(04 luglio 2014) Black Sabbath + Soundgarden + Faith No More + Motorhead + Soulfly - 4 Luglio 2014 (Hide Park, Londra)

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Provincia:non disponibile
Costo:non disponibile
Se doveste immaginare un evento per famiglie, a cosa pensereste? In effetti in Italia gli unici due eventi a cui ho visto presiedere generazioni al completo sono stati gli Iron Maiden ed i Manowar, cosa non strana data la tipologia di bands.
A Londra la giornata di oggi è considerata un evento per famiglie (e non solo, ovviamente); siamo all’interno del British Summer Time Festival, che per tutto Luglio vedrà alternarsi i generi più svariati di musica: l’indomani, per esempio, i Pogues e il giorno dopo i Back Street Boys. La location è il ridente Hide Park. E’ una giornata fortunata in cui ci sono pure il sole e il caldo, tanto caldo. Uomini mucca di pelouche si aggirano... Per mangiare ci sono posticini carini, tipo casette di legno tutte colorate... Si vede gente appesa per aria su una specie di divano panoramico per non si sa quale motivo... Ci sono persino le giostrine per i bambini! Essendo una felice ambientazione naturale hanno anche pensato a mimetizzare il palco circondandolo di alberi e lo hanno fatto talmente bene che, se non ci fossero stati due schermi in mezzo al parco, il concerto sarebbe risultato invisibile ai più. Gli ampli appesi "davanti" ai due maxi schermi laterali sullo stage sono stati il tocco finale di mimetizzazione. Davanti alla nicchia di alberi che circondava il palco c'era il corrispettivo del pit a cui soltanto alcuni hanno accesso. Solo che occupava metà area. Il risultato è stato che dalla quarta fila in poi quelli nel pit non vedevano esattamente come quelli fuori ma non avevano nemmeno i due schermi di salvezza messi in mezzo al parco. Mi si spiega che, essendo l'evento considerato per famiglie, questo è il motivo dell'attenzione a tutto il contorno, tranne che alle due uniche cose fondamentali: il suono e la visuale. Però è bello vedere bambini che fanno head banging, agitano le corna in puro stile R.J.Dio, vestiti e pettinati come i genitori, accanto a metallari, gotici, punk e generici campeggiatori che si godono la giornata. Da notare che la data non è sold out, cosa non usuale per Londra, e anzi la vendita è andata a rilento, poiché, a parte i Faith No More, le altre bands sono già passate in città più di una volta in tempi recenti.

SOULFLY
A Max Cavalera il compito di aprire le danze sul palco principale. Scelgo il termine non a caso, dato che buona parte dei presenti è fan dei Soulfly e da dove sono vedo le file sotto al pit ondeggiare e bicchieri di birra che volano sulle teste ripetutamente. I loro ritmi di base carioca/tribale fanno subito muovere la gente, quindi, come direbbe qualcuno che conosco, gli è andata grassa, perché, in realtà, la musica è sempre la stessa: mediocre. I pezzi sono uno uguale all’altro e dopo l’iniziale Prophecy si perde subito l’attenzione. E’ emblematico che su un set di sei canzoni ben due siano dei Sepultura: l’immancabile Roots Bloody Roots, che ha visto peraltro l’apparizione di Igor Cavalera alla batteria, e Arise/Dead Embryonic Cells. In realtà i Soulfly sembrano suonare una “Roots…” infinita, declinandola in modi leggermente diversi (ma proprio leggermente), ciascuno con un titolo. L’unica cosa a cambiare è che Max Cavalera sembra sempre più grosso, un tutt’uno di ciccia, barba e capelli. Il suono è impastato con le chitarre come un tappeto di rumore compatto e la sezione ritmica unica ad essere riconoscibile. Dal giorno funesto in cui abbandonò i Sepultura ne lui ne i suoi ex compagni ne hanno più azzeccata una, ma nonostante questo continuano ad avere un seguito, quindi passiamo oltre…

Setlist
Prophecy
Back to the Primitive
Tribe
Arise / Dead Embryonic Cells
(Sepultura cover)
Roots Bloody Roots
(Sepultura cover) (with Igor Cavalera) (Intro snippet of 'Symptom of … more)
Jumpdafuckup / Eye for an Eye


