Black Metal - I primi passi

Se finora abbiamo semplicemente ricordato i gruppi che influenzarono il nascente movimento black metal dal punto di vista musicale, non possiamo non tributare la giusta attenzione a chi gli fece fare un passo avanti decisivo, mettendo in opera quelle che fino ad allora erano state solo delle idee. Questo ruolo fu ricoperto senza dubbio da due personaggi distinti, uno architetto delle trame del maligno sulla Terra, l’altro osservatore esterno e acuto interpretatore di uomini e fatti: stiamo parlando di Euronymous e di Metalion. Proprio Jon "Metalion" Kristiansen, nella sua casa a Sarpsborg, iniziò nel 1982 ad interessarsi alla musica estrema dopo essere stato illuminato dai Venom:

I Venom furono la droga che mi fece entrare nel Black Metal, ma non nel Metal in generale. Prima di allora mi ero interessato alla musica fin dalla metà degli anni ’70 con gruppi come Ufo, Scorpions, Thin Lizzy e Judas Priest… Ovviamente ero molto giovane allora, e fu mio fratello ad introdurmi nella musica cosiddetta pesante. Poi iniziai a seguire i miei percorsi e a pensare più con la mia testa: cercavo cose sempre più estreme, perciò fu sicuramente una cosa positiva scoprire i Venom. Amo quei primi due album, le copertine sono fantastiche, e la musica… Successivamente ascoltai i Bathory sulla compilation "Scandinaviand Metal Attack" e pensai subito che erano ancora meglio dei Venom!!! Nell’83 mi chiesero di partecipare alla stesura di una fanzine locale chiamata "Live Wire", ma dopo pochi numeri gli altri ragazzi persero interesse e io decisi di continuare da solo. Iniziai a raccogliere contatti con gruppi, a scambiare dischi, ecc… Ricordo che un mio amico tornò da Londra quell’anno, portando con se due enormi fonti di ispirazione: il magazine "Metal Forces" e "Kill 'em all" dei Metallica! Fu lì che capii che dovevo fare una fanzine tutta mia: Slayer! Presi il nome dal film "The Slayers" che mi aveva fatto davvero cagare addosso dalla paura e immagino che essere anche un grande fan dell’omonimo gruppo non fosse un problema. Avevo considerato altri nomi come "Metal Daze" o Insane, ma sono contento della mia scelta: Slayer è un nome corto e brutale… Il primo numero uscì nel febbraio del 1985, avrei potuto realizzarlo prima, ma…


E’ proprio il magazine Slayer a fare da collante tra i personaggi della futura scena, grazie ad interviste, contatti e meeting ai concerti. Senza per questo mitizzarlo (cosa che lui ha sempre cercato accuratamente di evitare), Metalion è un personaggio chiave e anche oggi, a distanza di oltre un decennio, è uno dei pochi a mantenere una visione lucida e pacata di quello che rappresentò per lui il black metal. Jon fu uno dei primi a conoscere Euronymous, allora impegnato con la promozione della sua band death/thrash - i Mayhem.

Ho conosciuto Euronymous (e Necro Butcher) nell’estate dell’85, ad un concerto dei Motorhead ad Oslo. Io stavo vendendo la seconda edizione di Slayer ed ero completamente eccitato dall’idea di conoscerli, poiché non c’erano band brutali in Norvegia all’epoca. Poco tempo più tardi entrai in contatto con Necro Butcher attraverso un altro ragazzo e le cose iniziarono a girare. Loro non conoscevano molto della scena underground, perciò fui io ad introdurli in quel mondo. Quando li presentai nel numero 3-4 di Slayer nell’86, questa era stata la loro prima apparizione fino a quel momento. Dopo continuai ad avere ottimi rapporti con i due ragazzi, ed era una cosa positiva perché erano le prime persone che conoscevo ad interessarsi ad un tipo di musica più estrema. Abbiamo fatto un sacco di roba assieme, come gite in Germania e altre cose del genere.


