Power Metal - Chains and leather

Per quello che riguarda le bands strettamente Power Metal, bisogna tornare ai gruppi con cui si è iniziato, vale a dire GRAVE DIGGER e RUNNING WILD. Questi ultimi hanno continuato anno dopo anno l’attività artistica (anche se dell’originale line-up non rimane che il leader Rock’n Rolf) sviluppando un suono via, via sempre più personale, con la roca voce di Rolf che migliora di disco in disco, con sonorità quasi speed ma sempre epicheggianti, dove è sempre più evidente l'influenza dei THIN LIZZY, con temi e connotazioni coreografiche piratesche, ma non solo, come dimostrano ad esempio le songs “Bad To The Bones” o “White Buffalo” le cui lyrics trattano rispettivamente di politica nazionale e di degrado ambientale. I nostri realizzano così ben una innumerevole lista di album tra i quali spiccano “Branded And Exiled” (‘85), “Death Or Glory” (‘89) e l’immenso “Pile Of Skull” (‘92), rispetto al quale gli ultimi album, comunque sempre di valore, non reggono il confronto. I GRAVE DIGGER non hanno avuto invece la stessa costanza, partiti benissimo con “Heavy Metal Breakdown”(‘84) e “Witch Hunter” (‘85), dopo un interlocutorio “War Games” (‘86) tentavano la carta commerciale realizzando come DIGGER il mediocre “Stronger Than Ever” (‘87) che presagiva un momentaneo scioglimento, salvo poi riaffacciarsi sulle scene rinnovati nello spirito e nella line-up con il più che buono “The Reaper” (’93), eccellendo con “Tunes Of War” (‘96) in seguito, nonostante qualche difficoltà a livello di formazione, si sono mantenuti sino ad oggi sempre su livelli più che dignitosi. Discorso più ampio spetta poi agli HELLOWEEN. Dopo la compilation “Death Metal” seguono due buone uscite, l’omonimo MLP e “Walls Of Jerico” entrambi nel 1985, ma la svolta decisiva avviene con “Keeper of The Seven Keys”, part 1 (’87) e part 2 (‘88), merito sicuramente del nuovo entrato Michael Kiske che sostituisce dietro i microfoni il pur bravo Kai Hansen (anche chitarrista). Purtroppo contrasti interni al gruppo porteranno proprio alla fuoriuscita di Hansen il quale, assieme al vocalist Ralf Scheepers (ex TYRAN PACE, band che ha prodotto tra l’84 e l’87 tre discreti LP) dà vita ai GAMMA RAY debuttando con “Heading for Tomorrow" (‘90) a cui seguono “Sigh No More” (‘91), “Insanity And Genius” (‘93) quindi lo stupendo “Land Of The Free” (‘95) che vede il ritorno dietro ai microfoni di Hansen a causa dell’abbandono di Scheepers, tentato dalla possibilità di entrare nei JUDAS PRIEST, ma qui stiamo anticipando i tempi, se ne riparlerà a tempo debito! Se i GAMMA RAY si sono per lo più mantenuti sulle sonorità già espresse dai due “Keeper of...”, gli HELLOWEEN devono affrontare il successivo insuccesso della svolta commerciale intrapresa dalla band già con “Pink Bubbles Go Ape” (‘91) ma soprattutto con “Chamaleon” (‘92). Solo nel ’94, dopo l’avvicendamento di Kiske con Andy Deris, bravo ma non quanto il predecessore, gli HELLOWEEN ritornano a quelle sonorità a loro più congeniali con “Master Of The Rings” (‘94) , un buono ritorno, anche se personalmente continuo a considerare i GAMMA RAY come i veri eredi dei “vecchi” HELLOWEEN sia a livello strettamente musicale che morale. Lo stesso Kiske in versione solista ha dato nel ‘96 alle stampe “Instant Clarity” dove è evidente una iniziale indecisione sullo stile da seguire, infatti le cose migliori sono proprio quelle in cui mette le mani un “riappacificato” Kay Hansen, e che vede tra gli altri la collaborazione di Adrian Smith. Con il tempo Kiske limiterà le sue escursioni in campo Power Metal a fugaci apparizioni come guest, ma la sua visione musica prenderà altre strade. Sempre a proposito di lead vocalist, Udo Dirkschneider, abbandona gli ACCEPT alle prime avvisaglie della loro svolta melodica a cui segue un primo scioglimento, e dà il via ad una carriera solista, come U.D.O., con cui realizza quattro buoni LP tra i quali emergono “Animal House” (‘87), un progetto accantonato (ma solo provvisoriamente) nel 1993 per rientrare nei riformati ACCEPT, un rientro che purtroppo avrà vita breve, riportando in auge la carriera solista del carismatico cantante tedesco.
Capitolo a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti