Domination Studios: intervista a Simone Mularoni

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Pubblicato il:01/06/2015

Pochi giorni fa siamo andati a trovare Simone Mularoni nei suoi Domination Studios, ormai un punto di riferimento per il metal italiano e non solo. Ne è uscita una chiacchierata divertente e molto interessante, in cui Simone ha spaziato un po’ dappertutto, svelandoci tanti interessanti retroscena. Eccovi dunque le sue parole!

Ciao Simone! Ben trovato!
Ciao a te, e benvenuto qui allo studio, scusa il disordine…
Ahah, tranquillo! Dunque, lo studio esiste da…
Quattro anni, più o meno. Io avevo già lavorato ai Fear Studios di Alfonsine (un saluto a Gabry!) per altri otto anni, ma non era facile, essendo a circa un’ora e mezza di macchina da qui, e fare ogni giorno tutta quella strada era pesante. E poi, essere indipendenti è un altro mondo.
Decisamente… ma tu, in effetti non nasci fonico, nasci musicista, no?
Si, si, nasco musicista, o meglio, nasco laureato in statistica informatica!!!
Ah ecco, ahahah! E come ci sei finito in uno studio???
Beh, ho sempre smanettato, sin dai primi registratori Fostex a cassette, sin da bambino! Mio babbo suona la chitarra, quindi si registrava già in casa…
Bello avere una famiglia musicale…
Si, lui è patito di Rainbow, Van Halen…
Che culo, il mio ascoltava Morandi… AHAHAHAH! Ho dovuto fare più strada io!
Eheh mi sa di sì! Poi mio padre è un mito, perché non ha idea di cosa sia la teoria, lui suona ad orecchio, ha ancora un gruppo di amici con cui fanno i Creedence, ste robe cosi. Comunque, tutto è cominciato mentre ero con l’altro mio gruppo, che ormai più o meno non esiste più, gli Empiryos, con cui suonammo al decennale del fan club dei Dream Theater, qui a San Marino, ed è lì che è nato un po’ tutto. A quella data c’erano anche gli Astra che allora erano la cover band ufficiale, dove cantava Titta Tani, che mi ha chiamato poi nei DGM. Lì c’era Gabry Ravaglia che faceva i suoni, e da lì il passo è stato breve… La cosa bella è che lui mi ha lasciato quasi subito carta bianca, facendomi fare le mie produzioni. Però tra la distanza e la possibilità di gestire tutto da solo, dopo un po’ ho deciso di andare per conto mio.

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La sala di ripresa
Ed eri già al lavoro solo su materiale metal…
Si, ai Fear Studios abbiamo fatto solo metal. E per fortuna molti di quei gruppi hanno deciso di seguirmi quando ho aperto i Domination. A parte che ho sfasciato due macchine per andare e venire da Alfonsine per tutti quegli anni, ahahah! Però lì ho davvero conosciuto il mondo, una marea di bands, come ad esempio i Trick or Treat, a cui lì ho fatto il primo disco, e adesso sono qui che stanno facendo il quarto.
Tu principalmente registri o mixi, qui agli studios?
Di base faccio tutto; la cosa che mi piace di più è seguire le produzioni dall’inizio alla fine.
Hai anche prodotto alcuni dei lavori fatti qua?
Molti, sì. Però nell’ultimo anno e mezzo, e non è una cosa scelta da me, faccio quasi solo mix. Molte bands, anche dall’estero, registrano, ti mandano le tracce, e io mi occupo del mix e del mastering. Il problema di questa cosa è che, sebbene a me piaccia perché sono libero e mi gestisco gli orari come voglio, subentra l’aspetto del ‘gusto’. Io di solito sono abbastanza dittatoriale, per cui dico alla band ‘io ti mando il disco pronto, come se per me fosse finito e chiuso, e tu mi dai le eventuali correzioni o note su cosa vuoi cambiare’. Anche perché ormai chi mi chiama è perché vuole quel suono lì, che ormai è abbastanza riconoscibile. In verità, se fai solo registrazioni dopo un po’ ti rompi, lo stesso se fai solo mix. Ma non è una regola fissa; per esempio, negli ultimi due dischi dei Trick, Alle aveva fatto le voci in casa, ma questo ti dà poco controllo sul suono; per fortuna adesso l’ho convinto a venire qui! Invece, per esempio, a gennaio ho fatto due gruppi giovani da zero, fanno … ehm… metalcore, sì, quella roba lì che ha dei nomi troppo lunghi! Ahahah! Un gruppo di Milano e uno di Verona, son stati qua e ho fatto tutto dall’inizio alla fine. Quando ho troppo lavoro, mi aiuta Simone Bertozzi, ex collega negli Empyrios, così uno registra e l’altro edita e acceleriamo un po’ il lavoro.