Euronymous aveva dato vita alla creatura Mayhem qualche anno prima, ma il debutto arrivò solamente nel 1986 con la demo "Pure Fucking Armageddon". All’epoca un suono così primitivo e brutale aveva facilmente impressionato tutti - non si era mai sentito nulla di così estremo - e il successivo mini-cd "Deathcrush" del 1987 non fece altro che avvicinare lo status dei Mayhem a quello di band di culto (grazie anche alla tiratura limitata che lo trasformò in una rarità esclusiva). I pochi fortunati che riuscirono ad assistere ai due o tre concerti di quegli anni parlano di un’intensità mai vista prima, e i Mayhem sull’onda di questo successo trasformarono la loro immagine da quello di un gruppo heavy metal qualsiasi (giubbotto di pelle, abiti neri, bottiglie di birra…) a quella di un incubo fatto soprattutto di borchie e corpse-painting, due marchi di fabbrica che da quel momento per sempre avrebbero caratterizzato il black metal. Euronymous (nato Øystein Aarseth) scelse all’inizio il nome d’arte di Destructor, passando poi a quello definitivo - tratto dal titolo di una canzone degli Hellhammer - dall’autoesplicativo significato di "principe della morte", un appellativo che alla fine lo avrebbe accompagnato fino in fondo. La prima formazione, insieme con Necro Butcher al basso, Manheim alla batteria e Messiah alla voce registrò appunto la prima demo in sole 100 copie e, dopo un primo cambiamento di formazione con l’avvento di Maniac alla voce, fu pronta a demolire con il tutto-esaurito anche le 1000 copie di "Deathcrush". Euronymous iniziò qui ad assumere una posizione di rilievo rispetto ai suoi compagni di band, dopo aver intuito per primo l’influenza che i Mayhem stavano diffondendo tra giovani non abituati ad una così potente esplosione di brutalità. All’inizio del 1988 viene reclutato il talentuoso batterista Jan Axel Blomberg (in arte Hellhammer) e, tramite Metalion, Euronymous entra in contatto con il vocalist di una giovane band svedese dal futuro non più troppo promettente, i Morbid. Il ragazzo è Dead, che accetta di buon grado di abbandonare i futuri Entombed per trasferirsi a Oslo dalla nuova leggenda norvegese. In quell’anno la prima vera formazione definitiva dei Mayhem è completa.

Dead è uno dei pochi protagonisti della scena black metal a non lasciare dietro di sé una striscia di nemici festanti al momento della sua scomparsa. Un atteggiamento molto strano, se si considera l’ambiente fatto di lotte per la supremazia ed un generale movimento atto a sopravanzare i diretti rivali. Dead si guadagnò questa piccola soddisfazione grazie al suo comportamento schivo e riservato, alla sua sottile malinconia, al suo modo tutto particolare di rapportarsi con le altre persone. Nelle poche interviste scritte che ci sono rimaste è chiara l’influenza di Euronymous, quasi come se quelle parole le avesse scritte o pronunciate direttamente proprio lui. Ma sarebbe sbagliato giudicare un personaggio profondo come Per Ohlin da quelle dichiarazioni, più giusto ricordarlo con le parole di chi lo ha conosciuto. Metalion lo descrive come una "grande persona, silenzioso, ma proprio un gran ragazzo. E’ stato un peccato che si sia suicidato. Ovviamente devo accettare la sua scelta e la fine della sua vita mortale, ma non posso nascondere che questo fatto sia veramente triste. Ho avuto la fortuna di conoscere sia lui che Euro, entrambi sono le persone più uniche che abbia mai conosciuto". Hellhammer entrò nella band proprio in quel periodo: "non lo conoscevo prima. Aveva proprio uno strano carattere: era una persona a posto, un compagno molto composto, forse un po’ troppo malinconico e depresso". Anche Bard "Faust" Eithun ama parlare di Dead, anche se "non era una persona che potevi arrivare a conoscere molto bene. Penso che anche gli altri membri dei Mayhem non lo conoscessero particolarmente bene. Era difficile ottenere la sua fiducia. L’ho incontrato in tutto circa 6 o 7 volte, nelle due settimane prima che morisse. Aveva un sacco di idee strane, e sicuramente non amava stare in questo mondo, cosa che si tradusse nel suo suicidio. Molte persone erano tristi in quel periodo, perché era davvero un bravo ragazzo." La personalità di Per aveva colpito la freddezza delle persone che lo circondavano, riuscendo in qualche caso ad annullare anche l’aura di posticcia malignità di qualcuno di quei personaggi. Un atteggiamento misterioso, che forse derivava in parte dall’inquietante esperienza che il giovane aveva provato qualche anno addietro.

