tutti eh, anche a chi ha scoperto i Dark Quarterer solo di recente …) di leggere le sue circostanziate e appassionate esposizioni mentre (ri)ascoltate l’ultimo capolavoro della band … io l’ho fatto e l’effetto emotivo è ulteriormente accresciuto, raggiungendo vette davvero vertiginose … try it!

Ciao Gianni, grazie per il tempo concesso e benvenuto (o meglio bentornato, anche se la nostra denominazione era leggermente diversa …) sulle pagine virtuali di Metalhammer.it! Cominciamo con i complimenti …“Ithaca” è un’altra pietra miliare all’interno di una carriera priva di pause creative … in sede di recensione l’ho definito un disco della “madonna” … che ne dici, sono stato troppo “aulico”?
È un modo di dire assai utilizzato anche in Toscana per indicare apprezzamento oltremodo entusiastico di un qualsiasi oggetto o esperienza emotiva. Quindi se “Ithaca” ti è piaciuto, perché non farne uso????
A parte gli scherzi, siete riusciti ancora una volta a mettermi in difficoltà nel tentare di reperire le parole “giuste” per trasmettere il senso di “stupore emotivo” che da sempre mi procura il vs. operato … ma cominciamo con le curiosità … com’è nato il concept di “Ithaca”? Come mai avete sentito l’esigenza di affrontare il tema del “viaggio”, sicuramente non inedito nel mondo della musica?
Quando decidiamo di lavorare su un nuovo album, la prima cosa che ci impegniamo a trovare è il soggetto. Da li parte tutto il progetto, lo svolgimento della storia, i vari capitoli e pian piano sul tema proposto si sviluppano i brani. Quando ho avuto modo di leggere casualmente la poesia di Kavafis ho rivisitato nella mente la visione esclusivamente avventurosa dell’Odissea letta da adolescente priva, data l’età immatura, di approfondimento. La nuova lettura mi ha ispirato il soggetto. Ce ne erano altri di soggetti in “ballo” ma alla fine ha vinto l’epicità e, credo, il voler approfondire l’aspetto metaforico dell’opera. Già nella sua lettura originale l’intenzione dell’autore (Omero???) era quella di vedere il percorso narrativo dell’odissea con tutte le vicissitudini e le peripezie del protagonista Ulisse, come il percorso della vita. Ad esempio: l'unico occhio di Polifemo e la sua brutalità simboleggiavano la poca ampiezza di vedute e quindi la poca apertura mentale di Ulisse che, dopo averlo accecato, rinasce a nuova vita. Persino il nome “Nessuno” che Ulisse si autoassegna, è simbolo del momento del cambio d’identità a partire dal cambio del proprio nome (un po' come avviene per i papi quando vengono investiti del loro nuovo ruolo e cambiano il loro nome di battesimo) e così per ogni personaggio, per ogni episodio esiste la sua rivisitazione metaforica ... fino alla trama di Penelope che appunto s’intende come trama del tessuto della tela ma anche come tramare contro i proci facendo il giorno e disfacendo di notte (tramando … quindi) per evitare di scegliere lo sposo usurpatore del regno.
Sotto il profilo squisitamente musicale, l’album sembra voler proseguire il percorso espressivo di “Symbols”, ampliando ulteriormente la sintesi tra la “storia” del rock e alcune influenze più recenti di prog-metal … la ritieni un’analisi condivisibile?
Quando entriamo in fase compositiva lavoriamo molto d’ispirazione, d’istinto! Le idee che a ognuno di noi si presentano sono sempre risultato di un’ispirazione. Mai costruite al tavolino. Anche una semplice melodia canticchiata al cellulare e ascoltata in silenzio in sala prove può trasformarsi in un brano ... noi non abbiamo mai l’intenzione di scrivere qualcosa di “inerente” al nostro stile e quindi cercando di rendere qualsiasi idea vicina al genere Epico/progressivo che ci contraddistingue ... mai! Il fatto è che le composizioni nascono così, sicuramente ispirate musicalmente dai nostri innumerevoli ascolti. Fatto sta che non abbiamo mai avuto problemi nell'arrangiamento e la sintonia è sempre stata immediata !! La tua analisi è vera perché la contaminazione e la voglia di sperimentare sono sempre al centro del nostro pensiero musicale. Pur mantenendo un’identità, cerchiamo ogni volta di modellare le strutture, le melodie, gli arrangiamenti in modo diverso dagli album precedenti per evitare di ripeterci. Questo dovrebbe fare un musicista!! E non ricalcare le orme di se stesso, soltanto perché il primo album è piaciuto fare il secondo come il primo e il terzo come il secondo ... all’insegna della sterilità, paura di cambiare, paura di non piacere più ... per noi questo non ha proprio senso ... chissà cosa ci inventeremo nel prossimo lavoro ... forse qualcosa di elettronico????
