Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:41 min.
Etichetta:Pure Mint
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. KNGHTS DE LA MANCHA
  2. LIFE IS PASSING BY
  3. THIS TIME
  4. ICONS (GOLD CAN’T RUST)
  5. WILL YOU REMEMBER ME?
  6. GRACE FOR GRACE
  7. ON ‘N’ ON
  8. DIARY
  9. START IT AGAIN
  10. HIT BY A LIGHTNING FLASH
  11. DRUIDA
  12. TIME TO BECOME ONE

Line up

  • Andras Szabo: drums
  • Levente: guitars, programming
  • Bela Barabas: guitars
  • Reka Hain: bass
  • Kju: vocals

Voto medio utenti

Piuttosto interessante e ben congeniato l’ibrido musicale progettato dai Fresh Fabrik, una band ungherese dal solido curriculum discografico (quattro album all’attivo, prima di questo) e dalla gratificante carriera live (headliner per ben tre volte all’importante Pepsi Island Festival – oggi Szegest), che con questo “Finest” ci propone un’antologia dei suoi brani migliori, completata da un nuovo singolo (“On ‘n’ on”).
Il suono dei magiari mescola con buona personalità gothic rock, metal, cyber-pop e alternative, in un gradevole pastiche che sembra aver assorbito riflessi di Depeche Mode e Marilyn Manson, Filter e Bowie, Korn, Deadsy e Linkin Park.
Come si può intuire, non abbiamo a che fare con un combo intenzionato ad abbattere le barriere o distruggere confini musicali, ma la prova dei Fresh Fabrik si ascolta davvero con gran piacere, non scadendo mai nella monotonia o nel “troppo” sentito, grazie ad una sensibilità melodica che riesce a farli emergere dal mare-magnum d’uscite aderenti al cosiddetto rock “moderno”, dando anche qualche “punticino”, in un confronto qualitativo, ad alcune “sensation” anglo-americane ben più sponsorizzate dalla critica specializzata che “conta”.
Ascoltate “Knights de La Mancha”, “Life is passing by”, “This time”, “Will you remember me?” (suggestive le aperture al limite del prog!), “Grace for grace” o ancora “Diary” e “Start it again”, e capirete immediatamente di che pasta sono fatti i nostri; una sostanza che permette loro di manipolare con contemporanea destrezza ammalianti inserti elettronici, fosche malinconie e adescanti inquietudini, fisicità e forza d’urto metallica, ma pure una considerevole “furbizia commerciale”, il tutto orchestrato da una voce, quella di Kju, che molti gruppi ben più famosi anelerebbero avere dalla propria parte.
Per una volta non affidatevi esclusivamente a quello che vi propinano MTV & C. … cercateli (e con il contratto di distribuzione targato Frontiers, non dovrebbe essere difficile reperirli), ascoltateli con attenzione e sono quasi certo che non rimarrete delusi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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