Gilbert, Paul - Silence Followed By A Deafening Roar

Copertina 8

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2008
Durata:46 min.
Etichetta:Mascot

Tracklist

  1. SILENCE FOLLOWED BY A DEAFENING ROAR
  2. EUDAIMONIA OVERTURE
  3. THE RHINO
  4. NORWEGIAN COWBELL
  5. I CANNOT TELL A LIE
  6. BRONX 1971
  7. SUITE MODALE
  8. THE GARGOYLE
  9. I STILL HAVE THAT OTHER GIRL
  10. BULTACO SATURNO
  11. PAUL VS GODZILLA

Line up

  • Paul Gilbert: guitar
  • Mike Szuter: bass
  • Emi Gilbert: keyboards
  • Jeff Bowders: drums

Voto medio utenti

Che Paul Gilbert sia attualmente uno dei chitarristi più geniali sulla faccia della terra penso sia un dato di fatto… Pochi altri (Vai? Morse?) possono competere con lui in quanto a tecnica, genio, composizione, e questo “Silence followed by a deafening roar” è l’ennesima dimostrazione di quanto lui sia un passo avanti rispetto a tanti altri suoi colleghi di ascia… La sua marcia in più consiste nel fatto che pur proponendo un album strumentale, Paul cura enormemente di più il lato compositivo rispetto a quello esecutivo, nel senso che invece di sommergerci di note sparate a mille senza un senso logico lui si concentra sull’aspetto “canzone” del brano, e in questo sicuramente il suo passato nei Racer X e nei Mr. Big lo ha aiutato tantissimo. Quando ascoltate un suo brano vi resta in testa come se ci fosse anche una voce ad accompagnare i suoi voli pindarici, questo perché, salvo alcuni immancabili momenti in cui il buon Gilbert si sfoga in maniera incredibile sulla sua sei corde, l’obiettivo primario è quello di creare delle melodie che colpiscano e restino impresse, proprio come si fa nell’atto di comporre una melodia vocale in un brano normale. Certo, le masturbazioni chitarristiche non mancano affatto e dimostrano ancora una volta quanto Paul sia su un altro pianeta e riesca a fare con il suo strumento qualsiasi scala o sweep o tapping gli venga in mente… ma tutto sempre con un estremo gusto, che rende ogni suo disco più prezioso di quello dei suoi antagonisti/colleghi.
Il che appare evidente fin dalla title track, che apre il cd, un brano delicato ed elegante, dal sapore leggermente arabeggiante, mentre la successiva “Eudaimonia overture” farà la felicità degli shredder più incalliti, con un Gilbert particolarmente ispirato. “The rhino”, come da titolo, è un possente hard rock con un bel riffone iniziale, mentre “Norvegian cowbell” ha un sapore fortemente ottantiano, e ricorda vagamente le sonorità dei Mr. Big. “I cannot tell a lie” è quella che può essere considerata la ballad del cd, un pezzo veramente splendido dove la chitarra di Paul realmente “parla”, con una melodia dolce e delicata. Ancora cambio di sonorità con “Bronx 1971”, e qualche accenno fusion fa capolino in un disco eclettico ma che non perde mai di vista la strada maestra. Non è quindi un’accozzaglia di brani, ma un percorso che porta Gilbert a sperimentare tutti i campi dello strumento. Come nel caso di “Suite modale”, dove Paul resta accompagnato solo dal piano di Emi Gilbert, per un brano di un’intensità e una bellezza notevoli. Ovviamente non poteva mancare il momento più strettamente neoclassico, ed ecco quindi arrivare “The gargoyle”, dove tornano alla mente i momenti passati nei Racer X, per uno dei brani forse leggermente più scontati, ma in fondo fa sempre piacere ascoltare le influenze primarie che hanno portato Gilbert dove è ora. Siamo quasi alla fine di questo bellissimo cd, e tocca ora alla chitarra acustica accompagnarci con le note di “I still have that other girl”, altra ballad molto intensa e “matura”, mentre con “Bultaco Saturno” è il lato più schizoide del chitarrista a prendere forma… come a dire: non ci facciamo mancare niente in questo “Silence followed by a deafening roar”… Ma è senz’altro “Paul VS Godzilla” a poter essere considerato uno dei brani migliori del cd e devo dire che non c’era modo più consono di porre un sigillo ad un lavoro che ci consegna un Gilbert incredibilmente ispirato, che disco dopo disco riesce sempre a rimettersi in gioco, rinnovarsi e soprattutto maturare. Il che, trattandosi di lui, fa nascere spontanea la domanda: ma se si continua di questo passo dove si arriverà? Ovviamente non aspettiamo altro che constatarlo di persona nei prossimi lavori, per ora godiamoci questo “Silence followed by a deafening roar” dalla prima all’ultima nota…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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Inserito il 17 apr 2008 alle 15:48

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