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La sala regia
Simone suona anche negli Ancient Bards, come session dal vivo… Hai fatto tu gli Ancient Bards, vero?
Sì, tutti i dischi. Il primo ai vecchi studios, e gli altri qui. Loro hanno le idee molto, molto chiare, ed è bello, anche se da un lato è faticoso perché magari gli proponi cose differenti che tu sai potrebbero suonare diversamente, ma magari l’artista è straconvinto del suo progetto e poco incline a modificarlo. Ma alla fine tutto questo paga, adesso loro vanno al Wacken ed io sono contentissimo per loro, se lo meritano.
Quindi, quando registri qualcuno, quanto sei invasivo?
Ah, magari ti dico cento cose, però è giusto che poi tu fai come credi; anche perché se dici a tutti di fare le stesse cose, alla fine verrebbero fuori dischi tutti simili, e non va bene.
Non puoi negare però che ormai il suono dei Domination Studios stia quasi diventando un trademark; molti degli albums fatti qui che mi arrivano da recensire li riconosco immediatamente, soprattutto dai suoni di batteria. Che poi è anche un escamotage promozionale; soprattutto per le bands giovani, dire di aver registrato qui è un vanto…
Beh grazie… prendi ad esempio i Temperance, loro avevano già un loro suono ben definito, ma io ho tentato di renderlo più personale.


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Pre, compressori, ecc.
Ma ti impunti su questa cosa, o no? Ad esempio, sei uno di quelli che non vuole la band in giro per lo studio mentre mixa?
Guarda, ho lavorato tanti anni in uno studio dove la band era sempre presente al mix, e secondo me è deleterio; intanto, perché la band ascolta in un posto che non è il suo posto abituale. Paradossalmente se ci fosse la band farei anche prima, perché decideremmo le modifiche in diretta. Ma io lo faccio e glielo mando, di modo che ognuno lo possa ascoltare dove ascolta gli altri dischi, lo stereo, la macchina, ecc, in modo da poter fare un paragone realistico. Poi ovvio, piuttosto che mandarci cento mail solitamente mi prendo la band un giorno o due qui, per rifinire il tutto. Ma tre quarti dei gruppi che ho fatto, non li ho mai visti di persona, pensa…
Di preciso, che interventi fai sulle tracce che ti arrivano?
Di solito al 95% re-ampo le tracce di chitarra, infatti chiedo sempre di registrare le chitarre sia col suono che piace loro, sia su un canale ‘asciutto’, in modo che io possa lavorarlo dopo, facendolo passare da varie testate ecc. Quando ho trovato un suono che mi convince, glielo mando e poi si decide insieme.
Insomma, sta cosa del trademark non ti dispiace affatto…
Mah, è una cosa con cui lotto, perché molti gruppi me lo chiedono, e invece ogni tanto io provo a variare. Con l’ultimo album dei Max Pie, ad esempio, avevo fatto un bel mix stra-incazzato, ma loro volevano i suoni ‘alla DGM’, e quindi…


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Le testate
Chi sono i produttori che ti piacciono?
Mi piacciono molto Andy Sneap, Jens Bogren… anche loro hanno un trademark, è il loro orecchio che li porta alla fine ad avere un suono di un certo tipo, credo sia normale. Ed è il motivo per cui poi una band sceglie un produttore piuttosto che un altro.
Tu fai anche produzioni death, black?
Molto death, pochissimo black. Non so perché ma non gli piaccio! In realtà è un genere che non mi fa impazzire, forse è per questo che non mi verrebbe particolarmente bene, chissà. Invece la cosa che faccio di più, al pari del power e del prog ,è il thrash.
Ti piace?
Sì, a me piace di brutto. Ho fatto tra gli altri gli Ultra-Violence, di cui sono molto orgoglioso.


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"...pedali ne abbiamo?"
Ma quanti cacchio di gruppi hai… fammi vedere l’agenda!!!
Ahaha, sei sicuro??? C’è un inferno di roba… sono anche un po’ superstizioso, ahahah! Magari te la faccio vedere e da domani non viene nessuno!
Ahahah, non ti puoi lamentare insomma…
Assolutamente. Ti dico una cosa, sono davvero molto felice che chi viene qui lo fa perché ha ascoltato le mie produzioni e mi cerca, e invece ci sono tanti colleghi che passano le giornate a spammare con le bands e a promettere questo o quello. Io non cerco nessuno, per cui spero di piacere! Evito sempre di promettere cose che non posso mantenere: se vieni qui sai che spendi una cifra ragionevole, che possiamo provare ad avvicinarci al suono del Black Album che ti piace tanto, ma che di sicuro non lo avremo identico…
È un po’ la storia degli studios che aprono la loro etichetta, cosa molto frequente ultimamente…
Bravo. Ci sono gli studios che se non vanno bene mettono su l’etichetta, e ti dicono ‘se vieni da me ti faccio il contratto e tutto però solo se registri da me’. E io è da anni che penso di mettere su la mia etichetta, ma solo perché spesso faccio dischi che nemmeno escono, e che per me invece valgono un sacco… Ma è un discorso difficile, perché poi vorrei far uscire solo quelli che mi piacciono, non tutti quelli che registro…


