Thrash / Speed Metal - Conclusione

Ora il thrash, o meglio il movimento thrash di una volta, non c’è più: è il caso di dirlo senza troppi giri di parole. Ultimamente è abitudine spacciare per tali dei gruppi quali i Terror 2000 e altri ancora provenienti dalla Scandivania, ma non fatevi ingannare, perché, musicalmente e non, il thrash metal era e sempre sarà ben altra cosa. Il thrash non è un mondo musicale patinato, fatto su misura per le richieste del pubblico o delle ingorde case discografiche, né tanto meno potrà mai ritornare con una sorta di revival. Il thrash metal era più che una musica, era un modo di vivere, un modo di vedere le cose, di vedere la vita, di vedere il mondo che ci circonda e di interpretare quello che succede nella nostra società. E’ un stile musicale profondamente ed indissolubilmente legato al proprio contesto storico, socio-politico e culturale.

Vive ancora, ma solo nei cuori di chi ama questa musica e tutto il bagaglio umano e culturale che si porta dietro, nei cuori di chi ha vissuto in prima persona i fatti o anche solo nei cuori di chi con questo genere vi è cresciuto. Ed ora, ringraziando chi ci ha regalato tanti indimenticabili momenti con la propria musica, e salutando ancora una volta il buon Paul Baloff, grande uomo e grande musicista, con un pizzico di nostalgia tornerò a fra gracchiare la puntina su un polveroso vinile vecchio di oltre un decennio.

Long live the Loud!


Capitolo a cura di Lorenzo 'Txt' Testa