Death SS - 1977 - 2007 30 Years Of Horror Music

Copertina 8,5

Info

Dvd
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:230 min.
Etichetta:Lucifer Rising
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE NIGHT OF THE WITCH (1982)
  2. TERROR (1988)
  3. VAMPIRE (1988)
  4. HORRIBLE EYES (1989)
  5. KINGS OF EVIL (1989)
  6. IN THE DARKNESS (1990)
  7. HEAVY DEMONS (1990)
  8. WHERE HAVE YOU GONE? (1991)
  9. STRAIGHT TO HELL (1992)
  10. BROKEN SOUL (1993)
  11. GUARDIAN ANGEL (1997)
  12. BARON SAMEDI (1997)
  13. SCARLET WOMAN (1998)
  14. HI-TECH JESUS (1999)
  15. LADY OF BABYLON (2000)
  16. LET THE SABBATH BEGIN (2000)
  17. TRANSYLVANIA (2001)
  18. THE SIDESHOW
  19. GRAND GUIGNOL
  20. HELL ON EARTH
  21. PAIN (UNCUT VERSION)
  22. THE SLEEP OF REASON
  23. SINFUL DOVE
  24. CHAINS OF DEATH
  25. LILITH
  26. BLACK AND VIOLET
  27. INQUISITOR
  28. GIVE’M HELL (PROMO CLIP)
  29. DER GOLEM (LIVE)
  30. S.I.A.G.F.O.M. (LIVE)
  31. TRANSYLVANIA (LIVE)
  32. GIVE’M HELL (LIVE)
  33. THE 7TH SEAL (LIVE)
  34. DISCOGRAPHY
  35. A JOURNEY INTO THE WORLD OF DEATH SS
  36. SCARLET WOMAN (LIVE AT “ROXY BAR” 7/4/98)
  37. LET THE SABBATH BEGIN (LIVE AT “HELP” 1/3/01)
  38. HI-TECH JESUS (LIVE AT “HELP” 1/3/01)
  39. PHOTO GALLERY

Line up

  • Steve Sylvester: vocals
  • Glenn Strange: bass
  • Emil Bandera: guitars
  • Freddy Delirio: keyboards
  • Dave Simeone: drums
  • Dhalila: performance

