At The Soundawn - Red Square: We Come In Waves

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2008
Durata:32 min.
Etichetta:Lifeforce
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. SLIGHT VARIATIONS
  2. SOBMERGED
  3. ONE DAY BEFORE
  4. PHONE WILL
  5. SUNDOWN IN ROME
  6. RAIN FALLS
  7. FRAMES OF YOU

Line up

  • Mirco Migliori: vocals
  • Andrea Violante: guitar
  • Matteo Bassoli: guitar
  • Alessio Bellotto: bass
  • Enrico Calvano: drums

Voto medio utenti

Vengono da Modena ed hanno firmato per la prestigiosa Lifeforce Records (http://www.lifeforcerecords.com/bands per farvene una vaghissima idea...che so, All That Remains, Trivium, Caliban, Raunchy)... suonano come una fottutissima band d'oltreoceano ed hanno una visione musicale che non si pone limiti, emozionalmente in preda ad un continuo mutamento sonoro che ritorna per cambiare e cambia per ritornare.
'Red Square: We Come In Waves' è un album ottimo, capace di sormontarti e di coccolarti, ti tirarti verso il fondo e di catapultarti verso l'alto, sulla cresta dell'onda.
Waves...onde, già... il mood è proprio quello di un onda del mare... avvolgente ed in continuo movimento.
I brani non sono tanti e la durata è un pochino limitativa, ma il songwriting è veramente eccellente, merito anche della produzione di Paso (Studio 73 - Ravenna), capace di espandere la ricerca sonora verso orizzonti lontani, ricchi di atmosfere delicate filo-sperimentali.

Gli At The Soundawn spaziano dal post-core, in termini di armonie e sonorità ad un suono più granitico, moderno e personale (vedi anche l'utilizzo della tromba, legata spesso al timbro di voce growl ed ai puliti), fino a divagazioni psichedeliche che rendono omogeneo tutto il lavoro.
Ascoltando l'intero album, infatti, si ha l'impressione che ogni singola canzone rappresenti un singolo tassello di un unico mosaico, in cui l'unione tra le singole tessere è veramente forte. 7 capitoli compenetranti per creare un unico libro.

Dalle vostre casse si dipanerà un suono dinamico figlio di Isis, Cult Of Luna, Porcupine Tree, Aerogramme, Jaga Jazzist, At The Drive In e Minus The Bear, ma che attinge anche ad altre influenze come Tool e A Perfect Circle, ma fortissimamente Made In Italy.
Grande!
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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