Tra i molti (tutti, in realtà …) brani straordinari del Cd, mi hanno intrigato parecchio sia le suggestioni Simonettiane di “Rage of gods” e sia la tenebrosa drammaticità di “Mind torture”, contraddistinte addirittura da vaghi accenni vocali in “simil-glowl” … sebbene sia sempre difficile estrapolare singoli momenti da un “lavoro concettuale”, ti va di raccontarci qualcosa di questi pezzi?
Poseidone, dio del mare, s’inferocisce contro Ulisse scagliandogli contro la rabbia delle sue onde e il protagonista si trova in balia di un oceano di paure! In effetti, il coro iniziale indica proprio un accanimento di molte divinità che inneggiano al certo naufragio e morte del nostro eroe e nella melodia e nell’arrangiamento si alternano momenti di rabbia e di coraggio e di grida a momenti di riflessione e di paura addirittura di ricerca di aiuto implorato alla dea Athena da sempre protettrice di Ulisse ... se proprio vogliamo andare nel dettaglio dell’arrangiamento musicale, nel momento in cui si parla di “onde come montagne” alla fine di ogni strofa la musica “ondeggia” sia armonicamente che melodicamente da note più gravi a note più acute alternandosi prima per due, poi per tre volte proprio a indicare il venire trasportati dalle onde dell’oceano prima nella profondità tra un’onda e l’altra e poi sulla cresta di ognuna ... questa scelta di arrangiamento rende in momento più evocativo e figurativo. Nel brano “Rage of Gods” la scelta del Growl (che io ho usato e userò solo per evocare personaggi mostruosi) è motivata dalla menzione del ciclope Polifemo. La cadenza Doom è motivata dalla sua goffa movenza data dalla sua mole gigantesca mentre quando si parla dell’inganno delle sirene, l’atmosfera diventa improvvisamente leggera e la voce di Alice Bertoncini intreccia e ricama sulla mia voce e sugli arpeggi del pianoforte di Francesco Longhi una bellissima melodia piena d’inganno ... la musica intesa come descrizione degli eventi è per noi elemento imprescindibile dal punto di vista compositivo. Non sempre si colgono certe particolarità ma l’effetto è sempre più coinvolgente ed efficace se la musica accompagna il testo e viceversa.
Impossibile, poi, non chiedere lumi anche su “Nostalgia” e “Night song”, ”roba” che andrebbe introdotta nelle scuole musicali per illustrare come si concepisce e s’interpreta un frammento di grande Rock evocativo …
Le ballad nel Rock e nel metal, a mio parere, rappresentano quanto di più bello si possa esprimere nella musica moderna. Per noi avere una dolce melodia da sviluppare all’inizio con cadenze più moderate o addirittura quasi ferme per poi crescere strumentalmente ed emotivamente aggiungendo enfasi e crescendo, è l’ideale!!! Ci sono tutti gli ingredienti del progressive e se la melodia e l'arrangiamento hanno una componente epica (cori, note portate) il risultato è, appunto, ideale. La Ninna nanna “Night song” è nata durante una mia partecipazione a un meeting internazionale a Ravenna nel novembre 2013 tenuto e organizzato dal mitico foniatra Franco Fussi. Quattro giorni nella musica sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista medico. Durante uno dei molti interventi di specialisti provenienti da tutto il mondo, è stato presentato l’accostamento insolito tra “Ninna nanna e rock” con esempi di ascolto è stato provato che molte canzoni Rock sono state ispirate da “Nenie” popolari e trasformate in ballad rock!!! Sono stato ammaliato dal concetto e, la sera in albergo, è nata la melodia praticamente completa ... in fase di arrangiamento del brano il ritornello risultava troppo scontato e non si evolveva musicalmente. La sollecitazione di Gino Sozzi di cercare una melodia diversa o ritoccare l’esistente, è stata vincente e Paolo Ninci ha avuto l’idea geniale di cambiare il ritmo della parte in un 3/4 caratteristico del Walzer e quindi ondeggiante, adatto a identificare il cullare un bambino per farlo addormentare ... mi sento di citare inoltre l'inizio cantato da mia figlia Laura (la voce calda e amorevole della madre virtuale di Ulisse che lo culla sulla riva del mare) che ben prepara all’atmosfera del brano e s’intreccia armonicamente con le tastiere di Francesco accompagnando per mano l’ascolto sul tema principale del brano. Come vedi è un continuo confrontarsi, modificare per trovare la dimensione ideale delle composizioni. Parliamo ora di “Nostalgia” scritta da Francesco