(11 ottobre 2013) Volbeat + Iced Earth @Live Club di Trezzo sull'Adda (MI) - 11/10/2013

Info

Provincia:MI
Costo:€25,00 + d.p., in cassa €30,00
E' un venerdì sera gelido e tempestoso, di quelli su cui Snoopy costruirebbe delle gran belle storie. Rimango da solo nel tragitto che mi porta al Live Club di Trezzo sull'Adda, ormai rinomatissima località in quel di Milano per la mole di concerti che riesce ad ospitare: questa è la serata di Iced Earth (non mi vergogno ad ammettere di aver scoperto il giorno prima che ci sarebbero stati anche loro) e Volbeat.
Arrivo all'entrata 10 minuti dopo l'apertura dei cancelli e due segnali premonitori mi indicano che la serata sarà di quelle da pienone: parcheggio quasi pieno e fila alle casse, fila in cui figurava anche uno strano individuo travestito da maiale. Mi sorbisco il mio bel quarto d'ora di coda, arrivo alla cassa accrediti e..il mio accredito non risulta! Telefonate bollenti col Graz, spiego la situazione alla gentilissima ragazza in cassa la quale, dopo un attimo di esitazione e senza dubbio mossa a pietà dal mio sguardo abbattuto, mi lascia entrare sulla fiducia. Ti amo anche se non lo sai.
Manca una mezz'ora abbondante all'inizio della performance degli Iced Earth, entro aspettandomi il pienone e..il Live è quasi vuoto. Ma tutta la gente parcheggiata dov'è nascosta?

Mi prendo il mio tempo per trovare una risposta all'annosa questione, nel frattempo le persone fluiscono all'interno del locale, che si riempie ma non quanto mi sarei aspettato. Nel frattempo la mezz'ora passa e puntuali come un orologio svizzero ecco che gli Iced Earth salgono sul palco. Devo dire che non ho mai seguito assiduamente la carriera della band americana, se non dopo l'entrata in formazione di Stu Block, poliedrico vocalist degli Into Eternity, personaggio che io adoro e che non avevo mai avuto l'occasione di ammirare dal vivo.
E fin dalla prima canzone, "Plagues of Babylon", proveniente dal nuovo album degli IE in uscita prossimamente e decisamente convincente nel suo incedere maestoso, mi rendo conto che c'è qualcosa che non va: la voce di Stu è fantastica, i suoi acuti halfordiani sono davvero da pelle d'oca, ma è come se faticasse ad arrivare al microfono. Non so se sia stata una questione meramente tecnica o che, ma per tutto il concerto ho fatto davvero fatica ad apprezzare le indubbie doti di Block.
Chi mi ha invece colpito in positivo è stato Troy Seele, l' "altro" chitarrista, che ha sfoderato una prestazione veramente da applausi, oscurando completamente il mastermind e padrone Jon Schaffer sia sui pezzi nuovi sia sui grandi classici della band, uno su tutti "Iced Earth" dell'ormai lontano 1990, scelto come chiusura.
In mezzo pezzi dall'ultimo "Dystopia", la doppietta "Burning Times" e "Watching Over Me" da "Something Wicked This Way Comes" e qualche altro pezzo preso qua e la da 20 e più anni di carriera, oltre a un altro brano preso dal nuovo album, "If I Could See You".
L'impressione generale è però quella di una band troppo statica e assolutamente fuori forma, pressoché incapace di aizzare un pubblico fino a quel momento non troppo ricettivo. Pochi fan integerrimi sotto al palco, qualche tentativo di Stu di risvegliare la folla ma il risultato è stato, a mio modo di vedere, uno spettacolo poco convincente e sicuramente insufficiente.

