Undefined - Of Xenoglossy And Saturn

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:58 min.
Etichetta:Schytocut

Tracklist

  1. ROUTINE DEMYTHIFIED THE WONDER
  2. AT THE EDGE OF THE WORLD
  3. A PLEA FOR TIME
  4. ANDREIA
  5. ALECTO - MEGAERA - TISIPHONE
  6. METALOGOS (THE CONSTRUCTION OF DESTRUCTION)
  7. HEMISPHERE 207
  8. WINGS OF DISEMBODIMENT

Line up

  • D. Allen-Perkins: guitars
  • Gherion: vocals
  • D. Garjo Marcos: drums
  • F. Allen-Perkins: guitars
  • J. Gonzalez-Arintero Berciano: bass

Voto medio utenti

Giungono dall'assolata Spagna questi Undefined, nome che fin da subito tradisce l'intenzione della band di svincolarsi dagli schemi troppo rigidi che spesso vengono creati a proposito della nostra musica preferita. Doom metal, gothic, black melodico, death in Gotheburg style, NWOBHM... ma chissenefrega! Alla fine l'importante è la qualità complessiva della proposta, e se non siete persone che si affidano a occhi chiusi alle categorizzazioni troverete davvero pane per i vostri denti in questo "Of Xenoglossy And Saturn". Gli Undefined preferiscono far parlare le proprie composizioni in una sorta di 'stream of consciousness', dove le parti costituenti il tutto si susseguono in maniera caotica e a un primo ascolto anche piuttosto disorientante... ma che mostrano sulla lunga distanza di avere una direzione ben definita, merito delle idee della band, sempre piuttosto chiare. D'altronde creare pezzi della durata di dieci minuti, infarciti di continui cambi di tempo e di stile, non dev'essere per niente facile! Riesce ai grandi maestri come gli Opeth, gente che non mette una nota fuori posto neanche a dirgli di farlo apposta. "Of Xenoglossy And Saturn" non raggiunge queste vette, perdendosi leggermente in alcune parti. Soprattutto quando la band lascia sfogo alle influenze prettamente death metal, dedicandosi a una versione tecnicamente avanzata ma non particolarmente originale. Sono peccatucci veniali, perché per il resto di carne al fuoco ce n'è tantissima, e sta solo a voi aprire le fauci per cibarvene copiosamente. E' un album di non facile ascolto, ma che dà soddisfazione sia dal punto di vista della prestazione strumentale di questi ragazzi (veramente precisa e piacevole) sia per quanto riguarda la longevità dei pezzi. Una menzione particolare va al grande lavoro del vocalist Gherion, a suo agio con partiture che spaziano dal growling/screaming a una voce pulita che mi ha ricordato alla lontana Serj Tankian. Ottimo lavoro dunque da parte di questi spagnoli, a cui il dio Saturnus sembra proprio volere bene!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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