MOTORHEAD
… E occupiamoci della Storia del Metal. Dopo un anno passato ad annullare concerti a causa di una malattia non meglio specificata di Lemmy, finalmente i Motorhead riescono a ripresentarsi su un palco, ma quello che si ha davanti rende da una parte fieri dall’altra malinconici. E’ chiaro che il morbo che lo affligge è quello ineluttabile della vecchiaia e l’idea è che stia arrivando al capolinea: infilato in un camicione nero che lascia vedere solo collo e viso, non sfugge quanto sia magro ed emaciato; canta con un filo di voce e, a parte suonare, si muove il meno possibile, fa visibilmente fatica a stare in piedi e quando alla fine viene chiamato in causa dai compagni come “colui che ha dato l’inizio a questa merd…”, è con estrema lentezza che riesce a togliersi e rimettersi il cappello. Ma, come cantavano i Negazione, lo spirito continua e quello Lemmy ce l’ha, fa fatica ma non cede e resta al suo posto fino alla fine, dando fondo alle sue risorse per incitare la folla e prenderla in giro quando gli sembra troppo tranquilla. I primi quattro pezzi volano e sul quinto, Doctor Rock, parte un assolo di batteria di ben dieci minuti, fatto con lo scopo di farlo riposare. Si riparte e su Killed by Death, come è diventata ormai tradizione, sale a cantare Whitfield Crane degli Ugly Kid Joe. Sono diventati amici ai tempi della colonna sonora di Air Heads in cui ha cantato Born to Raise Hell insieme ad Ice-T.
Ace of Spades è il penultimo brano e non è un mistero che Lemmy non lo consideri necessariamente il suo pezzo migliore, nonostante io sia fra quelli che lo considerano, invece, uno dei classici di sempre. A chiudere la storica Overkill.

Setlist
Damage Case
Stay Clean
Over the Top
Lost Woman Blues
Doctor Rock
(with Drum Solo)
Going to Brazil
Killed by Death
(with Whitfield Crane)
Ace of Spades
Overkill


FAITH NO MORE
Unica data mondiale per una delle bands seminali dell’era moderna. Primo indizio: il palco viene addobbato con una quantità di fiori, come l’altare di una chiesa. Secondo indizio: l’intro è la musica de L’Esorcista. I componenti della band entrano vestiti da preti. Da quel momento in poi sarà un continuo di benedizioni seguite da bestemmioni iper blasfemi, entrambe citazioni alla lettera dal film. L’amore di Patton per l’horror è risaputo e l’aver vissuto in Italia per anni deve averlo segnato (parla un ottimo italiano). Assolutamente in forma, pazzia inalterata, la sua già bella voce adesso si è ulteriormente sviluppata e gli permette di scegliere una scaletta con i pezzi più complessi e particolari, da sempre i suoi preferiti, in barba a quelli più commerciali. Partenza in quarta con Zombie Eaters, From Out of Nowhere ed Epic da quel capolavoro che è The Real Thing, seguite a ruota da Caffeine ed Easy (unica concessione all’orecchiabile, di cui Patton non è un gran estimatore, tanto da farla cantare quasi tutta la pubblico) da Angel Dust, inframmezzate da The Gentle Art of Making Enemies da King for a Day... Fool for a Lifetime. E così via di rimpallo fino ai due pezzi nuovi , nati quest’anno: Motherfucker e Leader of Men, la seconda presentata oggi in anteprima. Leader of Men ha quel mix fra metal pesante e veloce e cantato urlato e parti più lente dei pezzi di The Real Thing; interessante il giro di chitarra orientaleggiante/sabbattiano, ripreso anche dalla tastiera. Motherfucker inizia con un doppio spoken words di tastierista e cantante e sviluppa una sorta di sottofondo musicale. Entrambi sono belli! C’è anche il tempo di prendere in giro gratuitamente gli inglesi, essendo il 4 Luglio: “oggi è un giorno speciale… Ah, no, voi avete perso…” . Anche il resto della band è a pieno giro e gli anni non sembrano essere passati per nessuno di loro. A chiudere col botto ci pensa We Care a Lot. Se con i Motorhead il suono era migliorato, ai Faith No more hanno praticamente tolto le chitarre, ridotte ad un ronzio; nonostante questo, concerto glorioso.

Setlist
Zombie Eaters
From Out of Nowhere
Epic
Caffeine
The Gentle Art of Making Enemies
Easy
(Commodores cover)
Midlife Crisis
Everything's Ruined
Cuckoo for Caca
King for a Day
1Ashes to Ashes
Leader of Men
(New song / World premiere)

