Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:74 min.
Etichetta:Drakkar
Distribuzione:BMG

Tracklist

  1. DIE WIRKLICHKEIT
  2. BE MY RAIN [RADIO MIX]
  3. IN DER TIEFE
  4. STILL
  5. DIE MACHT IN DIR
  6. SCHREIT DEIN HERZ
  7. STERNE SEHEN
  8. SIAMESISCHE EINSAMKEIT
  9. NO MORE DOUBTS
  10. I NEVER WANT TO BE LIKE YOU
  11. NEW YEAR'S DAY
  12. I'M NUMB
  13. FANG MICH
  14. KALTES HERZ
  15. FLIEH MIT MIR
  16. DIE WELT KANN WARTEN
  17. OHNE DICH
  18. WENN DU GEHST

Line up

  • Sven Friedrich: vocals, programming
  • Norman Selbig: guitars
  • Manuel Senger: guitars, backing vocals
  • Michael Nepp: bass
  • Marcellus Puhlemann: drums

Voto medio utenti

Dopo solamente 4 album, arriva il best dei Zeraphine, ottima band teutonica che propone dell'altrettanto ottimo Gothic Rock, di facilissima assimilazione Pop, ma al contempo non così banale come potrebbe sembrare. C'è da dire subito che i due mastermind della band (il singer Sven ed il chitarrista Norman) erano in forze ai Dreadful Shadows (altro combo di primo piano nella scena del Gothic Rock di metà-fine anni '90), quindi in realtà i Zeraphine non sono propriamente gli ultimi arrivati. E questa raccolta lo dimostra. I brani sono tratti dai precedenti 'Kalte Sonne' (2002), 'Trauma Wolrd' (2003), 'Blind Camera' (2005) e 'Still' (2006), quindi anche l'ascolto di 'Years In Black' si presenta già da subito abbastanza eterogeneo, lasciando spazio a capitoli decisamente Pop, altri più oscuri ad altri più romantici, ma sempre praticamente cantati in tedesco (a parte quelli che leggete con il titolo in Inglese, che risultano i migliori), in cui l'amore per la Wave '80 è sempre in primissimo rilievo. Le fonti di maggior inspirazione sono senz'altro i The Sisters Of Mercy ed i The Cure, ma anche tanto New Order, Depeche Mode (soprattutto nelle parti più elettroniche) o U2 che furono (non deve essere un caso la cover della bellissima 'New Year's Day', originale del 1983, tanto per farvi capire il periodo di riferimento). Una raccolta che sicuramente male non fa, soprattutto per chi non ha mai apprezzato fino in fondo i Zeraphine o, per chi come ma, ha sempre considerato un loro album come un 50% interessante e per un 50% nettamente meno. Aver i brani migliori tutti insieme non è affatto male.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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