Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2008
Durata:59 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. DAWN OF SEASONS
  2. SHELL SHOCK
  3. BURN IT OUT
  4. BARE BONES
  5. WITHIN THE SOLACE
  6. BEAST IN THE FIELD
  7. LEGACY
  8. NOBODIES VICTIM
  9. BALLS TO THE WALL
  10. STEEL RAIN
  11. SEASONS OF TRAGEDY

Line up

  • Veronica Freeman: vocals
  • Pete Wells: guitars
  • Jesse Wright: bass
  • Paul Courtois: drums
  • Chris Morgan: keyboards
  • guests:
  • George Lynch: guitars
  • Manni Schmidt: guitars
  • Jeff Pilson: bass
  • Craig Goldy: guitars

Voto medio utenti

"Uncreation" aveva riscosso ottimi riconoscimenti (anche da parte del sottoscritto). Un buon album che aveva sfruttato sia la freschezza di un gruppo al suo primo lavoro, sia quell'occhio di benevolenza che viene spesso rivolto agli esordienti, senza dimenticarsi dell'effetto Veronica Freeman, le cui forme generOOse avevano attirato (nel bene o nel male) la curiosità del metal fans.
Alte quindi le aspettative per il suo successore, con i Benedictum tenuti a dimostrare di non essere una fugace meteora o tantomeno un gruppo sopravalutato.
"Seasons Of Tragedy", questo il suo titolo, mostra subito di essere un lavoro più affilato e potente del precedente, con la priestiana "Shell Shock" ed il mid tempo "Burn It Out", dove incide la chitarra di Manni Schmidt (ex Rage ed attuale chitarrista dei Grave Digger), il primo di una serie di ospiti alle sei corde, che include anche Craig Goldy (a suo tempo al fianco di R.J. Dio) e George Lynch. L'ex Dokken fa, infatti, la sua apparizione su "Bare Bones", brano ben scandito e non eccessivamente veloce, arricchendolo con un solo gran assolo. Anche la cupa "Within the Solace" evita di premere sull'acceleratore puntando sul groove, e qui gli influssi epici dell'esordio si fanno ancor meno evidenti. Scopriamo, infatti, la formazione di San Diego buttare un occhio su sonorità un po' più attuali, e lo stesso fanno poi con alcuni passaggi e melodie di "Beast in the Field", della martellante "Legacy" e di "Nobodies Victim", tutte canzoni che ad ogni modo, al di là di qualche contaminazione, non tradiscono assolutamente lo spirito assolutamente Heavy che sta alla base dei Benedictum.
Anche la voce di Veronica si è fatta decisamente più aggressiva e tagliente, rivelandosi meno R.J. Dio dipendente, e cosi non deve stupire come l'obiettivo della "cover song" stavolta punti agli Accept (su "Uncreation" era invece toccato ai Black Sabbath), dei quali viene ripresa "Balls to the Wall", una versione tutto sommato discreta dove la cantante statunitense riesce a non sfigurare nel confronto con un vocalist così singolare quale Udo Dirkschneider.
Dopo le note abrasive del classico degli Accept, ci troviamo prima davanti alla melodie di "Steel Rain", che Veronica affronta mettendo mostra il lato più melodico e triste della propria voce (ricordando non poco Doro), ed infine la lunga titletrack. "Seasons Of Tragedy" rispolvera i momenti migliori dei Metal Church: pulsante, epica e malinconica, il modo più azzeccato per chiudere questo album e rinnovare l'appuntamento al successivo.
I Benedictum sono riusciti a non adagiarsi sugli allori, provando invece a spostare i propri limiti andando ad alzare l'asticella di un'altra tacca. Ad ogni modo non siamo ancora a livello di "record".
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti
Commento

A me questo disco sta piacendo...una bella mazzata!

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