(03 luglio 2017) Suicidal Tendencies + Buffalo Grillz - 3 Luglio 2017 (CSOA Forte Prenestino, Roma)

Info

Provincia:RM
Costo:18 euro
Sarò sfortunato io ma gli ultimi concerti svoltisi nella capitale a cui abbia assistito sono stati degli autentici flop o perlomeno con una cornice di pubblico non decorosa o adeguata alla nomea ed al valore delle band che si sono esibite sui vari palchi, da simil pub fino a veri e propri locali con acustica e platee di ben maggiore importanza. Certo, qui parliamo dei Suicidal Tendencies, una leggenda che ormai da ben 35 anni ha riunito sotto la propria egida il movimento punk, hardcore e thrash metal, sconfinando qua e là sì a livello musicale certamente ma anche a livello attudinale, lirico e politico.

Ma la sorpresa di trovarsi di fronte tutta questa gente accorsa quasi last minute al CSOA Forte Prenestino beh… questa davvero non era preventivata e mi ha totalmente lasciato di stucco. E a quanto pare non sono stato il solo. Ma andiamo con ordine.

La band di Mike Muir avrebbe dovuto esibirsi al parco di Villa Ada, all’interno della rassegna “Villa Ada Roma incontra il mondo”, al costo di 18 euro senonchè problemi tecnici ed organizzativi dell’ultim’ora hanno reso necessario lo spostamento del tutto al suddetto forte, per chi non lo conoscesse un centro sociale, con riduzione del “biglietto” a soli 5 euro. Da una parte, ho letto e sentito più di qualcuno lamentarsi per tutto questo, a causa della nuova location assai “ruspante”, ma dall’altra l’ambientazione urbana a suon di graffiti, tunnel claustrofobici, fossati e grandi piazzali ha reso l’atmosfera decisamente in linea con quanto proposto dalla formazione di Venice, richiamando indubbiamente alla mente il video di “You Can’t Bring Me Down”.

Schizzinosi a parte (ma ammetto che nemmeno il sottoscritto fosse così entusiasta all’idea), bisogna ammettere che il Forte poteva essere la scelta giusta per i Suicidal: peraltro l’acustica niente male, l’impianto suoni/luci decisamente all’altezza, persino il rispetto degli orari previsti, hanno fatto decisamente pendere la bilancia da parte di chi ha voluto ripiegare in questa direzione.

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Ripiegare? O svoltare totalmente?
Sì, perché un assembramento tale di gente personalmente non lo vedevo da tempo immemore. Persone che non incontravo da decenni si sono smosse al richiamo dei ST…o dei 5 euro? Probabilmente entrambe le cose, in effetti chiedendo a tutti quelli che incontravo “cosa ti ha portato qui?” la risposta era quasi univoca, indicando come l’economicità della serata come fattore predominante.
E poi bisogna ricordare la schiera degli adoratori di Dave Lombardo, “quello dii Slayer”, che ha più volte dominato ed infoiato il pubblico, a suon di “borate” e doppiacassa assolutamente non presente nelle versioni originali ma che ha riscaldato una platea assolutamente ricettiva, sebbene slayerizzando un po’ il sound, dato il carisma assoluto che il drummer si porta dietro ovunque egli si sieda.

Tante chiacchiere per arrivare al dunque, la musica. Al mio arrivo, faccio giusto in tempo a stupirmi del rispetto degli orari che mi godo con gran piacere il grind dei Buffalo Grillz, esemble di tutto rispetto formato da ben noti musicisti dell’area estrema romana e non solo, con alle spalle formazioni ottime come Perfidy Biblical, Hour of Penance e Hideous Divinity, con il ruolo di vocalist ed intrattenitore affidato al rodatissimo Enrico Giannone, già protagonista da metà anni ’90 con i suoi Undertakers: la band si diverte, questo è palese, e fa divertire, scalda il pubblico, sciorina blast letali e di gran classe, con un retrogusto ironico assolutamente necessario ed impreziosente in un genere estremo come il grind, e basti leggere la tracklist o i titoli dei loro dischi per rendersene conto. Garanzia di qualità e di divertimento, buona parte dei presenti applaudono festanti e ricambiano l’affetto. Si inizia proprio bene.

Com’è ovvio che sia, l’attesa è tutta per Mike MuirDave Lombardo..e soci. Sì, perché poi nessuno sa con precisione chi siano gli altri, ormai i ST sono Mike, c’è l’ospite illustre Lombardo..e poi?

