Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:57 min.
Etichetta:Record Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. NAKED TO THE WORLD
  2. SIGN OF THE TIMES
  3. HIGH AND MIGHTY
  4. SACRED ALIEN
  5. BLIND LEAD THE BLIND
  6. REIGN OF TERROR
  7. EVIE
  8. PREZZURIZER
  9. SOLITARY MAN
  10. LEAVING THE WORLD BEHIND
  11. THE ADVENTURES OF ZAPHOD BEEBLEBROX

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Finalmente una formazione di hard/heavy rock che riesce a coniugare con successo grinta e dinamismo con una buona attitudine melodica senza rinunciare per questo ad una bella dose di potenza muscolare e, cosa ancora più importante, senza scadere in romanticherie mollicce.
Questi Locomotive Breath vantano origini lontane che si perdono negli anni ’80 e sono una creatura di Janne Stark, chitarrista ex-Overdrive. Gruppo composto quindi da gente con buona esperienza sulle spalle, la quale viene messa a frutto proponendo un sound che attinge al metal della prima parte degli “eightees” aggiungendovi una indovinata ricerca di parti vocali catchy. Personalmente mi hanno ricordato i Badlands e addirittura qualcosa dei Black Label Society con meno pesantezza. Brani di discreto impatto, a tratti anche rocciosi e trascinanti, con un lavoro chitarristico mai banale ed una convincente performance del cantante Mattias Osback, dai toni ruvidi e leggermente bluesy, l’album vive ottimi momenti di hard “anthemico” quali “Naked to the world”, “Reign of terror”, “Prezzurizer”, “Sacred alien”, tutti arricchiti dall’intensa e pungente espressione solistica del leader Stark e da una ritmica sostenuta e precisa. Notevole anche la presenza di musicisti ospiti tra i quali spicca Roland Grapow, di fama Helloween, che offre il suo talento nello strumentale conclusivo dal bizzarro titolo, una vera e propria “piece de resistance” della chitarra nella quale si alternano ben cinque axeman per altrettanti brucianti assoli. Vi sono ovviamente dei momenti di stanca nel cd, anche perché la formazione svedese non lesina certo sul minutaggio dei brani, tutti intorno ai cinque minuti ed oltre, ma l’insieme è decisamente positivo. In “Solitary man” compare perfino un’atmosfera vagamente southern cosa alla quale sono particolarmente sensibile, per cui non griderò al miracolo ma vista certa roba che viene esaltata in giro, pollice alzato per i Locomotive Breath.

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