Sozzi. Francesco ci propose il brano facendo l’arpeggio iniziale e la melodia ... subito abbiamo apprezzato!! Ma il brano, anche in questo caso, non riusciva a “prendere il volo” mancava uno spunto, un’idea che lo facesse deviare verso altre soluzioni armoniche. Registrammo la parte fino al punto in cui il brano doveva essere modificato, trasformato e ognuno, a casa propria, aveva l’impegno, il compito di cercare la nuova strada!!! In questo caso la soluzione finale che nasce dal momento del rallentamento ritmico di Paolo per poi evolvere nella seconda parte del brano più potente e più veloce è nata dal contributo di tutti!!! Io per quello che riguarda la melodia, Francesco Sozzi e Francesco Longhi per l'armonia e Paolo Ninci per la sezione ritmica!!! Il fatto che entrambi i brani siano due ballad dipende ovviamente dal momento descrittivo ed emotivo dell’album … “Night song” è il momento in cui la madre di Ulisse, bambino ancora in fasce, prevede il futuro glorioso e periglioso del figlio, mentre la seconda, “Nostalgia”, vede Ulisse lontano dalla sua Itaca, prigioniero nell’isola di Calipso ... una cosa hanno in comune le due canzoni: “Il cielo e le sue stelle” evocati come guida spirituale e di “marinaio” per seguire la giusta rotta nella vita!!!!
“Ithaca” esce per la Metal on Metal Records … com’è nata questa collaborazione e come vi trovate con loro?
Conosciamo da anni Simone e Jowita ... pensa che addirittura siamo stati invitati al loro matrimonio!!!!! Il sodalizio si è completato quando abbiamo voluto provare un’alternanza di etichetta ... non saprei darti una motivazione precisa, forse la curiosità di come avrebbero promosso e trattato il nostro nuovo album considerando anche il loro modo di operare commercialmente; sicuramente molto moderno ed efficace sia per la distribuzione digitale che per la divulgazione.
Loro ci hanno sempre seguito, anche fisicamente, nei nostri concerti e sempre hanno dichiarato il loro amore per la nostra musica. Quando abbiamo proposto di collaborare con loro non poteva che esserci entusiasmo nella risposta!!!!
Al di là si ogni influenza e di ogni possibile riferimento, i Dark Quarterer hanno da sempre evidenziato una spiccata personalità e una “riconoscibilità” propria, impresa riuscita a un numero piuttosto ristretto di artisti … come si raggiunge questo straordinario obiettivo?
Come ho spiegato precedentemente occorre una mistura di personalità spiccata dei musicisti e una voglia di mettersi in gioco senza mai cercare l’imitazione anche con il rischio di deludere qualche fan che, semmai, si è innamorato di un album precedente e trova completamente diverso il successivo (ad es: “War Tears” e “Violence” o “Violence” e “Symbols”) questo per l'ascoltatore può essere spiazzante, ma per noi musicisti è la vita. Avremmo potuto ricalcare giri armonici, linee melodiche simili agli albums precedenti!! Più facile! Più sicuro! Meno rischioso! Sì ma che palle!!!! Ovvio che il cercare nuove strade richiede momenti di riflessione, di condivisione, di affiatamento più complicati ma alla fine il risultato e notevolmente più appagante per noi e, spero, per chi ci apprezza!!!!
Mi piacerebbe anche affrontare con te l’annosa questione dell’esterofilia del pubblico italiano … dall’alto della vostra esperienza avete potuto costatare quest’aspetto? Nel corso degli anni, ritieni ci sia stato un incremento nella “maturità” della comunità rockofila del Belpaese?
In parte sì. Durante i concerti vendiamo più CD e il pubblico sembra più attento e consapevole ... noi non facciamo una musica “facile” ma l'atmosfera dal vivo c'è ... e pare che gli ascoltatori se ne stiano accorgendo!! Quello che a mio parere manca è un supporto più forte da parte della “stampa” specializzata ... anche se ci vengono riconosciuti degli spazi egregi, non abbiamo mai una visibilità potente immediata !! Forse perché solo le Major (e quindi i gruppi stranieri) hanno potere economico e possono comprarsi copertine, pubblicità enormi ... ma questa è la legge del mercato ... ovunque ... però ricordo un articolo di ben SEDICI pagine (primo nome in copertina!!), sulla rivista USA “Chips and Beer” con disegni, caricature del sottoscritto, intervista, recensioni, commenti di vari critici ... insomma uno spazio enorme dato alla nostra band più di ogni altra in tutto il giornale (oltre 130 pagine!!) un trattamento che in Italia non abbiamo mai avuto.
