(12 ottobre 2011) Alice Cooper - 12 Ottobre 2011 (Atlantico, Roma)

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Provincia:RM
Costo:non disponibile

Live report a cura di Nico Irace


Erano almeno sette anni che attendevo di rivedere Alice Cooper in uno show tutto suo, perché la precedente prestazione alla quale avevo assistito, nel Gods of Metal 2004, sicuramente non aveva reso pienamente giustizia a quello che una simile band può regalarci, sia livello di scaletta ma soprattutto a livello di spettacolo! Così quando ho saputo che sarebbe venuto proprio qui a Roma, sono stato in fremente attesa almeno per un paio di mesi.

Per fortuna tra un concerto e un altro il fatidico 12 Ottobre è arrivato e catapultato all’ingresso dell’Atlantico con largo anticipo perché avevo paura di trovarmi di fronte a una folla oceanica, quando suonarono i Primus qualche mese fa è stato così, ho constatato un’affluenza non proprio all’altezza di un nome come quello di Alice. Va bene! Poco importa, perché il pubblico presente è stato veramente caloroso come raramente succede in Italia. In ogni caso l’emozione in me si è fatta presto sentire perché comunque il vecchio Alice è una persona che ha fatto la storia, che cantava alcolizzato negli anni ’70 e giocava a golf con il presidente Reagan nella decade successiva.

Poi comunque è uno che ha lavorato in film come “Nightmare 6”, “Fusi di testa” e “Monster Dog” , senza dimenticare “Il signore del Male” di Carpenter, film con i quali sono cresciuto e che fanno sì che io non lo veda come una semplice rockstar…


Ore 21:30, si spengono le luci e la voce di Vincent Price ci introduce al concerto. Cala il sipario e la band attacca immediatamente con “The Black Widow”.Gli occhi di tutti cercano subito Lui che ad un primo sguardo non si vede sul palco, ma basta alzare un po’ il viso per poterlo ammirare lassù, più in alto di tutti, su un’enorme scalinata da cui scenderà poco più tardi per mischiarsi a noi umani.
Dalle prime parole cantate si capisce subito che è in formissima e che sarà una serata indimenticabile per i presenti. Il resto della band, tra l’altro, per quanto anonimo e privo di carisma si presenta molto bene almeno a livello esecutivo. Ovviamente per quanto riguarda il carisma Alice da solo ne ha abbastanza per almeno dieci band diverse. Una nota a parte mi sento di darla per il suo chitarrista/corista, indubbiamente molto bravo, e perfetto anche nelle seconde voci.
Dal punto di vista del look era conciato come un ragazzino emo, cosa che su un palco di un grande come Alice potrebbe apparire come una nota molto stonata, ma sembrava quasi essere lì a farci capire che nonostante i tempi e le mode siano cambiati queste sono canzoni che resteranno per sempre e sopravvivono di generazione in generazione!

Così dopo l’opener tratta da “Welcome to my nightmare” un salto temporale ci porta al secondo pezzo,“Brutal Planet” tratta dall’omonimo disco del 2000, un album che ricordo all’uscita non fu amato molto ne da me ne dagli altri fan a causa della sua vena quasi nu metal. Ma in fin dei conti, dal vivo anche un pezzo simile cantato da quell’ugola fa davvero la sua porca figura. Finita questa breve parentesi si entra per fortuna subito nel vivo del concerto con una sequenza di classici da far accapponare la pelle: “I’m eighteen”, “Under my wheels” e “Billion dollar babies” dove il nostro idolo inizia a spargere dollari, infilzati in una spada, sul pubblico presente. Ovviamente è questo l’Alice che tutti preferiscono e quello più importante dal punto di vista storico, quando negli anni ’70 shockava il pubblico con quell’incredibile miscuglio di glam e di teatralità horror. Ascoltare questi brani è un’emozione continua e la maggior parte dei presenti conosce a memoria ogni parola e canta insieme al buon vecchio Vincent in un vero trionfo del rock and roll.

