Copertina 9

Info

Anno di uscita:2002
Durata:110 min.
Etichetta:Roadrunner
Distribuzione:Universal

Tracklist

  1. ITSÁRI (INTRO)
  2. ROOTS BLOODY ROOTS
  3. SPIT
  4. TERRITORY
  5. MONOLOGO AO PÉ DO OUVIDO
  6. BREED APART
  7. ATTITUDE
  8. CUT THROAT
  9. TROOPS OF DOOM
  10. BENEATH THE REMAINS/MASS HYPNOSIS
  11. BORN STUBBORN
  12. DESPERATE CRY
  13. NECROMANCER
  14. DUSTED
  15. ENDANGERED SPECIES
  16. WE WHO ARE NOT AS OTHERS
  17. STRAIGHTHATE
  18. DICTATORSH*T
  19. REFUSE/RESIST
  20. ARISE/DEAD EMBRYONIC CELLS
  21. SLAVE NEW WORLD
  22. BIOTECH IS GODZILLA
  23. INNER SELF
  24. POLÍCIA
  25. WE GOTTA KNOW
  26. KAIOWAS
  27. RATAMAHATTA
  28. ORGASMATRON

Line up

  • Max Cavalera: vocals
  • Max Cavalera: guitars
  • Andreas Kisser: guitars
  • Paulo Jr: bass
  • Igor Cavalera: drums

Voto medio utenti

Signor e Signore, eccovi l'ultimo l'epitaffio di una delle più grandi bands degli anni '90, una band che ha saputo sconvolgere l'idea di musica pesante album dopo album, e che è stata senz'altro una delle bands che più di tutte hanno influenzato orde di bands minori (e non solo), dall'underground all'overground: eccovi il live postumo targato 1996 (at the Brixton Academy) dei carioca Sepultura, quelli ancora con la S maiuscola (con tutto il rispetto, quelli di ora sono solo una sbiadita fotocopia di quello che sono stati, come dimostra questo platter). Il live in questione passa in rassegna praticamente tutta la discografia del combo brasiliano, andando a pescare songs da 'Bestial Devastation', 'Schizofrenia', 'Beneath The Remains', 'Arise', 'Chaos A.D.' e dal monumentale 'Roots', condite da 3 sensazionali covers: Policìa (Ratos De Porão), 'We Gotta Know' cantata insieme a Rick Rodney from Strife (Cro-Mags) e la conclusiva 'Orgasmatron' (Motörhead); il tutto supportato da una produzione ottima (a carico di Tony Wilson e dei Sepultura stessi) ruvida e brutale, come il granitico muro di suono che si diparte dagli ampli saturati di violenza, e da un perfetto missaggio di Mr. Colin Richardson, che riesce sapientemente a bilanciare la potenza di fuoco dei quattro boys from Brasil. 'Under A Pale Grey Sky' vi farà sobbalzare sulla vostra comoda poltrona, vi farà scendere una lucida gocciolina dal lato estremo dei vostri occhi mentre i vostri padiglioni auricolari si tingeranno di rosso...Max Cavalera è al top, governando tutti dall'alto dell'Olimpo del Metal pesante con la sua voce magnetica, sporca, graffiante, maledettamente growl e fottutamente heavy, Igor Cavalera lascerà sulla vostra pelle lividi e scorticature, scarnificandovi, Andreas Kisser vi riempirà il corpo di tagli sottili ma estremamente dolorosi, dai quali usciranno rivoli e zampilli di sangue, mentre Paulo Jr. vi ridurrà la carne a piccoli brandelli, prima di colpirvi al cuore. Questi erano i Sepultura e questi non saranno mai più, me ne duole, né con il seppur valido Derek Green, né con altri singer...ma non preoccupatevi, penso che neanche gli ottimi Soulfly arriveranno mai a questo livello, pur essendo la creatura della vera anima dei Sepu. Un live impressionante, che fa passare in secondo piano la mossa commerciale del lavoro postumo...anzi, mi sento di dire enorme grazie a Roadrunner per aver immesso sul mercato questa gemma di classe purissima e di inestimabile valore, fermando il tempo anche solo per i 110 minuti della durata totale del platter. Mi sembra veramente superfluo parlarvi delle songs, basta dare un'occhiata alla tracklist per rendersi conto con che cosa si ha a che fare...puro tritolo al 110%; 'Under A Pale Grey Sky' è destinato agli annali del Metal, diventando una pietra miliare, un must di assoluto valore e di estremo rispetto (come d'altra parte lo è diventato un altro live d'eccellenza, ovvero 'Live After Death' degli Iron Maiden), anche se forse i diretti interessati odierni non sono poi molto contenti che Roadrunner abbia pubblicato questo lavoro. Un doppio album da avere senza remore e da consumarlo ascolto dopo ascolto, song dopo song, secondo dopo secondo, fino alla fine, senza interruzione di sorta, e con un piccolo rammarico di fondo...i numero 1 non ci sono più...penso che il modo migliore di ricordarli sia quello di urlare a squarcia gola il loro motto e la loro bandiera: I see the world, old, I see the world, dead...ariseeeeeeeeee!. Ho ancora i brividi e gli occhi lucidi...
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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