Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2008
Durata:49 min.
Etichetta:Risingworks
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. GIVE ME THE VOICE
  2. (I NEED) MORE TIME
  3. TWO
  4. THE GAME
  5. ANGEL
  6. VICTIM OF THE NIGHT
  7. THROUGH THE GATE
  8. THE SENTENCE
  9. VOICES OF PERSECUTION
  10. FADING LIGHT

Line up

  • Gianni Miccinesi: vocals
  • Fabio Binarelli: guitars & keyboards
  • Jacopo Bittoni: guitars
  • Matteo “Zola” Niccolai: bass
  • Massimo Sozzi: drums

Voto medio utenti

I fiorentini Holyland finalmente arrivano al debutto con questo “L.I.F.E.”, disco incentrato, come suggerisce esplicitamente il titolo, sulla vita, i suoi valori e su tutti i suoi più svariati aspetti. Nell’occasione la band offre una colata di metallo all’ascoltatore, metallo puro, come ad esempio in “Voices Of Persecution”, canzone che ricalca i più classici stilemi heavy metal.
Sebbene molto si potrebbe dire circa l’originalità della proposta, bisogna comunque dire che certi discorsi, quando si parla di un genere autoconservatore come l’heavy metal, lasciano un po’ il tempo che trovano, o ci sei dentro fino al collo oppure no, l’heavy metal non ha mezze misure.
Nemmeno gli Holyland se è per questo, il loro sound è energico, poderoso, sa usare la melodia ma preferisce la potenza, sottolineata spesso da partiture ritmiche simili al thrash metal, come ad esempio nell’opener “Give Me The Voice”.
Buona la prove del singer, sebbene appiattita sugli stereotipi del genere, mentre decisamente buona la produzione, ad opera di Frank Andiver.
Quello che manca a questo disco è forse un pezzo trainante, un picco che si possa stagliare sulla media delle canzoni, le quali sono tutte più che discrete. L’intro di “Two” sembra rubata a “Message In A Bottle” dei Police, ma il pezzo è ovviamente un’altra cosa.
Nel disco c’è anche un lento, “Angel”, con il piano a fare la parte maggiore e con la voce di Gianni Miccinesi chiamata a dare il meglio di sé in quanto a espressività e colore. Tuttavia il pezzo è troppo breve per dare un segno tangibile di sé e viene quasi subito spazzato via dalla potentissima “Victim Of The Night”.
In definitiva un disco che piacerà ai die-hard fans dell’heavy metal, tutti, nessuno escluso, perché ha tutte le caratteristiche tipiche del nostro genere preferito, senza indulgere in arruffianamenti di sorta.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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