Copertina 5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:37 min.
Etichetta:Listenable
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. EMBLAZED
  2. INHUMAN CONDITIONS
  3. DIRTY COLOURED KNIFE
  4. BLEED FOREVER
  5. UNDER THE SPELL
  6. ELASTIC
  7. MENTAL COFFIN
  8. MY WALLOW
  9. KING OBSCENITY
  10. IMPURE
  11. LAST NAIL
  12. DIRTY COLOURED KNIFE (VIDEO)

Line up

  • Yishai Swearts: vocals
  • Alex Schuster: guitars
  • Evil Haim: bass
  • Miko: drums
  • Matan Cohen: guitars

Voto medio utenti

Debutto sbandierato da più parti quello degli israeliani Nail Within, che vede come guests d'eccezione niente meno che Mille Petrozza (Kreator), Tomas Lindberg (At The Gates) e l'ottimo Robert Gonnella, indimenticato singer degli Assassin, che ritorna qui su un album a distanza di quindici anni da "Interstellar Experience". Se alla prima traccia il commento è stato un significativo "sticazzi!", già alla seconda cominciano ad emergere i difetti e le ingenuità di questo self-titled debut. Musicalmente abbiamo a che fare con composizioni che, a detta della band stessa, dovrebbero essere "a cavallo tra thrash e death"; in realtà i Nail Within altro non sono che l'ennesimo gruppo di quel noioso thrash di stampo svedese (che poi con il thrash c'entra come i fichi sulla pizza), dove a sfuriate nella velocità vengono appiccicate melodie fuori luogo e fastidiosi riff costantemente armonizzati di terza. L'impatto sonoro devastante che travolge all'inizio del lavoro, scema presto verso la noia, praticamente non appena ci si accorge che la formuletta è sempre quella ripetuta. Sono soprattutto le continue ed esasperanti ricerche della melodia e dell'atmosfera a rovinare il tutto, defalcando notevolmente l'aggressività e la violenza del songwriting. In alcuni tratti pare più di essere dinnanzi ad una versione pseudo-thrash di qualche gruppo alla In Flames, che non ad una band, come nelle intenzioni dei Nail Within, di puro thrash che non disdegna incursioni nel death. Non basta un Mille Petrozza violento come suo solito o un Robert Gonnella (francamente irriconoscibile) ad alzare il livello di un lavoro che si propone come thrash e che invece dal thrash toglie la principale componente, quella violenza sonora gratuita nella quale erano maestre le band dei due guests di cui sopra. Insomma, i Nail Within sono un gruppo tra tanti di quella corrente relativamente nuova capitanata dai primi Darkane e compagnia, pompati da suoni e da una produzione devastante che troppo spesso maschera un songwriting scontato e prevedibile. Peccato, perché di spunti piacevoli e di grandi passaggi tecnicamente ineccepibili qua e là ce ne sono, ma non a sufficienza per portare i Nail Within alla sufficienza.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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