Mi hanno raccontato di una prestazione al “Acciaio Italiano Festival 5” semplicemente entusiasmante … com’è stato esibirsi in quel contesto? Per placare l’invidia di chi, come il sottoscritto, si è purtroppo perso quello show, quali saranno i prossimi appuntamenti live dei Dark Quarterer?
All'ACCIAIO ITALIANO FESTIVAL di Mantova abbiamo visto finalmente un gran pubblico partecipe ed entusiasta!! Venduti oltre quaranta CD quella sera!! Un record per i concerti in Italia!!!! E poi l'organizzazione è stata molto “tedesca” grande palco, grande impianto, spazio enorme, stands e, come ti dicevo, grande pubblico!!! Questi sono ingredienti che non possono che galvanizzare un gruppo quando sale sul palco!! È stato molto molto bello e il dopo-show lo è stato altrettanto con decine e decine di autografi, fotografie con i fans e vendita stratosferica di CD e magliette!!! Speriamo che il futuro vada in questa direzione!!! I prossimi appuntamenti sono:
11 ottobre – Madrid (Spagna)
30 ottobre - Goteborg (Finlandia)
31 ottobre – Oslo (Norvegia)
14 novembre – Firenze
28 novembre - Roma
19 dicembre – Milano
Siete sulla scena già da “qualche” tempo … dagli esordi a oggi, com’è cambiato il vostro approccio alla musica, sia come “addetti ai lavori” e sia come semplici ascoltatori?
Quando abbiamo iniziato a suonare io avevo 21 anni e Paolo 20, Fulberto 23 ... avevamo una grande energia ma dovevamo in qualche modo incanalarla nel “flusso canalizzatore” (Citazione) per poter fare un salto nel futuro !!!! Con lo studio e l’applicazione e con innumerevoli ascolti e prove siamo riusciti a trovare il giusto indirizzo ... quella prima esperienza durata dal 1974 al 1989 è stata indispensabile per poi ritrovare la voglia di provarci ancora dopo la dipartita di Fulberto … il percorso che ci vede nell'attuale formazione dal 1998 (17 anni) è stato il più bello, sia per la maturità raggiunta che per l'amicizia che ci unisce!! Poi abbiamo notevolmente incrementato le esibizioni dal vivo specialmente all'estero con davvero grandi riconoscimenti! L’umore che si respira in sala prove e sempre positivo, inebriante ... ognuno si presenta con novità, idee, proposte, iniziative e questo rende il rapporto costruttivo e saldo!! Questa è la differenza fondamentale tra il passato e il presente. Per quanto riguarda l'ascolto, quando eravamo giovani ascoltavamo prettamente Rock e Metal adesso ogni genere ci sa affascinare dal Jazz alla Fusion alla sempre intramontabile musica classica!!!! Unica cosa che non sopportiamo è il Pop nazionale e, ovviamente, il liscio!!!! Ah ah ah ah!!!
Dopo aver tentato di trovare qualche domanda “intelligente” e originale da porti, te ne faccio una chiaramente “stupida” (o forse solo “più stupida” delle altre …) … quale pensi possa essere il miglior “uso” della musica dei Dark Quarterer (per riflettere, per viaggiare, per fare sport, …)?
Riflessiva sicuramente ma anche in viaggio si ascolta volentieri ... a proposito ti cito l’affermazione di un signore che ha testualmente detto: ”da quando ho messo il vostro CD in macchina, praticamente non ascolto più altro!!!”... bella soddisfazione no?????
Come di consueto, dopo aver rinnovato complimenti e ringraziamenti, a te le ultime parole dell’intervista …
Grazie a te Marco e a tutta la redazione di Metalhammer Italia ... dai un forte abbraccio anche all'amico Gianluca e speriamo che il futuro per tutti noi e voi sia meglio del passato!!!!!
Stay Heavy forever!!!!!!!!
Intervista a cura di Marco Aimasso

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 05 ott 2015 alle 01:31

Bellissima intervista, piena di contenuti e senza le solite frasi riciclate. Una vera, autentica chiacchierata.