Encore
Motherfucker
We Care a Lot


SOUNDGARDEN
Per chi come me non è mai stata una particolare estimatrice della scena di Seattle i Soundgarden erano la band di minore interesse, tolti i Soulfly. Scioltisi nel 1997, riformati nel 2010, nel 2012 hanno dato alle stampe il moscio King Animal, che non ha contribuito a riportarli sulla cresta dell’onda. L’occasione di oggi è la celebrazione dei venti anni dall’uscita di Superunknown, il loro maggiore successo, quindi si gioca facile. Una sfilza di singoli: Spoonman, Fell On Black Days, la titletrack e naturalmente Black Hole Sun; vedere la gente che la canta come se fosse una ballad, del tutto incurante del significato del testo, fa lo stesso effetto straniante di quelli con le lucine accese e ondeggianti durante Hurt dei Nine Inch Nails. Personalmente i loro singoli più belli li trovo su Badmotorfinger (anche l’unico che mi piaccia in toto), Jesus Christ Pose e Rusty Cage e su Down on the Upside, Burden in my Hand e Blow Up the Outside World.
Recensione negativa? No, anche questo è stato un concerto glorioso. In effetti i Soundgarden dal vivo mi hanno fatto tutt’altro effetto che i loro dischi. Potenti, dolorosi, i loro testi prendono vita, il malessere che descrivono si palesa; la voce di Chris Cornell è rimasta inalterata, bella e particolare. Sono riusciti ad avere la massima resa nonostante l’acustica pessima, tanto che quasi non si notava più. I presenti si sono invece accorti della mancanza di Half nella scaletta, a quanto pare è stata eliminata per limitazioni di tempo.
Da segnalare l’apparizione di Mike McCready dei Pearl Jam su Superunknown.

Setlist
Let Me Drown
My Wave
Fell on Black Days
Mailman
Superunknown
(with Mike McCready)
Head Down
Black Hole Sun
Spoonman
Limo Wreck
The Day I Tried to Live
Kickstand
Fresh Tendrils
4th of July
Like Suicide


BLACK SABBATH
Avevo già visto i Black Sabbath a Dicembre ed ero curiosa di sapere se I due concerti si sarebbero assomigliati. Fuochi d’artificio ad illuminare, la ormai tradizionale sirena antiaerea e via con War Pigs a sancire l’entrata trionfale di un pezzo di storia della musica. Se l’ignobile reality show che tutti conoscete ci mostra un Ozzy a mala pena in grado di parlare, sul palco è tutta un’altra storia. Le sue movenze sono comiche, sembra un pinguino che zampetta e saltella, il morbo della vecchiaia si fa sentire, ma la voce no, quella è rimasta intatta, così come la verve e la capacità interpretativa. Ozzy è ancora un trascinatore di folle e nessuno dei suoi compagni è da meno, lo dimostrano l’assolo di basso di Geezer Butler su Behind A Wall Of Sleep ed un Tony Iommi che dirige le fila della musica sempre discreto e sornione. L’acustica torna ad essere accettabile. Su Iron Man c’è il primo sing along della sera, subito seguito da God Is Dead, tratta da 13 quel nuovo album che ha mostrato come la classe non sia acqua ed i Black Sabbath siano ancora capaci di scrivere musica di valore. Prima di Fairies Wear Boots Ozzy chiede: “qualcuno sa che giorno è oggi? E’ il mio fott… anniversario di matrimonio!”; cerca di convincere Sharon a venire sul palco ma per questa volta lei declina.
Rispetto al concerto di Dicembre all’arena O2 sono state eliminate Under the Sun/Every Day Comes and Goes, End of the Beginning e Dirty Woman, probabilmente per la necessità di rispettare i tempi imposti dall’organizzazione. Le nuvole che il meteo aveva previsto per la serata si sono ormai ammassate ed ecco che arriva il mio pezzo preferito a sancire il trionfo della serata: Paranoid. Da più parti hanno visto la presenza dei Black Sabbath ad Hide Park come una soddisfazione personale che la band si è voluta prendere per quello che potrebbe essere l’ultimo live della loro carriera. Nota di colore: durante il concerto alla O2 Ozzy fra un pezzo e l’altro faceva il verso del cucu... Già. Si fermava davanti al microfono e… cucu cucu… Il pubblico prima lo ha osservato in un silenzio imbarazzato poi, nel dubbio, gli è andato dietro e tutti a fare cucu con lui. Questa volta cucu scampato.

Setlist
War Pigs
Into the Void
Snowblind
Age of Reason
Black Sabbath
Behind the Wall of Sleep
N.I.B.
(Preceded by "Bassically" Geezer Butler Solo)
Fairies Wear Boots
Rat Salad
(with Drum Solo)
Iron Man
God Is Dead?
Children of the Grave

Encore
Paranoid
(with Sabbath Bloody Sabbath intro)
Report a cura di Laura Archini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 lug 2014 alle 23:46

In realtà a Londra ne fanno spesso, per questo per un evento così, che in Italia avrebbe concorso al sold out, hanno anche fatto fatica a vendere i biglietti. Sì, anche io mi sono fermata ai primi due Soulfly!

Inserito il 11 lug 2014 alle 16:10

Beata te Laura che hai potuto assistere ad un tale festival di band grandiose!! (Soulfly a parte anche se apprezzo i primi album)...

Inserito il 11 lug 2014 alle 09:28

\m/ ^_^