Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2001
Durata:42 min.
Etichetta:Pulsar Light Records
Distribuzione:Pulsar Light Records

Tracklist

  1. THE DEATH TO THE SIDE
  2. SCYTHE OF STONE
  3. THROUGH THE ARCH OF STONE
  4. SAMHAIN “DURING THE NIGHTS OF DEAD”
  5. BLOOD
  6. THE LAST OFFER
  7. THE TIME HAS COME
  8. BURNING BLOOD
  9. SEEK THE BLACK IN MY MAGIC
  10. KING OF SHADOW

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Questo disco rappresenta il definitivo raggiungimento degli standard europei da parte delle band della scena metal italiana. Dopo aver dimostrato di essere ormai i migliori in campo power, con gruppi come Rhapsody e Labyrinth famosissimi in tutto il mondo, il nostro Bel Paese non si è certo fermato ad ammirare i risultati ottenuti, ma ha sfornato altre capolavori con i sorpredenti folkers Elvenking, i Dark Lunacy, i Novembre, e ora si appresta ad invadere anche il mercato black metal con questo devastante lavoro ad opera dei Mater Tenebra, che sicuramente farà passare notti agitate a qualche evil true black metaller lassù in Scandinavia. I nostri tre vicentini hanno i piedi ben piantati per terra, e hanno capito che evitare atteggiamenti ridicoli come pitturarsi da panda o lanciare proclami contro il cristianesimo può solo dirigere l’attenzione sull’effettiva qualità della musica, che alla fine è quello che si dovrebbe sempre valutare in un album. Peccato per quella croce rovesciata in copertina, che comunque non trova riscontro nei testi delle canzoni. Il genere proposto dal trio è un brutal black metal come quello suonato dai Marduk dei tempi d’oro (il gruppo svedese è ormai morto e sepolto da qualche anno), quindi con questa affermazione potete già immaginare cosa vi aspetta durante l’ascolto di “Sangue”: batteria velocissima in costante blast-beat e purtroppo spesso anche con l’utilizzo di una doppia cassa alquanto monotona, un riffing bicorde impazzito in classico stile norvegese e una voce in screaming dall’inizio alla fine del disco. Ed infatti è proprio così: le pause sono poche e sono utilizzate dal gruppo per colpire ancora con maggiore violenza al momento degli attacchi brutali e (cosa molto importante) non c’è nessuna tastiera o voce pulita registrata nei solchi di questo cd. Il batterista Horkam è una furia, ma non disdegna qualche momento più “tecnico”, mentre ho molto gradito un paio di ritornelli quasi cantabili (eheh..non fraintendetemi!) come in “Samhain…” e in “Seek The Black In Magic” che risultano essere alla fine anche le due migliori canzoni del lotto. Il voto finale dipende da quanto apprezzate voi questo genere di musica che per me non è black metal, in quanto difetta completamente di atmosfera e porta le canzoni ad assomigliarsi tutte un po’ troppo. Ma per chi adora i Marduk e vuole una scarica di rabbia e violenza, “Sangue” è l’album ideale: un lavoro ben suonato, coinvolgente e soprattutto prodotto interamente nel nostro paese. E se i Norvegesi sono fieri del loro ambiente musicale, non vedo perché non dovremmo esserlo noi a questo punto!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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