Scaletta:

Plagues of Babylon
Dystopia
V
Dark Saga
If I Could See You
Burning Times
Pure Evil
Watching Over Me
Iced Earth


Tempo di un cambio di palco non propriamente rapidissimo e finalmente ha inizio il concerto più atteso dal sottoscritto e dal 98% del pubblico presente al Live Club, quello dei danesi Volbeat! Li seguo ormai da anni, ho apprezzato praticamente tutti i loro lavori e non nego di essere curioso e un pochino emozionato di fronte alla loro esibizione.
E fin dalle prime note di "Hallelujah Goat", proveniente da quello che ritengo il loro miglior album, ovvero "Guitar Gangsters & Cadillac Blood", si capisce che l'atmosfera al Live è di tutt'altra natura rispetto a quella aleggiante durante la performance degli Iced Earth: il pubblico è letteralmente in visibilio durante ogni canzone dei danesi, saltellando, scapocciando e soprattutto cantando ogni brano, con enorme stupore manifestato anche da Michael Poulsen stesso. Una su tutte, su "Lola Montez" ha attaccato la strofa e si è fermato subito, lasciando il pubblico di Milano a cantare in solitaria e fermandolo solo dopo 30 secondi al grido di "Ma come c***o fate a saperla??". Chapeau al pubblico, me compreso.
La scaletta è assolutamente perfetta, andando a pescare da un po' tutti gli album della discografia dei Volbeat, con una leggera e naturale prevalenza per l'ultimo e bellissimo "Outlaw Gentlemen & Shady Ladies": "Dead But Rising", "Doc Holliday", la già citata "Lola Montez", "The Hangman's Body Count" e "The Nameless One" sono le canzone più recenti della band e anche quelle che più hanno coinvolto il pubblico, che ha dimostrato così di apprezzare moltissimo l'ultimo lavoro dei danesi.
Ma anche il passato non è stato sottovalutato, soprattutto nell'encore che ha visto, oltre alla splendida e carichissima cover di Dusty Springfield "I Only Want to be With You", anche "Another Day, Another Way" e soprattutto "Pool of Booze, Booze, Booza", tutte e tre provenienti dal primo album "The Strength / The Sound / The Songs".
In mezzo tanto casino, "Maybellene I Hofteholder" (senza dubbio la mia canzone preferita dei danesi) con acustica da brividi, tanta goliardia (i bocconcini di cover di "Breaking the Law", "Keine Lust" e "Raining Blood" sono stati esilaranti e graditissimi), tantissima tecnica (Rob Caggiano è un mostro e un'aggiunta STREPITOSA ai Volbeat) e una presenza scenica incredibile, sia da parte di Poulsen che dei suoi compagni di stage.

Scaletta:

Hallelujah Goat
Guitar Gangsters & Cadillac Blood
Radio Girl
The Nameless One
Sad Man's Tongue
Lola Montez
Heaven nor Hell
16 Dollars
Dead But Rising
The Mirror and the Ripper
My Body
Maybellene I Hofteholder
The Hangman's Body Count
Evelyn
Still Counting

Doc Holliday
Another Day, Another Way
I Only Want to Be With You
Pool of Booze, Booze, Booza


Si conclude così una serata in chiaroscuro, con i Volbeat assoluti mattatori dello show e gli Iced Earth a fare da debole apripista. Ero davvero curioso di assistere dal vivo a una prestazione dei danesi e, se il livello medio degli spettacoli messi in piedi è questo, Michael Poulsen e soci si sono assicurati uno spettatore in più per ogni loro discesa in terra italica.

"Who cares about football, heavy metal rules the world!!"

Colgo l'occasione per ringraziare Live Music e soprattutto la ragazza alla cassa del Live per la cortesia e la fiducia: te l'ho già detto che ti amo?

Quoth the Raven, Nevermore
Report a cura di Andrea Gandy Perlini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 16 ott 2013 alle 20:55

Meno male che non era il Theatre :)

Inserito il 16 ott 2013 alle 15:38

grazie ragazza ignota, ti giuriamo che non abbiamo rubato, ci era stato confermato :D