Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:40 min.
Etichetta:My Graveyard Productions
Distribuzione:Masterpiece Distribution

Tracklist

  1. FELINE'S AWAKENING
  2. FOREVER
  3. SKYDIVER
  4. WOMAN WITHOUT COMPROMISES
  5. IF YOU NEED ME
  6. FREE YOUR MIND
  7. DANGERZONE
  8. LOVE AND HATE
  9. TURN ME ON (CAT WOMEN)
  10. MORNING DEW
  11. HEART OF STONE

Line up

  • Rob Irbiz: vocals, guitars
  • Gschnell: bass
  • Chris Platzer: drums

Voto medio utenti

Conservo gelosamente la mia copia in vinile (autografata!) di ”The Felines await you”, il primo Lp dei bolzanini Feline Melinda, insieme alla corrispondenza (rigorosamente “tradizionale” eh … internet ed e-mail erano ancora del tutto sconosciute, eppure non stiamo parlando delle Prime Guerre Puniche!) che mi consentì di venirne in possesso, per la modica cifra di lire 15000 (per la precisione).
Ricordo altrettanto perfettamente, inoltre, quando, entusiasta, lo feci ascoltare anche alla solita “compagnia metallica” che solevo frequentare, costretta da un poderoso suono erede del metal classico di stampo teutonico, sebbene mitigato da aperture melodiche d’estrazione “americaneggiante”, a rinunciare in partenza a quelle eventuali accuse di “poserismo”, che un look un po’ “discutibile” avrebbero potuto abbastanza agevolmente sollevare.
E’ facile immaginare, a questo punto, quanto sono stato felice di rivedere l’originale logo del gruppo riprodotto sulla copertina di una produzione discografica nuova di zecca (in realtà è sulla collana che indossa la modella dalla generosa scollatura che campeggia sulla cover …), non a caso targata My Graveyard Production, un’etichetta che sta lavorando davvero bene nell’ambito dello spesso tanto bistrattato “metallo italiano”, tra ritorni “eccellenti” e “novizi” dalle notevoli possibilità.
Ascolto “Morning dew” “quasi” con la stessa trepidazione che provai nel 1988 per ”The Felines await you” ed è necessario rilevare immediatamente una sorta “d’inversione” stilistica, nel senso che il retaggio power, pur presente ed anche in qualche modo “aggiornato”, è stavolta indotto ad abdicare nei confronti della componente “americana”, la quale si dimostra indubbiamente egemone nel sound complessivo del disco.
Nessuna delusione, perché adoro questo tipo di musica, soprattutto quando a sostenerla c’è un songwriting brillante come quello che illumina questi solchi, potente, persuasivo, adeguatamente “ammiccante”, ma per nulla stucchevole.
Primi complimenti, quindi, per Rob Irbiz Gallmetzer, principale compositore (e unico “superstite” della formazione originale) della band, il quale si dimostra, poi, pure, un valente e sensibile chitarrista oltre che un ottimo cantante, in grado di “piegare” le sue corde vocali alle “nuove” circostanze interpretative, con grandissima efficacia.
Proseguendo con gli apprezzamenti, impossibile non citare Chris Platzer (che ha avuto, tra l’altro “l’onere” di sostituire un musicista che rispondeva all’altisonante appellativo di Tommy Ti. Grotto!), preparato drummer nonché responsabile degli eccellenti arrangiamenti e Gschnell, solido bassista assai affiatato con il suo “socio” di sezione ritmica.
E’ davvero difficile estrapolare i pezzi migliori da un lavoro dal livello medio piuttosto elevato e sarei in gran imbarazzo se anche oggi, com’erano soliti fare ai tempi dei loro esordi discografici, i Feline Melinda gradissero conoscere le preferenze dei fans tramite un sondaggio che preveda la selezione di sole tre canzoni.
Forse direi la contagiosa “Skydiver”, le velleità anthemiche di “Free your mind” e l’ariosa vitalità di “Dangerzone”, ma mi vedo “obbligato” ad escludere da una “coerente” valutazione comparativa, l’ineffabile “If you need me”, la quale, essendo ripescata dall’esordio (guarda caso il brano più classy di quell’ellepi), risulta soggetta a fomentare un supplementare contributo emotivo anche per ragioni squisitamente “nostalgiche”.
Segnalo, inoltre, i tre momenti maggiormente soft dell’albo, “Women without compromise”, “Love and hate” e “Heart of stone”, che svelano con buona proprietà di linguaggio, il lato “romantico” del terzetto, un aspetto che ai “tempi belli” non era stato incluso nelle sue risorse espressive.
Concludo plaudendo l’ottima resa sonora (registrazioni effettuate allo Studio Z.E.M. di Bolzano, missaggio di Bobby Altvater nello Sky Studio di Taufkirchen e mastering finale ad opera di Mika Jussila nei Finnvox Studios di Helsinki), rilevando la presenza di una semplice ma gradevole sezione multimediale (videoclip di “Skydiver”, making of dello stesso e breve galleria fotografica) e consigliando a tutti gli Eutk-ers di sostenere come meritano questi ragazzi … “I Felini vi aspettano” ancora una volta e spero proprio non vogliate deluderli.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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