Un’aria veramente old school si respirava questa sera, come se per un’ora e mezza fossimo tornati tutti dei quindicenni in un posto fuori dal tempo. Come se non bastasse, subito dopo, il celebre intro di chitarra ci introduce “No more mr nice guy” e continua il delirio del pubblico estasiato e portato avanti a suon di “Hey stoopid!” e “It is my body”. Ripescata successivamente addirittura la cupissima “Halo of flies”, brano del 1971 presente su “Killer”, una vera chicca in cui esce fuori anche il lato horror/prog di quella che è stata tra le rock band più importanti dei ‘70s! Tra i tanti classici c’è tempo anche per presentare una nuova canzone. Una presentazione alquanto eccentrica, fatta indossando un chiodo con su scritto “NEW SONG”, ma d’altronde da lui è il minimo che ci si possa aspettare. Si è visto addirittura qualche tamarrissimo accendino tra il pubblico quando cominciano le note della sua ballad più famosa, “Only women bleed”, e naturalmente anche qui i brividi non hanno fatto fatica ad arrivare.

Come sempre, durante la parte strumentale, il vecchio Vincent si è concesso un ballo con la bambola gonfiabile, in seguito picchiata e stuprata a dovere. Ma i colpi di scena più belli a livello visivo dovevano ancora arrivare. Spettacolare e quasi realistico il Frankenstein gigante, di almeno 3-4 metri, nella più recente “Feed my Frankenstein”, che muoveva gli arti e la bocca come se fosse vivo e cantasse davvero. La canzone tra l’altro ci riporta alla mente quella pellicola di culto già citata in precedenza che era “Fusi di testa”. Naturalmente c’è spazio per la sua hit radiofonica più conosciuta, “Poison”, che ci catapulta nella sua versione glam ‘80s. Ma un’altra chicca vera è li in agguato ad aspettarci e trattasi di “I love the Dead” del 1973, coverizzata negli anni ’80 anche dai Death SS. E per questa esecuzione il teatrino degli orrori ritira fuori la vecchia ghigliottina, con cui il boia taglia la testa al nostro eroe e la sporge soddisfatto al pubblico presente. Il finale naturalmente è affidato a “School’s out”, a cui viene attaccato anche un verso di “Another brick in the wall”, cantata naturalmente da tutto il pubblico, mentre enormi palloni colorati pieni di coriandoli passavano di mano in mano fino ad essere trafitti con una spada da Alice. Ma c’è tempo anche per un bis…

Vestito bianco da miliardario e con una bandiera dell’Italia, Alice si presenta alle elezioni, tornando sul palco per cantarci un altro incredibile inno: “Elected”. Nel finale tra l’altro si leva la giacca sfoggiando una maglietta azzurra dell’Italia con la scritta Cooper di dietro, una cosa tanto kitsch quanto fantastica. Finita la canzone nonostante si sia sentita la mancanza di qualche altro classico come “Be my lover” e “Hello Hooray”, dall’Atlantico siamo usciti tutti soddisfatti e forse è stata una delle poche volte in cui una cifra come 40 euro sia valsa davvero il prezzo del biglietto di un concerto!
Grazie di cuore Alice! “Non siamo degni! Non siamo degni…

TRACKLIST:
The Black Widow
Brutal Planet
I'm Eighteen
Under My Wheels
Billion Dollar Babies
No More Mr. Nice Guy
Hey Stoopid
Is It My Body
Halo of Flies
I'll Bite Your Face Off
Muscle of Love
Only Women Bleed
Cold Ethyl
Feed My Frankenstein
Clones (We're All)
Poison
Wicked Young Man
Killer
I Love the Dead
School's Out (with "Another Brick In The Wall)
Encore:
Elected



Report a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 ott 2011 alle 00:08

e oltre ad essere tremendamente brava è anche una bella gnocca :P

Inserito il 24 ott 2011 alle 15:21

Ed è anche tremendamente brava.

Inserito il 24 ott 2011 alle 11:44

in nessuna delle due recensioni vedo citare la chitarrista Orianthi Panagaris. Orianthi avrebbe dovuto suonare con Michael Jackson nei concerti alla O2 Area di Londra: è una chitarrista australiana figlia di un chitarrista, suona da quando era piccola, nel suo album solista ha collaborato con Steve Vai.