Copertina 10

Info

Past
Anno di uscita:1996
Durata:49 min.
Etichetta:Epic
Distribuzione:Sony

Tracklist

  1. TWIST
  2. CHI
  3. LOST
  4. SWALLOW
  5. PORNO CREEP
  6. GOOD GOD
  7. MR. ROGER
  8. K@#Ø%!
  9. NO PLACE TO HIDE
  10. WICKED (ICE CUBE COVER)
  11. A.D.I.D.A.S.
  12. LOW RIDER (WAR COVER)
  13. ASS ITCH
  14. KILL YOU
  15. TWIST II (BONUS TRACK)

Line up

  • Jonathan Davis: vocals
  • Brian 'Head' Welch: guitars
  • James 'Munky' Shaffer: guitars
  • Reginald 'Fieldy' Arvizu: bass
  • David Silveria: drums

Voto medio utenti

Life Is Peachy” è un titolo che non vuole dire nulla, non avendo un significato compiuto per la band, se non quello di voler creare un deciso contrasto con il mood del disco, che, mai come in questo caso, è oscuro, malato, morboso e disturbato. Inquietante come un serial killer nascosto nel buio della vostra camera.
L'iniziale “Twist” è un perverso latrato in musica, nel quale Jonathan Davis è come se volesse scaldare le proprie corde vocali in attesa di scatenarsi in pezzi da novanta come “Chi”, “Lost” e “Swallow”, prima di “Good God”, un coacervo malato, di isteria e paranoia, con un finale che ti strazia per intensità e brutalità. Da paura.
Prendete l'inizio di “Mr. Rogers”, con quel fraseggio di chitarra che si insinua lentamente, prima che entri la batteria con un pattern monumentale, con Davis che sembra vomitare le parole non dalla bocca ma direttamente dall'anima.
Per certi versi questo disco è addirittura superiore al debutto, pur non introducendo variazioni stilistiche di rilievo. Sostanzialmente il suono si indurisce limitando le influenze hip hop, anche se la band coverizza “Wicked” di Ice T, il quale sembra essere un vero feticcio per le band di quel periodo (ricordate la cover di “Colors” dei Machine Head?). Il pezzo è tuttavia cantato insieme a Chino Moreno dei Deftones.
No Place To Hide” è un altro pezzo da novanta che lascia basiti per le capacità della band. Poi arriva “A.D.I.D.A.S.”, probabilmente il pezzo più famoso dei Korn, con al centro l'ossessione per il sesso della band.
Chiudono il disco le clamorose “Ass Itch” e “Kill You”, quest'ultima facendo il paio con “Daddy” del precedente disco. Questa volta oggetto della canzone è la sua matrigna, rispetto alla quale questi sono i pensieri malati di Jonathan Davis:

"All I want to do.... (you are not my real mother)
Is kill you.... (so I beat and stab and fuck her)

Looking back I was never ever right.
You were my stepmom who always wanted me out of your sight.
I would come walkin' in and I'd say, "Hello",
but you'd slap me and make some fucked-up comment about my clothes.
But I tried to let it pass,
but the pictures in my head were with you with a knife up your ass laying dead.
So I popped some more caps in your ass"


A parere di chi scrive “Life Is Peachy” è l'acme dei Korn, almeno per ciò che riguarda il mood malato e disturbante, che nei dischi successivi tornerà, ma mai con questa intensità, mai con questa capacità di Davis di mettersi letteralmente a nudo. E pensare che all'epoca c'era ancora chi sosteneva che i Korn fossero una band commerciale per ragazzi di MTV.
Life Is Peachy” è un disco pesantissimo, al tempo stesso un capolavoro che non può mancare nella vostra collezione. Nella collezione di chi non si accontenta, di chi vuole osare e mettersi alla prova.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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