Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:non disponibile

Tracklist

  1. INTRO
  2. VENGEANCE 'LL COME
  3. RUN AWAY
  4. STABS IN THE BACK
  5. MASTER OF DECEIT
  6. INSANE
  7. INTRO
  8. LAND OF DOOM
  9. IN FRONT THIS STORM
  10. ONLY CRIMES
  11. GOD ILLUSION
  12. WELCOME TO TRANSYLVANIA...

Line up

  • Mark Evil: vocals, guitars
  • Antonio: guitars
  • Max: bass
  • Amilcare: drums

Voto medio utenti

A qualche mese dalla prima stampa autoprodotta, la tedesca MDD Records decide di ristampare il cd di esordio dei Planar Evil, thrash metal band nostrana in giro ormai da qualche tempo. Il disco esce a cinque anni di distanza dal primo demo della band, e da quest’ultimo riprende parte dei brani presenti, visto che, appunto, gli ultimi sei pezzi sono versioni riarrangiate e riregistrate delle canzoni già incise originariamente su “Land of doom”.
Decisamente migliori, perché più maturi, e con uno stile più personale, i brani inediti, a partire dall’opener “Vengeance ‘ll come”, in cui appaiono evidenti fin da subito le influenze Bay Area del gruppo. È senz’altro questo il filone di riferimento dei nostri, visto che di sonorità tedesche non ve ne è praticamente traccia, se si esclude qualche coretto ‘sguaiato’ qua e là che potrebbe lontanamente far pensare a band tipo gli Assassin, ma il tutto si ferma lì… L’album continua con “Run away”, sicuramente più convincente e rocciosa dell’opener, in cui ancora una volta si può apprezzare l’ottimo lavoro svolto da Amilcare dietro le pelli, un vero e proprio selvaggio, e vero punto di forza del gruppo. Resta ancora debole in più tratti, invece, la voce di Mark, che non sempre convince appieno, né nelle parti più derivative, né in quelle in cui si sforza di cantare in maniera più personale.
Punto a favore, invece, anche per la produzione, effettuata ai Temple Of Noise di Roma. I suoni sono corposi e definiti, soprattutto quelli delle chitarre, che però nel complesso appaiono leggermente troppo moderne rispetto alle intenzioni e alla proposta old school del gruppo. Dopo le più anonime “Stabs in the back” e “Master of deceit”, ci pensa “Insane” a svolgere il ruolo di spartiacque, e si conferma senza problemi a livello delle due tracce iniziali, grazie soprattutto ai coretti a cui accennavo prima.
Con un nuovo intro entriamo nella seconda parte del cd, quella relativa al vecchio demo. Appare subito evidente come i vecchi brani, in questa nuova veste, risultino sicuramente più curati, soprattutto negli arrangiamenti, leggermente modificati rispetto alle versioni originali. Anche oggi, come allora, il brano migliore del lotto resta “God illusion”, seguita da “Land of doom”, ormai cavallo di battaglia del gruppo in sede live, e “In front this storm”. Non condivido pienamente la scelta di aver riesumato questi brani, in quanto la differenza con le ultime creazioni del quartetto appare fin troppo evidente, visto il grande lasso di tempo intercorso tra questi e i nuovi pezzi. La band avrebbe fatto meglio ad aspettare qualche mese in più, e sforzarsi a comporre altri quattro/cinque brani inediti, recuperandone al massimo un paio dal demo. Il risultato sarebbe stato sicuramente migliore…
Fondamentalmente “Mankind way of life” è un discreto album thrash metal, che però non toglie e non aggiunge nulla a quanto è stato già detto a riguardo. Gli manca purtroppo quel quid in più che fa la differenza e che può far distinguere i Planar Evil dalle migliaia di nuove thrash bands che con il revival del genere stanno infestando la scena da due o tre anni a questa parte.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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