(05 dicembre 2010) Deftones + Guests - 5 dicembre 2010 [Atlantico Live, Roma]

Info

Provincia:RM
Costo:€30
E' uno dei concerti, assieme a quello degli Anathema, che aspettavo maggiormente in questo 2010 in via di esaurimento.
Finalmente i Deftones tornano a Roma e ci rendono partecipi di uno show incazzato e deciso.

Purtroppo, la ventata di sfortuna che è stata mia fedele compagna fin dalle prime ore di questa giornata, continua ad essere al mio fianco anche nelle ore pomeridiane e mentre mi avvio verso il Pala Atlantico, facendomi incontrare i personaggi più disparati, tra cui, degno di nota, l'autista dell'autobus che ha atteso ben mezz'ora prima di ripartire dalla fermata, perché intento a leggere il capitolo decisivo di un libro [??]. Folklore a parte, dopo varie vicissitudini e vari mezzi di trasporto, raggiungo la location, ahimè a concerto già iniziato. Mi perdo dunque i supporters Coheed and Cambria ed arrivo al secondo pezzo che i Deftones hanno programmato per la setlist di stasera.

Mentre mi improvviso campionessa di staffetta per raggiungere nel minor tempo possibile il sotto palco e scattare qualche foto, vengo accolta dalla potenza di Around The Fur, uno dei miei pezzi preferiti, nonché titletrack di quella che è, a mio parere, la migliore produzione della band.
Il Palasport è pieno ma non registra il tutto esaurito, complici altri due interessanti eventi musicali che si consumano questa stessa sera e che vedono protagonisti Impaled Nazarene e Swans. Alcuni hanno mostrato titubanza nello scegliere a quale di questi eventi partecipare; io non ho avuto il minimo dubbio: questa sarà decisamente la serata dei Deftones.

Un Chino Moreno in grandissima forma, fisica e vocale, si rivela un vero animale da palco, nel suo coinvolgere i sottostanti fans in delirio. Si muove con disinvoltura evidenziando una grande attitudine hardcore che personalmente non mi aspettavo. Pezzi come la da poco citata "Around The Fur" e "My Own Summer [Shove it]", che nelle loro versioni studio già palesano un certo orientamento -core, riproposte dal vivo risultano ulteriormente rabbiose ed aspre.

Quello che mi piace dei Deftones è la loro assoluta eterogeneità musicale. In grado di fondere diversi generi, creando sfumature sonore interessanti e mai scontate, riescono a proporre pezzi con sfuriate hardcore o pezzi più placati e sensuali, come l'erotica "Change", che verso la fine del concerto ha fatto sognare tutte noi signorine.

Su una piattaforma inclinata, Chino si eleva mezzo metro rispetto al palco e sfrutta la posizione per sovrastare le teste degli accaniti sostenitori avventati alle transenne e per coinvolgere anche chi nelle ultime file si dimostra attivo e partecipativo nonostante la distanza.
Spesso capita che gruppi di questo tipo, che optano per scelte musicali così contaminate, risultino abbastanza deludenti, se ascoltati dal vivo. Invece i Deftones si dimostrano un'ottima band anche e soprattutto in sede live.

Numerosi i pezzi tratti dall'ultimo album, Diamond Eyes, una delle migliori uscite, a mio parere, di questo sfortunato anno metal 2010.
Interessanti soprattutto l'atmosferica "Sex Tape" e "You've Seen The Butcher", ultimo singolo estratto.
Ma ecco che l'attenzione viene richiamata da un intro di chitarra familiare; solo dopo poco capisco, con sorpresa, che si tratta di "Passenger", celebre pezzo che la band ha realizzato con l'importante collaborazione di Maynard James Keenan, leader dei Tool, qui riproposta per ovvi motivi con la sola voce di Chino. Emozionante.

Pensiamo di essere giunti alla fine del live ma la band di Sacramento ci delizia ulteriormente con tre encore che danno l'ultima scarica adrenalinica degna di un elettroshock.

Tre gli estratti dall'album d'esordio, Adrenaline: un autentico tuffo nel passato durante il quale tutti i presenti in sala si uniscono per urlare con collera le parole graffianti di "Engine No. 9" e le explict lyrics di uno dei pezzi più carichi di questa sera, "7 Words". Ripetendo a raffica e ad altissima voce i numerosi "sucks" del testo, alla fine si ha quasi un effetto catartico e tutta la tensione eventualmente accumulata viene lasciata alle spalle.
Ma siamo alla track di chiusura, con questa i Deftones ci salutano.

I puristi del metal, che spesso e volentieri etichettano gruppi del genere come scarsi o troppo commerciali per le loro orecchie "true", dovrebbero davvero aprire i propri orizzonti ed imparare ad apprezzare un gruppo come questo.

Un peccato essersi persi i supporters Coheed and Cambria, ma il rischio di arrivare tardi è un compromesso da mettere in conto per una ragazza povera, indifesa [ehm] e soprattutto non motorizzata come chi vi scrive, che si affida ai temibili mezzi pubblici per raggiungere la parte opposta della città.

Ma, imprevisti a parte, concerto soddisfacente, al cento per cento!

Setlist:

Rocket Skates
Around the Fur
My Own Summer [Shove It]
Be Quiet and Drive [Far Away]
Elite
Knife Prty
Korea
Digital Bath
Diamond Eyes
CMND/CTRL
Risk
Beauty School
Xerces
Prince
You've Seen The Butcher
Sextape
Bloody Cape
Minerva
Passenger
Change [In the House of Flies]
Back To School [Mini Maggit]

Encore:

Birthmark
Engine No. 9
7 Words
Report a cura di Selenia Marinelli

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