Ho avuto una strana esperienza un po’ di tempo fa. Avevo un’emorragia interna e non venne rilevata ai raggi-X, così continuai a sanguinare e a sanguinare finchè non svenni cadendo a terra sul pavimento perché era finito il sangue. Il cuore non ne aveva più da pompare e le mie vene/arterie ne erano praticamente piene. "Tecnicamente", ero morto. In quel momento, mentre cadevo (in una porta, come mi raccontarono dopo), vidi uno strano colore blu dappertutto, era trasparente perciò per un momento potevo vedere tutto blu, finchè qualcosa di bianco e caldo non mi circondò… Tuttavia ho chiesto ad una persona che conosco che ha avuto molte esperienze fuori dal corpo e usa magia di vari tipi, cosa significassero quegli strani colori. Lei mi disse che il primo piano nel mondo astrale ha il colore blu. Il piano "terrestre" è di colore nero, poi ne arriva uno grigio che è molto vicino a quello terrestre. Il successivo è blu, e poi diventa sempre sempre più chiaro finchè non si ferma ad un bianco brillante che non può essere oltrepassato dai mortali. Se un mortale riesce ad entrarci, egli non è più mortale e non può tornare indietro al piano terrestre e quindi a questa terra. Dopo il piano bianco si prosegue con un altro colore che non conosco, ma qui sono gli spiriti e i grandi maghi possono viaggiare. Mi disse che il piano bianco in cui ero entrato, senza saperlo, era il mondo dei morti e che io ero morto.


Esperienza vicino alla morte di cui è difficile dubitare, conoscendo il personaggio. Per raccontava di aver desiderato il suicidio fin dall’età di tre anni e di non essere fatto per questo mondo, intenzioni che rispettò con meticolosa costanza portando a fiero compimento il suo nome d’arte Dead. Il suo poco rispetto per la vita gli permise di compiere qualsiasi tipo di esibizione sul palco, compresa quella del famoso concerto di Sarpsborg ricordata così da Faust:

Dead si tagliò pesantemente - ovviamente in maniera intenzionale - perché ruppe una bottiglia, la prese e si colpì lasciando un’enorme ferita. Doveva andare all’ospedale subito dopo, ma ci arrivò così tardi che non servi più neanche tentare di ricucirlo. Mi ricordo che dopo l'accaduto si sentiva molto malato e dolorante per tutto il sangue che aveva perso. E’ stato il famoso concerto con le teste di maiale impalate. Ricordo anche che durante l’esibizione una persona ne mangiò alcuni pezzi e rischiò di morire perché la carne era molto vecchia.


Oltre alle strane esibizioni e alla sua affascinante personalità, Dead era stato cercato da Euro per un preciso motivo: prendere parte alla registrazione del primo vero album dei Mayhem, l’attesissimo "De Mysteriis DOM Sathanas". L’obiettivo non fu raggiunto, e oggi nel suddetto lavoro rimangono solo i bellissimi testi del ragazzo svedese. Infatti l’8 di Aprile del 1991 Per, nella casa vicino ad Oslo dove condivideva un’esistenza di estrema povertà insieme a Euronymous e Hellhammer, decise di seguire la sua strada. Prese un enorme coltello da cucina e si tagliò le vene. Poi caricò un fucile che era stato regalato loro per Natale dall’amico Varg Vikernes aprendosi in due la testa con un colpo. Tutto quello che lasciò in ricordo su questa terra furono due ultimi ricordi della sua macabra ironia… la maglietta bianca con scritto "I love Transylvania" e un irriverente bigliettino: "Scusate per il sangue".

Euronymous tornò all’appartamento qualche ora più tardi e trovò la porta chiusa senza ottenere alcuna risposta dall’interno. Non avendo le chiavi decise di scavalcare e di passare dalla finestra della stanza di Dead: fu così che scoprì, sul bordo del letto, il cadavere. La sua reazione non fu quella - affranta e disperata - che potremmo aspettarci da una persona dopo la morte di un caro amico. Euro infatti andò di corsa al supermercato a comprare una macchina fotografica usa-e-getta, scattò una decina di istantanee di ogni posizione del martoriato corpo di Dead e solo alla fine decise di chiamare la polizia. Nel frattempo cercò di realizzare in che modo avrebbe potuto sfruttare a suo favore la triste situazione: innanzitutto raccogliendo pezzi di teschio con cui fabbricare delle collanine da regalare agli amici e successivamente conservando una parte di cervello da mangiare per poter affermare di essere davvero un cannibale. Il tempestivo intervento della polizia impedì il progetto di tagliare a Dead un braccio da conservare all’interno di una teca di vetro, un fatto che comunque avrebbe destato non pochi sospetti nelle forze dell’ordine norvegesi. Una delle foto scattate quel giorno divenne tristemente famosa e Dead, senza saperlo, finì raffigurato sulla copertina di un live con la testa sfracellata e i polsi tagliati; le altre immagini vennero distrutte dai genitori di Euronymous quando egli venne ucciso da Varg Vikernes, ma questa è un'altra storia che vedremo più avanti.
Capitolo a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi