(11 marzo 2019) KORPIKLAANI + TURISAS + TROLLFEST, Live Music Club

Info

Provincia:MI
Costo:TBA
Oh, per una volta posso appuntarmi la medaglietta della puntualità ad un concerto!
Nonostante l’orario quasi mattiniero (l’inizio delle ostilità è fissato per le 18:30) riusciamo ad introdurci al Live di Trezzo giusto in tempo per assistere all’approdo sul palco di loschi figuri barbuti vestiti da fatine…

TROLLFEST

Un’allegra combriccola di picchiatelli. Trovo questa definizione d’antan quantomai calzante per la compagine norvegese, che apre le danze per un pubblico non ancora foltissimo ma nemmeno troppo sparuto.
I costumi di scena, come potete ammirare dai reperti fotografici, sviano abbastanza dalla consuetudine, e lo stesso può dirsi della proposta musicale: per chi non li conoscesse, i Nostri si dilettano da anni con un pagan folk dagli spiccati toni parodistici, che miscela Finntroll, Arkona e Troldhaugen aggiungendo una qual certa dose di pura demenzialità.

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Se il giochino, dal punto di vista discografico, alla lunga tende a mostrare la corda, lo stesso non può dirsi del contesto live.
Anzi, tutt’altro: lo screaming strozzato e pressoché inintelligibile del cantante (e percussionista) Trollmannen acquisisce tutt’altro sapore con quel regale mantello e quella corona di palloncini sulla testa, così come le ritmiche paiono, come per magia, meno strampalate laddove messe in relazione alla mimica facciale dei chitarristi.

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L’avrete ormai capito: i Nostri puntano forte sul fattore intrattenimento, e visti i risultati fanno bene.
Trenini chilometrici col bassista capofila; platea che viene fatta sedere, saltare e sprintare a destra e a sinistra; il wall of death che si trasforma in wall of love (in sostanza ci si incontra nel mezzo e, anziché pogare, ci si abbraccia)… insomma, non si può certo accusare i Trollfest di non aver scaldato l’audience per i gruppi successivi.

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La proposta, si badi, resta irrimediabilmente caciarona e squinternata, ma non priva di attrattiva. Sarebbe infatti ingeneroso, a mio avviso, attribuire alla compagine proveniente da Oslo l’unica qualità di saper strappare un sorriso anche al più truce dei metallari.
A voler ben vedere certi brani, benché sciocchini, si fanno ampiamente apprezzare: penso alle stravaganze in salsa brasileira di “Solskinnsmedisin”, al travolgente incedere di “Steel Sarah”, o ancora agli estratti del recentissimo nuovo full lengthNorwegian Fairytales”, che mettono addirittura in mostra una parvenza di maturazione in termini di composizione ed arrangiamento.
Ecco, l’ho detto.

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Come a smentire idealmente ma recisamente ogni calunniosa accusa di serietà, Lodd Bolt e soci pensano bene di congedarsi col coro canino di “Helvetes Hunden GARM”. Spassoso quanto volete il singalong a base di latrati, ma altrettanto degradante se eseguito di fronte a tua moglie (che abbaia a sua volta come un carlino imbizzarrito)…
In ogni caso tutto molto bello, e non v'è ironia celata in questa affermazione.

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TURISAS

Dopo aver esplorato il lato ridanciano del pagan folk coi Trollfest, ed in attesa di quello bucolico (ed etilico) degli headliner, spetta ora ai Turisas approfondire i profili più pomposi e cinematografici del genere.
Ci pensa l’ottima “As Torches Rise” a mettere subito in chiaro le belligeranti intenzioni della band finnica (nonostante la chitarra di Jussi Wickström fatichi ad imporsi nel mixing).

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Ad introdurre la successiva “A Portage to the Unknown” giunge poi il violino della brava Caitlin De Ville -non mi esprimo sulle fattezze fisiche per non incorrere in accuse di sessismo, e comunque ci pensano i sottostanti reperti fotografici a chiarire).

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La line up, in effetti, si presenta al pubblico del Live in versione piuttosto rimaneggiata: oltre alla defezione di Olli Vänskä si registra un cambio dietro le tastiere, laddove rientra Robert Engstrand al posto di Kasper Mårtenson.
Nulla che, almeno ai miei occhi, infici la buona resa dello show: i Nostri si dimostrano band affidabile e ben oliata sopra le assi di un palco, sia dal punto di vista squisitamente strumentale che sotto il profilo della presenza (molto ben realizzati gli abiti di scena ed il backdrop, così come ho trovato carismatica ed efficace la prova del frontman Nygård).

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La scaletta, dal canto suo, alterna con equilibrio mid tempos epici (“To Holmgard and Beyond”, “A Portage to the Unknown”), anthems irrinunciabili (“Stand Up and Fight”, “Battle Metal”) e divertissements (penso ad “In the Court of Jarisleif”, ove a tratti pare di ascoltare una finnish version dei Gogol Bordello, ed a “Rasputin”, cover dai cori contagiosi e catchy all’inverosimile).
Non è tutto oro quel che luccica: continuo a trovare pressoché inascoltabile la strofa di “Hunting Pirates” e tediosi alcuni passaggi di “Greek Fire”, ma nel complesso la setlist scorre più che egregiamente.

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Dopo una breve pausa i baldi giovani di Hämeenlinna decidono di mettersi comodi e di sedersi per i bis, che vengono affrontati in chiave interamente acustica.
Non parliamo certo di un accorgimento rivoluzionario in sé e per sé, ma spesso simili soluzioni vengono inserite a metà scaletta, come fossero un apostrofo rosa tra le parole “blood” e “warrior”. Invece, trovo che affidare la chiusura dello show a rielaborazioni così intime e sommesse, specie per una band dal sound magniloquente e bombastico (perdonate l’utilizzo dell’orrido termine), rappresenti una mossa piuttosto bislacca.
Non necessariamente balorda, ma bislacca sì.

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In ultima analisi, comunque sia, ampiamente promossi anche i Turisas; se poi volessero decidersi ad incidere un nuovo album andremmo ancor meglio…
Sotto con gli headliner!

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KORPIKLAANI

Eccoli qui i membri del Clan della Foresta, puntuali come orologi svizzeri e pronti a mettere Live di Trezzo a ferro e fuoco, zompettando come forsennati a ritmo di humpa metal
Ehm…

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… reputo davvero di cattivo gusto indugiare sugli aspetti esteriori di un professionista (sia esso un musico o altro), ma nell’attimo in cui scorgo il chitarrista Kane, il bassista Jarkko e Jonne qualche dubbio sulla forma fisica sorge spontaneo.
Avevo assistito ad un loro show diversi anni fa al Tempo Rock, e oggi mi sembrano perlomeno raddoppiati a livello di circonferenza…

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Ok, la pianto con le recriminazioni sulla forma fisica, c’è pur sempre un concerto da godersi, no?
L’inevitabile apripista “Neito”, seppur al netto di suoni piuttosto impastati, scalda subito il pubblico, ora piuttosto numeroso.
I primi brani in scaletta (durante i quali vengono aggiustate le piccole magagne sonore) mettono in chiaro il leit motiv della serata: la promozione dell’ultimo full lengthKulkija”.

Strategia sacrosanta della quale non posso che bearmi, visto che continuo ad apprezzare in particolar modo l’ultimo full length dei finlandesi; al tempo stesso, qualche fan di vecchia data potrebbe aver trovato la setlist un pelo fiacca, anche in considerazione del piglio più meditabondo e malinconico delle nuove composizioni.
Accontentare tutti, si sa, non è possibile, ma ciò non toglie che la band dimostri compattezza e fiducia in sede live, anche se in più di un’occasione sembra procedere col pilota automatico inserito.

