Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:49 min.
Etichetta:Bastardized

Tracklist

  1. INTRODUCTION
  2. OBSERVER
  3. ANOTHER HORIZON
  4. ON THIS BATTLEFIELD
  5. WEAK IN DARKENING
  6. EYESORE
  7. …AND TOMORROW’S GONE
  8. BLEEDING STEREO
  9. MASSGRAVE MEMORIAL
  10. PHOENIX
  11. AMMUNITION
  12. BESIDE NOWHERE
  13. THE HARDEST REVENGE

Line up

  • Thorsten Polomski: vocals
  • Loc Tran: guitars
  • matthias Machenheimer: bass
  • Florian Durr: drums
  • Marco Andree: guitars

Voto medio utenti

Accasati presso la Bastardized, i tedeschi Six Reasons To Kill giungono al traguardo del secondo disco, intitolato "Another Horizon": peccato che questo orizzonte, musicalmente parlando, si rifaccia in maniera piuttosto impersonale al death metal melodico di band come Soilwork e In Flames, nulla aggiungendo ad un filone che di certo ha goduto di un periodo di splendore ma che ormai inizia ad uscire dalle orecchie un po' a tutti. Ragion per cui è necessario possedere delle indiscutibili doti e un talento fuori dal comune per riuscire ad emergere e poter così dire la propria, caratteristiche che questi cinque tedeschi dimostrano di non avere: la loro musica, com'è naturale che sia, nasce dall'unione del rifferama thrash e del senso della melodia proprio della zone di Gothenburg, con le vocals intente a passare dal growl agli immancabili ritornelli melodici e in clean, che in verità suonano in maniera piuttosto banale e derivativa. A dare un tocco moderno al tutto vengono aggiunti elementi quali riff dall'andamento sincopato e core-ggiante o stacchi in breakdown, dando il colpo di grazia alla speranza che il gruppo ci presenti qualcosa di più personale rispetto alla media. Ma nulla da fare: la ricetta è la stessa seguita da miriadi di altre band, i pezzi non si segnalano per un particolare senso melodico o per parti interessanti, e tredici tracce sono decisamente troppe da sopportare prima di giungere alla conclusione del disco.
Questo "Another Horizon" è la riprova del piattume che popola il sottobosco del death metal melodico, in cui le band si rubano letteralmente i riff e i pezzi, imitando pedissequamente i padri putativi del movimento e non aggiungendo nulla di nuovo a quanto è stato da essi già fatto. Aggiunciamoci il fatto che la band non pare particolarmente ispirata, e traete da soli le vostre conclusioni.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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