(06 febbraio 2019) Kiko Loureiro Trio tour 2019 (6 febbraio 2019, Pisa)

Info

Provincia:PI
Costo:20 €
Dopo una giornata di scuola opprimente e qualche litigata con i propri genitori riesco finalmente a trovare un passaggio per arrivare in tempo al Blitz. La serata era soavemente accompagnata da un servizio di hamburger a prezzi smodati, ma io e i miei amici abbiamo cenato più che bene. Io sono super in ansia per l’intervista che andrò a fare all’indiscusso protagonista della serata verso le 21.15 (che potete leggere qui). Durante l’intervista fila tutto liscio, tranne il mio zoppicante inglese, anche se poteva andare molto peggio.

Per gli standard pisani, puntuale alle 22.15 circa sale il proprietario del locale sul palco, presentando i tre talentuosi musicisti. Mi guardo intorno, il pubblico è molto variegato, andiamo dai 15enni che non sanno bene cosa aspettarsi fino al pensionato dall’occhio attento e critico.

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Pau-De-Arara” apre l’esibizione, brano tratto dal primo album “No Gravity”, risalente al 2005, questo come tutti gli altri brani è eseguito con una cura e una precisione maniacale, dagli infiniti assoli del nostro beniamino come dalle intricate ritmiche del giovane Bruno Valverde (no ragazzi, sul serio, ha 29 anni ma sembra ne abbia 19), che non ha composto lui, ma che esegue senza intoppi alcuni.

C’è da dire che tutto il concerto è penalizzato molto dall’acustica e dal poco spazio che il Blitz offre. Il Blitz è un locale dall’estetica fantastica, Rock e Metal ovunque, però non proprio adatto ad ospitare concerti ad un volume esagerato, nelle prime 3/4 canzoni si creava una distorsione esagerata, a cui ti abitui dopo un po’.

Kiko sì, è il protagonista, ma non esattamente sempre. Infatti tra “Camino A Casa” e “The Hymn” il nostro batterista Bruno Valverde, di cui tutte le amiche che mi hanno accompagnato al concerto erano innamorate, esegue un assolo davvero memorabile, dove gli altri compagni di viaggio se ne stavano da una parte ad ammirare lo spettacolo. Bruno ci travolge con uno stormo di tecnicismi e passaggi funambolici. Il pubblico ammutolito.

Kiko, essendo agevolato dalla sua lingua d’origine, un po’ d’italiano lo parla, va oltre il “grazie mille”, solitamente l’unica frase che sanno pronunciare on-stage molti artisti, ma spesso chiede al pubblico un’interazione, che sia un “tutto ok?” o una richiesta di battere le mani a tempo, come prima della canzone “El Guajiro”.

La scaletta non attinge a piene mani solo dal repertorio solistico di Kiko, ma anche dall’album che ha registrato con i Megadeth, Dystopia, portando un estratto da “Conquer Or Die” e anche parte di un brano degli Angra, “Angels And Demons” da Temple Of Shadows del 2004.
Prima di queste due canzoni Kiko soltanto esegue “una musica che alla mia terra portiamo nel sangue” come ha detto lui, un samba con una lignea Ibanez dal suono caldo e pulito. Termina l’esecuzione con “e ora qualcosa di più duro”, testuali parole.

Per concludere, è stato un bel concerto, con dei momenti molto belli, ipnotici e funambolici, ma ogni tanto il troppo funambolismo stanca e ti porta a guardare l’orologio. È un concerto che in condizioni acustiche migliori sarebbe stato più godibile, lo ammetto, però ripeto, se non sei una di quelle persone che va ai concerti per cantare il ritornello della tua canzone preferita in un inglese imbarazzante, allora il concerto ti piacerà non poco.

Setlist
1 - PAU-DE-ARARA
2 - REFLECTIVE
3 - ESCAPING
4 - GREY STONE GATEWAY
5 - NO GRAVITY
6 - EL GUAJIRO
7 - FEIJAO DE CORDA
8 - CAMINO A CASA (drum solo)
9 - THE HYMN
10 - SAMBA DA ELISA
11 - CONQUER OR DIE
12 - ANGELS AND DEMONS
13 - RAY OF LIFE
14 - DILEMMA
Encore
15 - ENFERMO
Report a cura di Carlo Masoni

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