Beh, ingenerosi. Perché alla solita c’è Pleasants, che alla fine suona con gli Infectious Grooves da una vita vera (1991) e con i Suicidal da “Freedumb” e quindi ben 20 anni. Ra Diaz, nonostante sia appena entrato, si dimostra un bassista eccellente, sia tecnicamente, sia a livello scenico e partecipativo, che fomenta gli astanti, rotea, si lancia, corre, incita, slappa, un vero trottolino impazzito. E poi…lasciatemi sognare, c’è Jeff Pogan, classe ’91 ed anche lui entrato da pochissimo in lineup, il vero thrasher per antonomasia, cappellino con la visiera rivolta in su, capelli biondi lunghissimi, ma per il sottoscritto (e non solo) per questa serata LUI era Mike Clark, lo storico chitarrista da “How Will” in poi, volutamente ignorando il fatto che non potesse essere assolutamente lui, non foss’altro per il fatto che dimostrava tutti i suoi 26 anni invece di…52, il doppio. Velo pietoso.

Ma facciamo parlare la musica. Si attacca con uno dei brani più attesi, “You can’t bring me down”, ed esordio peggiore non poteva esserci. La chitarra di Pogan è spenta, e la band esegue questo inno al 50% della velocità, tanto da sembrare un altro pezzo. “Madre santa, che mosciume” penso, ma tutto come per magia cambia da un pezzo all’altro: il sound viene sistemato e la band accelera, di brutto: “I Shot the Devil” aggiusta tutto e mette le cose in chiaro, la band è in forma, eccome se è in forma. Anche Mike, rispetto alle esibizioni di qualche tempo fa, è decisamente più agile, snello e dimagrito e nonostante non si fermi un attimo non va mai in affanno né a livello fisico né a livello vocale, arringa il pubblico, lo tiene nella propria mano, balla buffamente ed è stupendo.

Peraltro la setlist è pressochè eccelsa, i brani tratti dal primo leggendario omonimo album sono abbastanza, con “I Saw Your Mommy” e “Subliminal”, e c’è spazio per le celebri successive “Possessed to Skate”, “War Inside my Head”, “Send me your money”. Anche un disco come “How will I laught tomorrow”, da molti quasi trascurato (ma non dal sottoscritto, in quanto vero scollettamento dell’epoca dei ST verso il thrash metal) viene ampiamente rappresentato con “Trip at the Brain”, uno degli apici dello show, e la doppietta conclusiva con la titletrack e “Pledge Your Allegiance”.

Il tempo di inserire qua e là qualche brano degli ultimi 20 anni, con “Freedumb”, “Cyco Vision” (che dal vivo guadagna PARECCHI punti), e “Clap Like Ozzy” ed eccoci arrivati a 75 minuti di concerto, una durata ottimale, che permette a Mike di tenere uno show senza cali di tensione, sempre a palla, col pubblico sempre in tiro e pronto a rispondere alle sollecitazioni di una band decisamente soddisfatta ed orgogliosa delle oltre duemila presenze, lo riscrivo che sicuramente qualcuno avrà letto male pensando che eravamo a Roma, DUEMILA presenze…e passa.

Tanti over senza dubbio, ex thrashers, romantici e nostalgici, una folta schiera hardcore, qualche esponente punk, alcune improponibili vestite con sandali e vestitini a fiori come se fosse la sagra della pizzica (ed effettivamente totalmente estranee al concerto) mentre altri vestiti come impiegati del catasto ma assolutamente estasiati ed inneggianti ai ST, tradendo perlomeno un passato metal.

Tutto questo mentre la band regala anche un bis con “Living for Life” e si congeda vincitrice dal melting pot dei presenti, in una serata in cui hanno vinto tutti, dalla band, agli organizzatori, al Forte, ai presenti.

Dai, per una volta la musica ha vinto, ha vinto di brutto. Chissà come faremo quando questi “dinosauri” si estingueranno ma al momento non vogliamo pensarci. W Mike, W i Suicidal.
Report a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 lug 2017 alle 15:50

Bene,deve essere stato bello. Il contesto è stato proprio al 100% ST. Chissà come è Lombardo sentirlo a suonare con loro..spero di rivederli. Birra? Bevuta? Son contento che ti è piaciuto!