Cosa spinge un uomo, poco più che trentenne, di razza bianca-caucasica, a istigare moglie e sorella ad assistere, nella capitale inglese, sotto a una pioggia torrenziale, ad agosto, al musical di
“Bat Out Of Hell”? Le motivazioni dietro a una scelta così azzardata sono molteplici, e spaziano dalla sincera passione tramandata da papà e mamma per il “polpettone” americano alla fame insaziabile di West End del sottoscritto.
Prima o poi doveva succedere.
Jim Steinman si è avvicinato al teatro “puro” tante volte (ricordo solo
“Tanz Der Vampire” o
“Whistle Down The Wind” con
Andrew Lloyd Webber, uno che di musical qualcosa ne sa) e i fan del compositore aspettavano da anni una
stage production incentrata sul repertorio di
Meat Loaf. Dopo una serie di performance a Manchester ecco allora
“Jim Steinman’s Bat Out Of Hell: The Musical” sbarcare a Londra, per la precisione al
Coliseum Theatre, per una serie di date sold-out fino al 22 agosto prossimo venturo - teoricamente la data dell’ultima rappresentazione (già posticipata due volte per la grande richiesta di biglietti).
Come per tutti i musical che si rispettino, anche in questo caso c’è una trama. Debolissima, ma c’è. Siamo a Obsidian - lo stesso
Steinman la accosta a una Manhattan post-apocalittica - nell’anno solare 2100. Il protagonista è
Strat - biker costretto a vivere sottoterra con la sua gang “The Lost” - che, per motivi non ben precisati
(si accenna a delle mutazioni genetiche, ma non si entra mai nel dettaglio, ndr), al raggiungimento dei 18 anni di età smette di invecchiare rimanendo giovane per sempre (lo stesso vale per i suoi compagni).
Strat è innamorato di
Raven (che è a un passo dalla maggiore età), figlia di
Falco, il tiranno di Obsidian. Inutile dire che il buon
Falco - che a sua volta ha dei problemi con la moglie
Sloane che parteggia per la primogenita - cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni fra le ruote ai due novelli Romeo e Giulietta, combinando pure qualche pasticcio - su tutti l’assassinio involontario del migliore amico di
Strat, Tink, anch’egli innamorato del protagonista. L’intera vicenda si risolverà banalmente “a tarallucci e vino”, lasciando un bel po’ di questioni irrisolte (tanto per dirne una: ma
Raven poi invecchierà o no? Forse sì? Boh). Come è vero che chi va a vedere il musical di
“Bat Out Of Hell” lo fa per ascoltare le canzoni di
“Bat Out Of Hell”. E lì, signori, sono lacrime vere.
Dal punto di vista scenografico l’impatto è notevole. La prima cosa che balza all’occhio, oltre al palco piccolo che però sembrerà enorme grazie a una regia davvero intelligente, è l’imponente sistema audio che avvolge l’intero teatro, dettaglio che fa da subito pensare più a un concerto rock “tout-court” che a un musical. La resa audio della band live è “buona tendente all’ottimo” (in alcuni punti avrei sentito il bisogno di più batteria, ma pace) e i cantanti sono davvero tutti al top della forma, in particolare
Strat - interpretato da
Andrew Polec - che ha l’aspetto e le movenze di
Roger Daltrey e un timbro potente e preciso che rievoca
Meat Loaf senza scimmiottarlo. E poi proiezioni, cameraman sul palco, acqua, fuoco, fiamme, sangue, sesso, pipistrelli volanti, auto, moto, insomma, una cosa che più tamarra non si può (e cos’altro ci si poteva aspettare da un musical di
Meat Loaf?). Ma a stravincere su tutto sono le canzoni. Più le ascoltavo più mi ripetevo “ma quante cavolo di belle canzoni ha scritto
Jim Steinman?”. Prendete tutto
“Bat Out Of Hell”, qualcosa del secondo e del terzo volume, l’immortale
“Dead Ringer For Love” (originariamente interpretata da
Meat Loaf e Cher), un brano del recente
“Braver Than We Are” e due canzoni nuove - e francamente modeste - del buon
Jim e avrete quanto di meglio un fan del cantante possa desiderare. Se proprio devo azzardare una critica ho trovato il secondo atto un po’ troppo “strappa-mutande”, ma vuol dire cercare il pelo nell’uovo a tutti i costi, anche a giudicare dalle reazioni entusiastiche del pubblico presente
(ma quanto erano carichi tutti?? ndr).
Il rock così come lo conosciamo non sarà più il genere musicale più ascoltato al mondo, ma l’impressione che ho avuto al
Coliseum Theatre di Londra, con tanto di “standing ovation” conclusiva, è stata diametralmente opposta. Lunga vita a
Jim Steinman e a
Meat Loaf.
Setlist:
Act One
Love And Death And An American Guitar
All Revved Up With No Place To Go / The Opening Of The Box / Everything Louder Than Everything Else / If It Ain't Broke, Break It
Who Needs The Young?
Life Is A Lemon And I Want My Money Back (Excerpt)
Out Of The Frying Pan (And Into The Fire) (Intro)
It Just Won't Quit
Out Of The Frying Pan (And Into The Fire) (Full Song)
Two Out Of Three Ain't Bad
Paradise By The Dashboard Light
The Invocation
Making Love Out Of Nothing At All
Bat Out Of Hell
Act Two
In The Land Of The Pig, The Butcher Is King
Heaven Can Wait
Objects In The Rear View Mirror May Appear Closer Than They Are
Teenager In Love
For Crying Out Loud
You Took The Words Right Out Of My Mouth (Hot Summer Night)
Not Allowed To Love
What Part Of My Body Hurts The Most
Dead Ringer For Love
Rock And Roll Dreams Come Through
It's All Coming Back To Me Now
I'd Do Anything For Love (But I Won't Do That)
Finale (Bat Out Of Hell Reprise)