Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:65 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. SOUL IN YOUR MIND
  2. MOTHER ILLUSION
  3. THE PRAYER PILL
  4. DISSOLVED
  5. GATES TO BRIDGES
  6. SHIMMERING GREY
  7. T-34
  8. STARING"PAIN"
  9. PRETZEL
  10. YESTERDAY I''UNDERSTAND
  11. THE SIX FOOT UNDER HAPPY MAN
  12. THINGS YOU SHOULDN'T KNOW
  13. AWAY WITH WORDS

Line up

  • John Macaluso: drums, vocals (11 e 9)
  • James LaBrie: vocals (1)
  • Mike Di Meo: vocals (2,5)
  • Adrian Holtz: vocals (3, 4, 6, 8, 12)
  • Don Chaffin: vocals (10)
  • Ze Gray, Di Muti, Alex Rastopskin: bass
  • Vitalij Kuprij, Di Muti, Derrik Weiland, Marty Mallinger: keyboards
  • Marco Sfogli, Jack Frost, Alex Rastopskin, Di Muti, Alex Masi, Chris Caffrey: guitars

Voto medio utenti

Archiviate le speranze di un ritorno degli Ark (è recente la sua smentita al seguito di "Burn the sun" con Adrian Holtz al posto di Jorn Lande, meglio riassunta nella frase "He never really joined Ark, we split as we were meeting and talking"), godiamoci il debutto solista del drummer John Macaluso, che in "Radio waves goodbye" ha riversato tutti i risultati di studi su culture e ritmi musicali unendoli a testi che trattano argomenti religiosi, universali, spirituali, occulti secondo il suo personale modo di vivere la vita quotidiana. Forte di un'esperienza maturata grazie alla collaborazione in circa 200 dischi, Macaluso ha prima registrato tutte le parti di batteria e poi ha reclutato una sorta di multinazionale che trova la sua rappresentanza italiana in Marco Sfogli, conosciuto mentre era al servizio dei Mullmuzzler di James LaBrie ("Elements of persuasion", anche in tour in Italia nel 2005) e che ringrazia per la grande ispirazione trovata nel periodo in cui fu suo ospite nella casa napoletana con vista sul Vesuvio. Creativo, innovativo e caratterizzato da 13 stili diversi, il disco si apre con l'ospite di lusso, un La Brie al meglio della sua forma che in "Soul in your mind" sfodera per un breve periodo il falsetto alla Bono Vox e si fa strada tra il poderoso e complesso drumming di Macaluso e le tastiere di Vitalij Kuprij, respirando un'aria non molto diversa dai Dream Theater di "Six degrees" ("Blind Faith"), in "Mother illusion" il microfono passa a Mike De Meo (Masterplan), assieme a "Things you shouldn't know" (cantata da Holtz) è un brano in perfetto Ark-style che conferma il pieno coinvolgimento del drummer nel lavoro di composizione della band di "Burn the sun", "The prayer pill" (cantata sempre da Holtz) ha un'atmosfera cupa e distensiva scandita da un drumming ispirato molto al Phil Collins solista ("Face value", "No jacket required") conclusa da un coro cantilenante di bambini ed un guitar solo di Alex Rastopskin. In "Dissolved"(ancora Holtz alla voce) il richiamo ai Pink Floyd di "Animals" è molto presente, così come in "Gates to bridges", stavolta però le atmosfere floydiane si alternano a sfuriate heavy e rabbiose (chitarra e tastiere rispettivamente di Chris Caffrey e Kuprij), mentre vivono di luce propria "Staring pain" (un grande Marco Sfogli) e l'hard rock di "Yesterday I'll understand", con un riuscito tentativo di Don Chaffin (Vox) di emulare Robert Plant. "Away with words" e la più riuscita "T-34" (Sfogli e Kuprij che ricamano atmosfere degne di una soundtrack orchestrale in stile fantasy-romantica) sono i due brani strumentali che si aggiungono all'immancabile sfogo batteristico di "Pretzel", introdotto ironicamente da una ragazza (la fidanzata di Randy Coven degli Ark) che dopo un concerto chiede a Macaluso di raccontargli il drum solo che si è persa per andare al bar a prendere un "Pretzel". "The six foot under happy man" è l'omaggio di Macaluso al jazz-swing corale americano tipico degli anni ’40, unico episodio fuori luogo riscontrabile in un disco variegato e completo realizzato da un artista che ama sorprendere ad ogni brano ponendo umilmente il proprio nome in secondo piano rispetto a quello della band. Nei suoi progetti futuri c'è l'intenzione di portare gli Union Radio in tour con una line-up che include Sfogli, Kuprij, Ze Gray e il corso Di Muti, la nostra speranza (e non solo quella dei fans degli Ark) è che si ricordi anche di passare a fare una capatina in Italia.
Recensione a cura di Carlo Viano

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