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Dai, torniamo all’agenda… quanti gruppi fai in un anno?
Beh, di solito un mix ogni dieci giorni, poi ogni tanto una band al completo… diciamo in media una trentina all’anno. Alcuni fanno anche l’EP o il singolo, quindi varia.
E non sono solo italiani…
No, un po’ di tutto… Ho fatto un gruppo americano, che poi è sparito nel nulla, uno indiano! Non ci credevo, all’inizio la mail mi sembrava spam, pensa! Me ne arrivano molti da Olanda, Belgio, ma più che altro perché lì ci ho suonato molto coi DGM, quindi ci si conosce e poi si lavora insieme. Ma diciamo che il 70% sono italiani, ecco.
E la concorrenza interna?
Mah, sai, ci sono dei nomi grossi che hanno grandi possibilità finanziarie. Io alla fine non ho prezzi altissimi, e tolto l’affitto, gli strumenti, le riparazioni, non credere che ci guadagni sti gran soldi! Sento spesso Giuseppe Orlando degli Outer Studios di Roma, con cui siamo proprio amici; e un altro paio di ottimi concorrenti… Ma non c’è vera concorrenza, ognuno poi è specializzato in cose diverse.


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Immaginiamo che una giovane band ti voglia assumere: vediamo come funziona!
Beh, innanzitutto ci sono contatti via mail. Una volta messi d’accordo mi mandano tutto il registrato via hard disk o chiavetta o scaricando giga e giga via mail! Il pagamento è sempre a lavoro finito, perché ancora mi fido dei musicisti, nonostante pochi ‘pacchi’, ma io sono molto chiaro: se ti dico un prezzo, non lo tocco a meno che non ci siano problemi, in quel caso ti avviso molto prima, in modo che sia tutto chiaro.
Che computer hai in studio?
Sempre usato Mac!
Dimmi una delle cose che più NON ti piace dei lavori che ti arrivano...
Le batterie finte. Una piaga. Un sacco di gruppi ti mandano le tracce di batteria fatte completamente con i campioni, ci credo che poi si assomigliano tutte! Poi per carità, ci sono anche band grosse che lo fanno, pensa ai Fear Factory che io adoro, ma in quel genere ci può anche stare. Pensa, c’è gente che si compone i dischi con GuitarPro ma poi non li ha mai suonati, e mi tocca stare in studio un anno a fargliela fare dal vivo, quella roba lì! Molti di quelli che fanno roba estrema, adesso, scrivono i dischi così, senza neanche suonarli… e poi spendono un sacco di soldi in studio. Paradossalmente molti dei gruppi più noti sono quelli che si preparano meglio.


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Come strumentazione in studio, qual è la cosa su cui investi di più?
Ho più o meno le cose che puoi trovare in tutti gli studi, i Neumann, ecc. per le voci ho i miei tre microfoni preferiti: se sono urlati, tipo scream/growl uso il dinamico, l’SM7; se no un 87 o il 103, sempre Neumann. Ho anche gli AKG, ma per le voci non lo uso quasi mai, preferisco quelli e il Distressor. Ma ovviamente la cosa in cui investo di più sono le testate o le casse, sono quelle che danno più varietà al suono. Per la batteria sono un fan di Audix, poi uso sempre AKG sui piatti e SM57 sul rullante. Niente di esoterico, poi ci lavoro molto in post. Forse la cosa su cui lavoro meno in post sono voci e chitarre; se il suono di base è già buono, c’è poco da fare. Per le tastiere, adesso c’è la moda di fare tutto tramite VST, che magari da solo rende ma poi nel mix è un dramma; quando registro quei bei tastieristi di una volta con le Korg o le Kurzweil, è tutta un’altra cosa!
Ok, credo che ce ne sia per tre interviste, ahahah! Grazie mille Simone!
Grazie a te e un saluto ai lettori di Metal Hammer Italia, ci sentiamo presto!!!

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I nostri eroi dopo un pranzo luculliano...
Articolo a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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