Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:52 min.

Tracklist

  1. MY TEMPTATION
  2. BLACK IN MY LIFE
  3. FOUND MYSELF IN DEATH
  4. LORD OF CHILDRENS DREAMS
  5. OBEY
  6. WRATH OF THE INSANE
  7. EMPTINESS
  8. THY FINAL PAIN
  9. REVENGE FOR ALL
  10. SPEAKING THROUGH THE BLACK HEART
  11. REVELATIONS OF DEATH

Line up

  • Marc Jüttner: vocals, bass
  • Simon Dorn: Guitars
  • Sascha Weber: guitars
  • Lukas Nicol: drums

Voto medio utenti

Sbucano dal nulla questi Thy Final Pain, nel vero senso della parola. Formatisi solo l’anno scorso, decidono, appena un anno dopo, di autoprodurre il loro full length di esordio “Epitaph”, in attesa che qualche casa discografica si accorga di loro e ristampi il cd in questione. In realtà, andando a spulciare un po’ il loro sito, scopriamo che i personaggi coinvolti nel progetto non sono proprio dei novellini, visto che nella band troviamo elementi che hanno già militato in altri gruppi ben più famosi, come i Debauchery. Già da questo è facile capire che tipo di musica propongono i Thy Final Pain, e cioè death metal. Di quello lento, morboso, con qualche richiamo al brutal qua e là.
Detto ciò, un giudizio schietto e sincero? Se ne poteva fare decisamente a meno di quest’album… Undici brani troppo simili tra loro, tutti assestati su mid tempo noiosi e mai spezzati da accelerazioni che possano rendere più interessante l’ascolto. Presi singolarmente i brani non sono nemmeno brutti, ma ascoltati uno di fila all’altro fanno veramente venire il sonno… Non me ne vogliano gli estimatori del genere (il massive rhythmic death metal, come la band stessa definisce la propria proposta), o i fans del gruppo, se già ce ne fosse qualcuno in giro, ma sinceramente io da un disco death metal mi aspetto ben altro… violenza, dinamismo, marciume… beh, niente di tutto questo salta fuori dall’ascolto di “Epitaph”. Non vorrei liquidare la band in maniera frettolosa, ma dopo aver ascoltato l’album due o tre volte sono veramente poche le cose che si salvano realmente.
Trattandosi di un lavoro autoprodotto ci può pure stare, se però i Thy Final Pain dovessero trovare il tanto agognato contratto discografico e veder pubblicato il proprio album, beh, le cose cambierebbero decisamente, e per l’ennesima volta mi chiederei quali sono i canoni di giudizio delle case discografiche, visto che sparsi nell’underground ci sono centinaia di gruppi ben più meritevoli di questi tedesconi… Un cd consigliato solo agli amanti convinti del genere…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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