Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2007
Durata:24 min.

Tracklist

  1. ENDLESS CIRCLES OF BLOOD
  2. THE UNBORN
  3. FALLEN THROUGH THE SPHERES
  4. MY SOUL WAS REAPED

Line up

  • Demonized: guitars, vocals
  • Carnage: bass
  • Markdarkness: guitars

Voto medio utenti

E' abbastanza raro trovarsi davanti qualcosa di proveniente dalla Spagna in ambito metal, figuriamoci addirittura qualcosa di estremo. Un album nero e brutale, votato al satanismo, ai rituali, alla glorificazione del sangue e della morte. I Frozen si presentano con questo biglietto da visita, consci di avere molto da dimostrare per poter entrare a pieno merito nell'elite.
Fortunatamente per loro "The Unborn" non delude: poco più di venti minuti di musica ma intensi, giocati sulla continua alternanza tra parti tirate e furiose e momenti più melodici, in cui l'estro dei tre strumentisti è lasciato libero di muoversi fuori da strutture compositive altrimenti troppo rigide. In queste parti il termine di riferimento sono i mitici Dissection, ricordati dalle continue sovrapposizioni delle chitarre. Purtroppo la batteria elettronica monopolizza troppo spesso i volumi di registrazione, andando a coprire con i suoi blast-beat il lavoro del basso e a volte anche quello proprio delle sei corde. Un batterista in carne e ossa sarebbe in grado di rendere i suoni più vari e credibili, anche se devo ammettere che la drum machine è programmata in maniera più che egregia e durante il primo ascolto mi ha ingannato molto bene. Sui pezzi niente da dire, i tre spagnoli dimostrano di essere ben affiatati e in grado di proporre composizioni interessanti e variegate. L'inserimento di brevi spezzoni acustici e di frequenti soli di chitarra non fa altro che rendere ancora migliore il tiro delle canzoni, veramente ben congegnate.
Per il resto non c'è nulla da sottolineare, quattro tracce sono ancora poche per sbilanciarsi sulla tenuta in un eventuale full length. Ma bastano per segnalare a voi appassionati questa band sicuramente degna di nota, e sono sicuro anche di strappare una lacrimuccia a chi è rimasto colpito dalla prematura scomparsa di Nodtveidt.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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