Copertina 9

Info

Anno di uscita:2007
Durata:58 min.
Etichetta:Trustkill Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. RX CONTENDER THE PRETENDER
  2. SWAMP KITTENS
  3. CUBIC ZIRCONIAS ARE FOREVER
  4. I CAN DO THIS ON AN ISLAND
  5. SECONDHAND SURGERY
  6. VACATION/ ADD/ VACATION!
  7. MAGNETIC NORTH
  8. EAST OF 1989; BATTLE OF THE BAY
  9. BIRD FLU
  10. THE CANON
  11. DEVIL’S CONCUBINE
  12. HEAD GENERAL HOSPITAL
  13. PAISLEY
  14. SWASKATUAWAN

Line up

  • Jay Forrest: vocals
  • Joshua Brigham: guitar
  • Dustin Nadler: guitar
  • Mike Tyson: bass
  • Jason Trabue: drums

Voto medio utenti

La storia degli Hopesfall, band della North Carolina, è alquanto singolare. Partiti nel 1998, arrivano nel 2007 alla pubblicazione del loro quarto disco (più un EP), il qui presente “Magnetic North”, e subito dopo il disco cambiano i 4/5 della line-up, restando solo il cantante Jay Forest, il quale a sua volta non era membro originario della band. Il risultato è che gli Hopesfall sono una band completamente diversa rispetto agli iniziali fondatori, ed è prevedibile quindi a breve un cambio di moniker.
Se così dovesse essere, aumenterebbe a dismisura il rimpianto per questa band, dovuto alla qualità di questo disco. Notoriamente non amo né il metalcore né l’emocore, materia sonora di cui è composto “Magnetic North”, e l’iniziale “Rx Contender The Pretender” sembrava darmi ragione, con un sound che scimmiotta i Deftones di “White Pony”, duro ma non troppo, melodico ma non tanto. Tuttavia col passare dei minuti, che sono ben 58, e con lo scorrere delle canzoni, 13 più bonus track, si viene risucchiati nella spirale magnetica delle composizioni degli Hopesfall.
In canzoni come “Cubic Zirconias Are Forever”, “Secondhand Surgery” e “The Canon”, le sensazioni/emozioni tracimano in maniera copiosa dalla voce di Jay Forest e dalle chitarre, venendo diluite in atmosfere melodiche, malinconiche, dolci, soffuse. Il suono è denso, a tratti ipnotico, non disdegna una certa psichedelia acida e conduce per mano in un viaggio lontano, solo a tratti interrotto dal rumore sordo di chitarre dure (“Swamp Kittens”), raggiungendo vette di espressività e poesia notevoli, capaci di rubare i colori ed il tenue tepore dei lunghi tramonti di tardo autunno.
Quasi tutti i pezzi sono notevoli e, a differenza di altri lavori, questo disco chiude in crescendo, con il trittico “Head General Hospital”, “Paisley” e la bonus track “Swaskatuawan”, a mettere il suggello ad una prestazione di assoluto valore.
Non avranno inventato nulla e probabilmente nessuno li ricorderà tra qualche anno, ma questo disco è un ottimo motivo per rimpiangere gli “Hopesfall”.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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