(28 marzo 2017) Dark Tranquillity + Omnium Gatherum - 28 Marzo 2017 (Revolver Club, San Donà di Piave)

Info

Provincia:VE
Costo:25
A distanza di soli sei mesi dalla loro ultima tappa, i Dark Tranquillity tornano nuovamente a calcare il suolo italico e regalano al proprio, fedelissimo pubblico una prima tappa che farà la felicità di tutti coloro che, pazientemente, hanno atteso il loro grande ritorno così a lungo. Nonostante la scarsa promozione, l’unica data in veste di headliner di questa serata, prevista per martedì 28 marzo 2017, ha chiamato a raccolta al Revolver Club oltre un centinaio di spettatori, pronti per godere di una serata ricca di pathos.



Sono circa le 20.40 quando il palco del locale veneziano dà il benvenuto agli Omnium Gatherum. Unica band di supporto per questa particolarissima data “fuori programma”, i finlandesi infiammano il pubblico da subito con il brano iniziale “The Pit”, tratto dalla loro ultima pubblicazione, “Grey Heavens” (2016, Lifeforce Records). Seppur la sala sia ancora semi-vuota, i pochi spettatori presenti sfoggiano un entusiasmo fuori dal comune, esternando persino una certa curiosità volta al gruppo di Helsinki, assente dai palchi italiani da appena due anni.

Il sestetto appare molto energico, in particolar modo il cantante Jukka Pelkonen, sorridente e gagliardo più che mai, ed il chitarrista Markus Vanhala, il quale, durante il corso della serata, ha sfoderato una grinta ed una tecnicità impressionante, qualità già conosciute al grande pubblico grazie al lavoro svolto con i suoi Insomnium. I finlandesi sanno come conquistarsi la simpatia del pubblico a suon di riff granitici e melodie accattivanti e il pubblico, da prassi, apprezza. Con circa un’ora piena messa a loro disposizione, i finlandesi offrono un set abbastanza equilibrato che alterna perlopiù i brani più recenti a quelli più conosciuti: infatti, la setlist presenta la bellissima “New World Shadows”, diventato, ormai, uno dei pezzi cardini della band, e “New Dynamic”, scelta come degna conclusione di un set incendiario che è stato sì apprezzato ma che, purtroppo, sembra essere stato leggermente penalizzato da alcuni piccoli inconvenienti tecnici, probabilmente legati a qualche problema legato all’amplificazione.



Precisi, puliti e molto tecnici, gli Omnium Gatherum hanno saputo regalare un’altra testimonianza della loro bravura e del loro talento e, a seguito del più tradizionale saluto rivolto ai presenti, si apprestano a lasciare il palco ai veri protagonisti della serata.

Scaletta:
The Pit
Skyline
Frontiers
The Sonic Sign
New World Shadows
New Dynamic



Al termine dell’incredibile performance regalataci dai finnici, arriva finalmente il tempo di gustarsi il piatto forte della serata. Ogni volta che i Dark Tranquillity tornano in Italia, il riscontro è più forte che mai: amatissimi dal pubblico internazionale, ma soprattutto nel bel paese, gli svedesi questa sera tornano in veste ufficiale di headliner per una data che, come specificato all’inizio di questo articolo, è stata definita da molti “fuori programma”, in quanto la band è attualmente in tour con i potentissimi Amon Amarth in un tour che la vedrà impegnata sino alla metà di aprile. Un’ottima iniziativa - quella intrapresa dall’agenzia italiana – che ha permesso ai tantissimi fan della band di poter godere di un live a 360 gradi, una scelta che, probabilmente, i tanti spettatori che hanno optato per il concerto successivo si ritroveranno a rimpiangere, i quanto Mikael Stanne e soci hanno offerto uno spettacolo veramente sovraumano!

Sulle note di “Force Of Hand”, primo estratto dell’acclamatissimo “Atoma” (qui la nostra recensione), lo show prende vita. Il pubblico da subito dà inizio alle danze e ai poghi e accompagna i propri idoli ad ogni singola nota. Mikael Stanne appare raggiante e contento di poter regalare al proprio pubblico un live che, personalmente, ho apprezzato dal primo all’ultimo momento e che mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà che, fino a poco prima, ho completamente ignorato.
Carichi come schegge impazzite, i Dark Tranquillity si presentano al pubblico con una formazione che, solamente per questo tour, vede due asce importanti alle chitarre: Christopher Amott, fratello del ben più noto Michael (Arch Enemy) e Johan Reinholdz dei NonExist e Andromeda, degni sostituti degli storici chitarristi Niklas Sundin, assenti per motivi familiari, e Martin Henriksson, ormai dedicatosi ad altre attività… e proprio i due session members, insieme al nuovo, altissimo bassista Anders Iwers, fratello di Peter, ex bassista degli In Flames, attireranno su di sé le luci dei riflettori, non solo per l’eccellente abilità tecnica, ma altresì per la grande interazione mostrata al proprio pubblico.

Al contrario delle più diverse supposizioni, la scaletta questa sera si presenta ben bilanciata e, come da tradizione, si basa quasi interamente sull’ultimo disco, di cui vengono eseguiti ben cinque pezzi, tra cui la titletrack, “The Pitiless” e “Clearing Skies”, ottimamente recepiti dal pubblico, il quale dimostra di conoscere questi brani a menadito. Ampio spazio dedicato anche a “Construct”, disco bistrattato dal pubblico e dalla critica, e “Damage Done”, di cui vengono presentati le sempre verdi “Final Resistance”, “Monochromatic Stains” e “The Treason Wall”, acclamati a gran voce da tutti i presenti in sala!

Ben accolta, ovviamente, anche la parentesi dedicata a “Fiction”, dal quale vengono estratti solamente tre brani, i più conosciuti forse, che entusiasmano gli spettatori a ruota libera! Poche, invece, le pause auto concessesi dallo stesso Stanne, da sempre propenso al dialogo con i propri fan, ma la cui interazione, invece, sembrava essere ridotta un po’ all’osso, forse a causa della stanchezza derivata dai ritmi intensi di un tour di questa portata e la cui ripercussione si è percepita leggermente nell’esecuzione di alcuni brani, apparsi un po’ sottotono. Momento di alta epicità, invece, con “ThereIn”, che infiamma la sala al suo punto massimo prima del grande botto con l’encore, composto dalla bellissima “State Of Trust”, “Through Smudged Lenses” e la monumentale “Misery’s Crown”, che chiude la parentesi melodic death degli svedesi.



Un live, come detto pocanzi, impeccabile e privo di sbavature che ha sfoderato i più incredibili successi del combo di Goteborg e che ha fatto veramente la felicità dei fan “die-hard”, la cui soddisfazione appariva evidente su tutti i voli degli spettatori qui presenti. Applauditi a piene mani, gli idoli svedesi si congedano dopo i vari lanci di plettri e bacchette e si apprestano a prepararsi, psicologicamente e fisicamente, ad un sano riposo prima di una nuova sferzata di adrenalina che vedrà i nostri calcare il palco dell’Estragon Club il giorno successivo.

Scaletta:
Force of Hand
The Lesser Faith
Atoma
The Treason Wall
The Science of Noise
Forward Momentum
Terminus (Where Death Is Most Alive)
The Silence in Between
The Pitiless
What Only You Know
Monochromatic Stains
The Wonders at Your Feet
White Noise/Black Silence
Neutrality
Clearing Skies
Final Resistance
ThereIn
State of Trust
Through Smudged Lenses
Misery's Crown
Report a cura di SilverPH

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