Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:42 min.
Etichetta:Deadsun

Tracklist

  1. BLOOD FOR GLORY
  2. WALK ACROSS THE FIRE
  3. GAME OVER (SOLOS BY JEFF WATERS)
  4. THE CHEAT OF THE CROSS
  5. TOTAL DARKNESS
  6. REVENGE (VOCALS BY ANDERS LUNDEMARK)
  7. THE SPIRIT OF THE WOLF
  8. VICTORY OVER THE ENEMIES

Line up

  • Luca Zandarin: vocals
  • Luca Securo: guitars
  • David Bisson: guitars
  • Luca Cerardi: drums
  • Dario Bianchi: bass

Voto medio utenti

Arrivano finalmente al debutto discografico le Merendine Atomiche, gruppo nostrano famoso ai più per essere stato, sino a qualche anno fa, la cover-band italiana ufficiale dei Metallica; dopo un buon demo dal titolo "Holy Metal", ecco uscire nel 2003 questo "Walk Across the Fire", edito dalla francese Deadsun Records e registrato in Svezia ai Sunlight Studios. Quello che appare chiaro sin dall'inizio è come la band abbia deciso di svoltare verso terreni thrash più moderni, abbandonando in parte le sonorità Bay Area che li avevano finora contraddistinti; è proprio la opener "Blood for Glory" a dare sin dal principio questa impressione, per via anche del cantato di Luca Zandarin, più cupo e meno '80 style rispetto al passato. Segue a ruota la title-track, episodio più fresco e personale che miscela soluzioni stilistiche alla Annihilator con una linea vocale dal trademark Pantera. Quello che però non convince è la produzione del lavoro, che non spacca per nulla come dovrebbe, contando tra l'altro che per la registrazione le Merendine Atomiche sono volate sino a Stoccolma; molto esile la batteria, nei suoni come nell'esecuzione, a volte davvero poco trascinante, ma è nel complesso che questo "Walk Across the Fire" non fracassa le orecchie e gli speaker come dovrebbe. Tra i migliori episodi di questo debutto va indubbiamente segnalata la bella "Game Over", e non tanto perché alla chitarra solista troviamo il buon vecchio Jeff Waters degli Annihilator, quanto perché il brano in sé stesso finalmente risulta coinvolgente e dannatamente thrashy, con quel tocco retrò che non guasta mai. Nel complesso si tratta di un album altalenante, che intervalla songs insipide, quali "Total Darkness", ad azzeccati brani che rielaborano i dettami dei Metallica e dei primi Testament, ai quali viene aggiunta una certa eccentricità targata Annihilator. Era però lecito aspettarsi qualcosa in più, sia sul piano della qualità delle canzoni che sul piano della qualità della registrazione, a mio avviso non in grado di competere con le uscite professionali internazionali. Peccato.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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