Copertina 8

Info

Anno di uscita:2008
Durata:67 min.
Etichetta:Sweet Poison
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. PROGRESSIVEXPERIENCE PART 1
  2. I'M ALIVE
  3. THE GREAT ILLUSION
  4. WAYS OVER THE EDGES
  5. TAURUS LITTROW
  6. IMAGINARY HEROES
  7. MASTER REFLECTION
  8. RUINS & MEMORIES
  9. INNER SILENCE
  10. CARPE DIEM
  11. 21 CENTURY BRAIN DAMAGE

Line up

  • Andrea Ranfagni: vocals
  • Claudio Bianchi: keyboards, piano
  • Francesco Munaò: guitars
  • Marco Giovannetti: guitars
  • Marco Masinara: bass
  • Emicant: drums

Voto medio utenti

Ai toscani Progressivexperience i concept non fanno paura: molto più elaborato e complesso nei testi rispetto al precedente "X", "21st century brain damage" ha come tema la difficoltà della vita e sopravvivenza in una società disgregata ed alienante ben descritta nel magnifico artwork (Alessio Giustini) e ancor più dettagliata per chi volesse addentrarsi in www.progressivexperience.net. L'arrivo del frontman Andrea Ranfagni (ha collaborato con Ian Paice, James Christian, Bernie Marsden) sopperisce all'uscita di Giovanni Valente, mentre il sound della band non subisce particolari mutamenti, attestandosi su un prog metal tecnico, complesso, melodico di chiara scuola Dream Theater molto incisivo e poderoso nel drumming di un mostro di bravura come Emicant (autore anche dei testi del concept) nonchè libero di trarre ispirazione dal new prog e prog anni '70 nelle parti di piano e tastiere di Claudio Bianchi (valga per tutti la base di "Ruins & memories") che contrastano o accompagnano la ritmica impressa dalle chitarre di Munaò e Giovannetti in brani dalla durata media di 6 minuti strutturati in modo molto articolato. Mai troppi eccessi di virtuosismo (racchiusi nella strumentale "Taurus Littrow"), una costante attenzione nell'alternare melodia a potenza e velocità, momenti acustici accompagnati dal piano (i primi minuti di "Imaginary heroes"), un po' di rabbiosità alla Metallica ("Master Reflection") e la presenza di un ospite come Titta Tani (ex DGM) in "Master reflection" ma soprattutto nell'inciso di "Carpe diem", una voce inconfondibile che dà valore aggiunto al brano più significativo dell'intero concept (quello con i cambi di tempo più riusciti) concluso dalla title track strumentale condotta da un magnifico doppio guitar solo acustico ed elettrico supportato da un sottile strato di tastiere. Qualcuno potrà criticare una effettiva dipendenza dai Dream Theater dei primi due album, io rispetto ad "X" ho notato una forte crescita stilistica unita ad una grande professionalità e mi sento di consigliarli a tutti coloro che ascoltano prog metal.
Recensione a cura di Carlo Viano

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