Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2008
Durata:48 min.
Etichetta:UK Division Records
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. TOY
  2. ASPHALTO
  3. MONEY GAME
  4. DEAD DOGS
  5. ALIEN ON FACES
  6. SENSELESS
  7. PIOVE
  8. GIRL
  9. CLORO
  10. TURN TO DUST
  11. YELLOW GLUE

Line up

  • Paolo Boni: guitars
  • Giovanni De Sanctis: bass, vocals
  • Flavio Gamboni: drums
  • Jack Serri. guitars

Voto medio utenti

Dopo qualche anno arrivano al primo cd a lunga durata i romani Soul of the Cave, a testimonianza che negli ultimi tempi nella capitale, nonostante un'audience sempre più sparuta e distratta, c'è un valido fervore nel sottobosco underground che spazia dal rock alla scena metal più estrema.

Nel caso dei Soul of the Cave, e più approfonditamente per questo loro esordio intitolato "Asphalt", parliamo infatti di scena rock, anche se le influenze e le derivazioni, com'è d'uopo per una band ai primi passi, sono davvero molteplici: si passa da atmosfere e sonorità tipicamente dei 70's (leggi Led Zeppelin su tutti), con divagazioni di scuola sludge/stoner, ma anche sprazzi di modernità con System of a Down e Neurosis, nonchè metal in una forma più canonica sebbene attuale e rivisitata secondo gli stilemi attuali, ricordando più volte in "Asphalto" i Soundgarden di "Jesus Christ Pose".
Indubbiamente l'impressione è che la band si muova con sicurezza e facilità, dando prova di coesione ed affiatamento, e questo influisce indubbiamente in un songwriting piuttosto valido ed eterogeneo, che proprio per la diversità al proprio interno avrebbe potuto perdere di vista l'orizzonte e finire in un melting pot senza senso.
Fortunatamente ciò non accade e gli unici episodi che lasciano un po' spiazzati sono "Piove" e "Cloro", non tanto per la musica (anche se forse troppo intimista ed ipnotica per la band, molto meglio la parte più aggressivo/melodica di "Cloro") quanto per il cantato in lingua madre che, sebbene coraggioso, probabilmente non premia la scelta e le composizioni dei Soul of the Cave, decisamente vincenti invece nel caso di "Turn to Dust", forse la migliore del lotto.

In ogni caso un buon lavoro che vede protagonista una band che è sicuramente partita col piede giusto e che ci auguriamo di riascoltare a breve con maggiore esperienza sulle spalle.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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