Copertina 7

Info

Anno di uscita:2008
Durata:42 min.
Etichetta:Dockyard1
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HYPNOSIS (INTRO)
  2. ILLUSIONS
  3. BRIDGE TO THE PAST
  4. THE UNSEEN
  5. ALWAYS REASONS
  6. WASTING AWAY (ALONE)
  7. FROM DARKNESS TILL DAWN
  8. CONFESSIONS
  9. A CLOUDED MIND

Line up

  • Danny Cecati: vocals
  • Con Papazoglou: guitars
  • Rob Gorham: bass
  • Zain Kimmie: drums
  • Sammy Giacotto: keyboards

Voto medio utenti

Gli Eyefear si presentano bellicosi ed incattiviti all'appuntamento con il loro nuovo (il quarto) album, intitolato "The Unseen", che sin da "Illusions" mostra un evidente indurimento nelle sonorità della formazione australiana, che si sono lasciati alle spalle parte di quelle soluzioni melodiche e progressive che non erano invece mancate nei precedenti lavori. "Bridge to the Past" fa fare un figurone al loro cantante Danny Cecati, con gli Eyefear che sembrano rifarsi al Power Metal melodico ed orchestrale di matrice europea, tocca poi a "The Unseen", che ha un bel taglio drammatico e possente che in alcuni passaggi richiama addirittura i Nevermore, ed anche se trovano ancora spazio, misurandosi pure con le chitarre, annotiamo che le tastiere di Sammy Giacotto si sono fatte meno preponderanti. "Always Reasons" parte in sordina, ma via via cresce di pathos con interessanti spunti compositivi ed esecutivi, sia da parte del chitarrista Con Papazoglou, sia della sezione ritmica, composta da Rob Gorham e Zain Kimmie. La delicata, ma scontata, ballad "Wasting Away (Alone)" ha più che altro il pregio di mettere in evidenza la bravura di Danny Cecati, con l'ex Pegazus che si staglia, vincente, sulle note di un pianoforte. Di tutt'altra pasta si rivelano invece la stupenda ed energica "From Darkness Till Dawn" e la più pacata ma ben articolata "Confessions", canzoni dalla ritmica insistita e cesellata da riusciti inserti di keys e chitarra (un po' come accadeva con i migliori Highlord), con un Cecati sempre più convincente e padrone della scena. Sono ancora le note del piano ad introdurre la conclusiva "A Clouded Mind", un brano un po' disarticolato, con gli Eyefear che non convincono nel gestire l'alternanza dei chiaroscuri, per quello che si rivela l'unico episodio non convincente del disco.
Ad ogni modo, gli Eyefear, pur senza strafare, hanno saputo apportare novità al proprio sound riuscendo al contempo nel realizzare quello che si è rivelato un buon album.
Un'operazione che non sempre riesce a tutti.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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