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Tutta la band, ad ogni modo, si guadagna la pagnotta, con Jonne che si dimostra per l’ennesima volta frontman navigato ed istrionico -benché la somiglianza con Jack Sparrow inizi a farsi inquietante-, e con un Tuomas Rounakari –che invece mi ricorda Walter White di Breaking Bad- sempre più importante nell’equilibro sonoro delle composizioni. Senza contare che il broncio, la legnosità e l’improbabile completo bianco finiscono paradossalmente per donargli una insospettabile dose di magnetismo.

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Non ci si perde in lunghe presentazioni o dissertazioni; le chiacchiere sono pressoché azzerate e la scaletta procede veloce e sicura, approdando di quando in quando in episodi maggiormente improntati all’atmosfera (penso alla dolente “Kallon malja”, alla suadente “Harmaja” ed alla doomeggiante “Sillanrakentaja”).

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Non mancano, come ovvio, gli episodi più movimentati, che tuttavia vengono accatastati perlopiù nell’ultima porzione di concerto: il piglio di “Pilli on pajusta tehty” riuscirebbe a smuovere anche una cassapanca, mentre le antiche “You Looked into my Eyes” e “Wooden Pints” –sempre irresistibile- mettono in mostra il lato più irruento e genuino della compagine silvana.

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In un battito di ciglia è già tempo di bis a tema alcolico: si riparte con “Beer Beer”, che vede l’approdo sul palco degli amici Trollfest i quali, nel frattempo, hanno dismesso gli outfit di scena e si sono vestiti in modo civile… no eh?
No in effetti: i Nostri sono ancora agghindati come prima, e ci regalano una versione anarchica ma spassosa del noto brano.
Si sale di gradazione con l’immancabile “Vodka”, intonata da tutti i presenti, per poi concludere in bellezza con la frenetica “Happy Little Boozer”, in cui invece compare in veste di guest il bassista dei Turisas Jesper Anastasiadis, in questa occasione alle prese con una sorta di mandolinetto piccino picciò.
Gran bel finale.

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Abbandono quindi il Live più che soddisfatto per la buona riuscita di un concerto forse non indimenticabile, ma perfettamente organizzato, ben congegnato a livello di bill e senz’altro coinvolgente.
Non perdiamoci di vista, mi raccomando!

Live report di Marco Caforio
Foto di Giulia Bianchi

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TROLLFEST setlist:
1 – Fjøsnissens fjaseri
2 – Kjettaren mot strømmen
3 – Toxic
4 – Steel Sarah
5 – Illsint
6 – De tre bukkene Berusa
7 – Kaptein kaos
8 – Professor Otto
9 - Deildegasten
10 - Solskinnsmedisin
11 - Espen Bin Askeladden
12 - Helvetes Hunden GARM

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TURISAS setlist:
1 – As Torches Rise
2 – A Portage to the Unknown
3 – We Ride Together
4 – To Holmgard and Beyond
5 – in the Court of Jarisleif
6 – Greek Fire
7 – Hunting Pirates
8 – Battle Metal
9 – Five Hundred and One
10 – Stand Up and Fight
11 – Rasputin
ENCORE
12 – One More (acoustic)
13 – The March of the Varangian Guard (acoustic)
14 – For Tour Own Good (acoustic)

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KORPIKLAANI setlist:
1 – Neito
2 – Juomamaa
3 – Korpikuusen kyynel
4 – Aallon Alla
5 – A Man with a Plan
6 – Palovana
7 – Kallon Malja
8 – Pellervoinen
9 – Harmaja
10 – Kotinkuut
11 – Henkselipoika
12 – Sillanrakentaja
13 – Kylästä keväinen kehto
14 – Lempo
15 – Pilli on pajusta tehty
16 – You Looked into my Eyes
17 – Wooden Pints
ENCORE
18 – Beer Beer
19 – Vodka
20 – Happy Little Boozer
Report a cura di Marco Cafo Caforio

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