Doom Metal / Stoner / Sludge - Gli anni novanta e le prime contaminazioni (I)

Prima di affrontare i diversi sottogeneri nei quali il Doom viene convenzionalmente suddiviso, occorre tracciare un’altra netta distinzione all’interno di questa corrente musicale e che viene grosso modo a coincidere cronologicamente con l’inizio degli anni Novanta. I cambiamenti di cui è protagonista l’intera scena metal in corrispondenza del penultimo cambio di decade, e che vede una generale tendenza all’estremizzazione e alla ricerca di sonorità innovative e sempre più slegate da quelle del passato, si manifesta nel Doom con la contaminazione del genere con altre correnti musicali meno usuali, ovvero il Death metal e, in alcuni casi, anche il Black (Black-doom possono essere considerate band quali Cultus Sangine, Bethlehem o anche i primi Katatonia). Da queste nuove influenze, grazie alle quali è possibile parlare di una seconda giovinezza per un movimento che era giunto alla sua massima manifestazione sul finire degli anni ’80, sorgono diversi indirizzi musicali legati al Doom e universalmente riconducibili al termine Death Doom.
Come iniziatori di questo movimento vengono considerati i primi lavori di band quali My Dying Bride (Turn Loose the Swans, 1993, è certo tra i dischi più rappresentativi del genere) Anathema, Pyogenesis o Paradise Lost, nei quali compaiono per la prima volta elementi appartenenti alle due scene, quella Doom e quella Death metal, qui combinati in un unico sound. È innegabile che la proposta di questa nascente corrente, la quale ha raggiunto in seguito un livello di notorietà ben maggiore di quanto non abbia ottenuto il Doom più classico o quello degli esordi, si allontani di molto dallo stile del quale abbiamo parlato finora, dove le influenze più tradizionali sono riconoscibili soprattutto per la generale predilezione nei confronti si sonorità cupe e malinconiche, lontane dalla matrice hard rock così essenziale e determinante fino a questo momento. Del Death metal vengono ripresi invece gli aspetti più pesanti e il cantato growl, anche se in una diversa accezione, con una carica meno aggressiva e volto alla ricerca di atmosfere più poetiche e sognanti, spesso accompagnate dall’uso delle tastiere (strumento precedentemente quasi estraneo al Doom più tradizionale) e di altri particolari (quali archi o voci femminili) grazie ai quali spesso si tende a considerare certe band più Gothic che Doom, mostrando come, ancora una volta, una netta distinzione tra generi e sottogeneri sia pressoché impossibile.

Accanto alle citate formazioni, come si è visto per alcuni aspetti a cavallo tra gothic e Doom metal, ve ne sono altre le quali sono da considerarsi Death-doom a tutti gli effetti, soprattutto parlando di nomi quali Winter, diSEMBOWELMENT, Amorphis (in riferimento ai primi anni di carriera della band finlandese) o Morgion. Per queste band tale dicitura risulta decisamente più calzante: la lentezza a tratti esasperata del Doom si fonde in un’unica miscela sonora con le ritmiche e le atmosfere del Death metal, il quale mantiene una percentuale predominante per quel che riguarda il cantato gutturale ma va a perdere tratti salienti che gli appartengono, quali una certa articolazione nella struttura dei brani e nel lavoro delle chitarre, favorendo una maggiore semplicità e compattezza sonora. Into Darkness (1991) degli statunitensi Winter oppure Transcendence Into the Peripheral dei diSEMBOWELMENT (unico full lenght realizzato dalla band australiana nel 1993 prima dello scioglimento) sono di certo un buon manifesto e punto di partenza per la comprensione di quanto detto, anche se probabilmente solo una scelta fetta di estimatori riesce a digerire tali sonorità fortemente estremizzate e lontane da quello che in maniera standard viene definito sia Death che Doom. Altre band hanno mostrato un approccio del genere, portando ai limiti aspetti presenti in questa corrente musicale e ottenendo così nuove e differenti diramazioni sempre più lontane dalle origini del Doom. Da una maggiore predilezione verso la componente malinconica e depressiva di certo Death-doom si è soliti parlare di Funeral Doom (termine quanto mai eloquente) per indicare quelle band, come Skepticism o Shape of Despair, obiettivo primario delle quali è trasfigurare in musica il lato più oscuro delle emozioni e sensazioni dell’animo umano. La ricerca sonora è quindi rivolta verso tematiche e atmosfere angoscianti, altamente depressive (e quindi vivamente sconsigliati ai più fragili di umore) che si manifestano musicalmente con un ampio uso di tastiere e di parti vocali straziate e declamatorie, accompagnate da liriche e tematiche che pescano abbondantemente da questi sentimenti oppressivi e malinconici. Tra le band di maggior rilievo di questa corrente si possono citare sicuramente i norvegesi Funeral autori di due album molto significativi del genere quali Tristesse (Ep datato 1994) e Tragedies (1995), caratterizzati da un andamento ultra slow accompagnati dal cantato Death metal.

