Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:57 min.
Etichetta:Dragonheart
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MARCH
  2. SPARTAN PHALANX
  3. LAKEDAIMON
  4. H'TAN H'EPI TAS
  5. HELLENIC VALOUR
  6. KAMARI, ANDREIA, POLEMOS
  7. THE CALL TO ARMS
  8. MOLON LABE
  9. DEFENDERS IN THE NAME OF HELLAS
  10. THE LION OF SPARTA
  11. TO KALESMA STA OPLA

Line up

  • Alex Mereu: vocals
  • Ivano 'Muad 'Dib' Spiga: guitars
  • Eros Melis: guitars
  • Nicola Pirroni: bass
  • Daniele 'Tunno' Ferru: drums

Voto medio utenti

Il destino di un guerriero è di morire in battaglia, con la spada in mano, e gli Holy Martyr non fuggono dal loro fato.

Infatti, rieccoli sul campo di battaglia, per l'occasione situato nello stretto passo delle Termopili, perchè proprio di un concept sullo scontro eroico tra Spartani e Persiani si tratta.
L'introduzione fiera e marziale è solo il preludio ad una dirompente e solenne "Spartan Phalanx", perfetto esempio di quel mix tra Epic ed Heavy Metal che questa formazione sarda è da sempre in grado di mettere in campo, con le chitarre di Ivano Spiga ed Eros Melis in prima fila, ovviamente assieme al cantante Alex Mereu, mentre Nicola Pirroni (basso) e Daniele Ferru (batteria) coprono le retrovie. Ed è altrettanto avvincente la seguente "Lakedaimon" dalle atmosfere leggermente più demodé, dato che qui gli Holy Martyr richiamano non poco gli Heavy Load. Gli arpeggi dell'interlocutoria "H'Tan H'Epi Tas" permettono di tirare un attimo il fiato, prima di essere travolti dall'imponente e rutilante "Hellenic Valour", arricchita dalla presenza di Vittorio Ballerio (cantante degli Adramelch).
Rispetto al precedente "Still at War" i suoni si sono fatti maggiormente incisivi, merito anche della registrazione tenutasi presso il New Sin Studio e gli Holy Martyr ne approffitano quindi per riproporre "The Call to Arms", in origine nell'EP "Hail to Hellas" risalente al 2003, in una nuova veste che ad ogni modo non ne allontana lo spettro dei migliori Manowar, con un fantastico Alex Mereu ad interpretare questo brano evocativo e ricco di pathos.
Dall'appena citato "Hail to Hellas" provengono poi pure le successive "Molon Labe" (un breve strumentale), "Defenders in the Name of Hellas" (inizialmente ammantata da tinte doomeggianti e malinconiche, per poi prendere un passo più battagliero con un guitarwork da brividi) e la stupenda "The Lion of Sparta", dove gli Holy Martyr danno forse il meglio di loro, concretizzando il perfetto punto d’incontro tra Manowar, Iron Maiden, Blind Guardian ed Omen.
Apprezzabile, e condivisibile, la scelta degli Holy Martyr di dare una nuova chance a canzoni di tale valore, brani che ad ogni modo ben si accompagnano con quelli di più recente composizione, dando così vita ad un ottimo album.
In coda "To Kalesma Sta Opla", che si rivela la versione acustica, peraltro cantata in greco, di "The Call to Arms", che ora si può anche arricchire della magia garantitagli da questo arrangiamento.

The Call to ... Metal.
To Epic Metal.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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