(11 marzo 2013) The Darkness + Ginger Wildheart@Alcatraz, Milano - 11-03-2013

Info

Provincia:MI
Costo:35 euro
Ginger Wildheart
Ero scettica sull'accoglienza che avrebbe ricevuto Ginger, vista la giovane età di molti dei presenti, che, probabilmente, mi sono detta, non conoscevano ne i suoi trascorsi nei Quireboys ne la sua band The Wildhearts. Invece è stato con "viva e vibrante soddisfazione" che ho assistito al caloroso benvenuto di un personaggio che da più di vent'anni è nei cuori di quanti amano il rock 'n roll più blues, stradaiolo, alcolico e tipicamente inglese. In forma smagliante, con una band giovane e piena di energia ed una corista tanto carina quanto vocalmente dotata, in un'ora scarsa di concerto ha proposto alcuni fra i pezzi migliori della sua discografia solista e con i The Wildhearts: How I Survived the Punk Wars, Do the Channel Bop, Brain Sugar... Swimwear è uno di miei pezzi preferiti per il sound marcatamente anni '50, che fa pendant con la banana alla Elvis di Ginger. Un concerto scatenato, sia sul palco che fra il pubblico; in effetti, è quasi impossibile non avere voglia di muoversi un pochino con la loro musica. Se dovesse tornare in Italia, non perdetelo!

Setlist
Swimwear
It Appears That the Party Is Over
Feral Days
Lock for Rock (and Other Sporting Cliches)
How I Survived the Punk Wars
Taste Aversion
Brain Sugar
Over Easy
The Queen of Leaving
Do the Channel Bop


The Darkness
Il tenore della serata viene annunciato da un scena epocale. L'Alcatraz è sold out e già diverse ore prima dell'apertura si è formata una fila letteralmente chilometrica davanti al locale. I The Darkness sono, per usare un termine molto in voga attualmente, trasversali, riescono a piacere sia al "vecchio" hard rocker che al giovane alternativo. Ad un certo punto si sente la sirena di un antifurto ed istintivamente la gente si guarda intorno per capire da dove viene. Dopo quasi un minuto un ragazzo dice: "ma è Justin!". Justin, semi nascosto, "gridava" alla fila. Scroscio di applausi. Ne è passata di acqua sotto i ponti dal concerto all'Astoria del 2003. Justin ora si trucca, ha un bel paio di baffi alla Garibaldi ed un pizzo ottocentesco, dal vivo si presenta con una tuta a righe verticali bianche e nere, con pantaloni a zampa d'elefante e petto nudo fino all'inguine, i tatuaggi hanno ricoperto la sua metà superiore... Ma, soprattutto, ora si è definitivamente liberato dalla cocaina e dall'alcool e la rinascita è testimoniata dalla crescita esponenziale delle prestazioni vocali e dal fisico muscoloso ed allenato, che gli permette le acrobazie circensi per cui è famoso. I suoi acuti stile "antifurto", hanno un timbro inimitabile, accostabile solo a quello di Freddy Mercury; più di una volta durante il concerto ha cantato senza microfono e la voce si sentiva come se fosse amplificata lo stesso. Suo fratello Daniel ha affinato notevolmente la tecnica e la sua chitarra satura l'aria di calde note hard rock, sostenuto dalla altrettanto rodata sezione ritmica. I Thin Lizzy sono un chiaro punto di riferimento, tanto che indossa anche la loro maglietta e la fibbia della cinta con il loro nome. Uno spettacolo smaccatamente sessuale ed irriverente, colorato e divertente con un Justin che ha ripetuto i fasti della esibizione al Gods of Metal dell'estate scorsa, fra salti, camminate a testa in giù, capriole varie e pose plastiche, ancheggiamenti e mani che scorrono languidamente sul proprio corpo mandando in visibilio il pubblico femminile. Love (e sex) is in the air... Marc Bolan e Freddy Mercury sarebbero fieri di lui. Il sudore scorre a fiumi ed un asciugamano per detergerlo è quanto mai necessario; lanciato verso mani tese, ha causato il caos fra il pubblico. Presenti tutti classici della band: One Way Ticket, Every Inch Of You, Nothin's Gonna Stop Us, I Believe In A Thing Called Love, Love On The Rock With No Ice, che chiude col botto il concerto. La band non saluta, improvvisamente scompare dal palco. Poi le teste di tutti si girano verso un punto imprecisato fra il pubblico: Justin, come al Gods of Metal, è sulle spalle del fratello e si fa tutto il giro dell'Alcatraz con tanto di chitarra in spalla. I cartelli con messaggi d'amore per la band si agitano convulsi. Assolutamente grandi.

Setlist
Intro: The Boys Are Back in Town
(Thin Lizzy song)
Every Inch of You
Black Shuck
Growing on Me
She Just a Girl, Eddie
One Way Ticket
Nothin's Gonna Stop Us
Get Your Hands Off My Woman
Love Is Only a Feeling
Friday Night
Concrete
How Dare You Call This Love?
Givin' Up
Stuck in a Rut
I Believe in a Thing Called Love

Encore
The Best of Me
Street Spirit (Fade Out)
(Radiohead cover)
Love on the Rocks with No Ice
Report a cura di Laura Archini

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