Sarà a questo punto quanto mai evidente come sia possibile parlare (almeno in linea teorica) di numerosi derivati di Doom Metal, a seconda delle altre influenze musicali presenti nella proposta di band che accompagnano tratti Doom ora al Death, ora al Black o al Gothic metal. Potenzialmente si potrebbe quindi parlare di un sacco di sottogeneri col suffisso –doom, uno per ogni sfaccettatura dell’heavy metal, sostanzialmente. Si potrebbe quindi parlare di grind-doom, black-doom, epic-doom e via dicendo, ma non sempre è possibile ragionare e muoversi secondo una via talmente schematica. Certo in molti si è diffusa tale tendenza, ma personalmente credo che sia un modo di procedere poco significativo e derivativo; per questa ragione qui non si parlerà di tali catalogazioni appunto per la loro caratterizzazione del tutto aleatoria e a volte priva di fondamento. Rimanendo invece nell’ambito delle estremizzazioni, il ruolo di protagonista è recitato dalla corrente cosiddetta Drone-doom, dove “drone” sta per “brusio” ma anche “cantilena”, “vociare monotono”, e sta ad indicare più che una vera e propria scena musicale, un insieme di sperimentazioni sonore che difficilmente possono essere descritte come canzoni o più semplicemente col termine musica. La linea guida di certe composizioni è quella di distruggere il senso stesso di musica e canzone, fino ad arrivare ad una decostruzione dei singoli elementi che stanno alla base dell’esperienza sonora per portarli alle estreme manifestazioni. Le poche band che hanno seguito tale cammino sconvolgono completamente gli schemi classici coi quali si è soliti inquadrare un genere, uno stile musicale: la lentezza dei tempi utilizzati è addirittura estenuante, portata ai limiti estremi di sensatezza e in alcuni casi addirittura oltre; i suoni e le accordature delle chitarre producono un'unica devastante onda sonora nella quale la successione degli accordi (nei casi in cui di tale dicitura abbia senso parlare) diventa impercettibile e indistinta dal cantato straziante e lancinante dei vocalist che il più delle volte si cimentano nella produzione di suoni vagamente umani. La totale assenza di melodia e l’esasperazione sonora di gruppi quali Sunn O))), Earth (i padrini di questo genere), Khanate e pochi altri, rappresenta un caso limite e unico di pesantezza e minimalismo sonoro che difficilmente potrà entusiasmare le orecchie meno allenate a certi tipi di sperimentazioni.

Ben più “musicali” e digeribili sono i territori meno estremi e più probabilmente apprezzabili di quello che viene chiamato Atmospheric-doom, una derivazione meno estrema e opposta alle ultime appena descritte del Doom. Al superamento di ogni limite viene preferita un’inversione di rotta verso sonorità meno pesanti e più distese, appunto “atmosferiche”, e comunque caratterizzate da una forte e immancabile componente doomy, soprattutto a livello delle tematiche trattate.
Ampio uso di tastiere, voci femminili e altri strumenti caratterizzano il sound di band quali The 3rd And The Mortal o As Divine Grace, le quali puntano su un uso per così dire “visivo” della propria musica, volto alla creazione di paesaggi e vedute sia intimistiche che naturaliste. Molta classe e raffinatezza accompagna solitamente questa proposta musicale, motivo per il quale non è difficile accostare Atmospheric-doom e Gothic metal, visti i numerosi punti di contatto tra i due (comunque diversi) generi.
Capitolo a cura di Marco 'Mark' Negonda