Voto medio utenti

Questa è davvero una storia affascinante.
Quella di una creatura scaturita da menti visionarie e inventive nel lontano 1977 e che nel corso degli anni si è saputa evolvere e trasfigurare, pur mantenendo saldi quei principi ispiratori che l’avevano evocata dalle tenebre.
E di proprio di profonde oscurità bisogna parlare dissertando dei Death SS, autentici pionieri della musica “pesante” in Italia, capaci con la loro deflagrante miscela di punk, dark sound, occultismo e impatto visivo gotico e shockante, di creare un’entità espressiva carismatica e controversa, autorevole (in grado di garantirsi una discreta reputazione anche a livello internazionale, una faccenda non così comune dalle nostre parti) colta e ferale, istintiva, sfrenata e subdolamente ammaliante.
Un arco vitale piuttosto travagliato, quello dei Death SS, che hanno dovuto far fronte ad inevitabili critiche, accuse, polemiche feroci, rancori, separazioni e riavvicinamenti, un bailamme che ha contribuito (opportunamente enfatizzato da certa stampa specializzata) a fomentare ulteriormente l’alone di mistero di un “personaggio” che almeno dal punto di vista artistico non aveva bisogno di questo tipo di “supporti”, ma che in ogni caso, nel bene e nel male, anche grazie ad essi ha conquistato un’esposizione “mediatica” raramente così sostanziosa nelle “estreme” lande musicali del Belpaese.
Quanti altri colleghi possono “vantare” un numero di “leggende metropolitane” paragonabile a quello attribuito ai membri di questa band (dagli addebiti di tipo “iellatorio”, fino ai fantasiosi “pettegolezzi” inerenti la vita privata)? Non molti, almeno in Italia.
Anche se in passato ci sono già stati alcuni (parziali) tentativi (anche piuttosto riusciti) di raccontare questa vicenda così suggestiva e unica, il modo migliore per farlo, vista l’importanza dell’aspetto visuale per gli inventori dell’horror music, era quello di avvalersi delle immagini, ed ecco perché considero questo corposo Dvd un vero “evento”, il metodo “definitivo” per illustrare trent’anni d’inebriante esistenza.
Dagli esordi svisceratamente devoti ai maestri della letteratura gotica britannica e alla cinematografia della Hammer, passando per manifestazioni ispirate dal teatro Grand Guignol e alla celebrazione della “diversità” utilizzando la metafora degli spettacoli circensi dove i freaks erano l’attrazione principale, fino ad approdare alle suggestioni instillate da Bergman e dal suo modo di affrontare concetti quali fede, miscredenza e angoscia esistenziale, ma anche lasciandosi infatuare da un’esibizione molto meno “alta” come il Wrestling e giovandosi della conturbante presenza di sexy-performer, i Death SS non hanno mai scelto soluzioni “estetiche” troppo facili e banali, e così come appare evidente analizzando il loro percorso spiritual-filosofico, anche in questo caso non è possibile considerare queste tecniche espressive come un modo per nascondere una mancanza di personalità e confonderli con quell’abbondante ciarlataneria che ha spesso contraddistinto la rutilante massa degli appartenenti alle “truppe del male”, tipica del settore.
Con cultura, efferatezza e un approccio iconografico che mira sempre a “sorprendere”, i Death SS dimostrano di adorare i contrasti e, come già detto, non temono di evolversi anche musicalmente, fatto testimoniato perfettamente da questo doppio dischetto versatile che solca praticamente tutte le fasi creative che li hanno contraddistinti (doom, power vagamente sinfonico, tentazioni di cyber-gothic mutante, …), aventi come denominatore comune la credibilità e, per quanto mi riguarda, pure la qualità di un’esperienza cangiante e tuttavia sempre ammaliatrice e parecchio coinvolgente.
Video-clip, spezzoni live, registrazioni televisive o photo gallery, fare classifiche di merito o citazioni (anche se ammetto di avere un “debole” per la sezione denominata “A journey into the world of Death SS”, dove un magnetico Steve Sylvester diventa il narratore diretto di quest’enigmatica parabola, nonché per “Broken soul”, brano tratto dal suo primo disco solista, “Free man”, un ottimo lavoro avversato da vari “scazzi” discografici, che segnava l’imprevisto ritorno della storica collaborazione con il mitico Paul Chain) ha veramente poco senso, perché qui si stanno descrivendo i momenti salienti di un’intera “vita” (per quanto artistica), i quali possono essere considerati a seconda delle opinioni più o meno belli, ma sono tutti in qualche modo importanti per poter spiegare chi si è oggi.
Augurandomi che il tempo di sigillare questo incredibile essere nella cripta che lo ha generato sia ancora molto lontano (smentendo, quindi, le allarmanti voci di un possibile imminente scioglimento!), non posso fare altro che esortarvi a fare Vostro “30 years of horror music” e la sua inquietante confezione … Vi porterete a casa un pezzo di storia della musica metal, per una volta orgogliosamente italiana.
Recensione a cura di Marco Aimasso
Death SS

Questo gruppo ha fatto la storia Italiana e non... Poco importa se il lavoro poteva essere perfezionato meglio (vedi libretto o la mancanza di un full-concert). Spiccano invece i momenti extra-concert della band e la gran vena narrativa di Steve. Death SS o li ami o li odi. Fatemi conoscere i secondi...

mah

mi aspettavo di più...menù direi scrausini e lenti, riprese live con l'audio da studio, libretto inesistente...però i contenuti video sono belli così come la storia della band raccontata da Steve in persona. ma per conto mio si poteva fare decisamente meglio

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